“MEZZI PER TUTTƏ”, OVVERO COME STANNO CERCANDO DI FAR ESTINGUERE IL MASCHIO (di Matteo Fais)
Brutti tempi per chi ha il cazzo, ancor peggiori per chi ha pure un cervello e si rende conto di cosa sta succedendo intorno a noi. Da una parte la modella Bianca Balti che dice di voler regalare alla figlia il social freezing, ovvero la crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale, “così non ci pensi più, ti fai la tua vita e quando vuoi una gravidanza hai già tutto il necessario”. Del resto, lo fece anche lei, così da “svincolare il mio sogno di maternità da un uomo e da una relazione”.
Riuscite a capire cosa potrebbe comportare sul lungo termine una tale pratica, soprattutto se resa gratuita per tutte, come auspica lei, dati i costi ancora sostenuti? Il risultato sarebbe la scomparsa del maschio, la sua riduzione a macchinetta autoerotica per produrre spermatozoi. Se una donna potrà fare figli a qualsiasi età e senza il supporto di un compagno stabile, sarà la fine.
Del resto, i prodromi della distruzione del maschio ci sono già tutti, così come i diabolici tentativi di annichilire ogni forma di mascolinità che fino a oggi si sia conosciuta. Basti vedere la campagna “Mezzi per tuttə”, lanciata, manco a dirlo, in quel della rossa Bologna e con tanto di schwa.
In uno dei cartelloni pubblicitari si può leggere “Gli occhi tienili sullo smartphone. Fissare con insistenza una donna è molestia […] Mandiamo al capolinea ogni forma di molestia”. Adesso, è abbastanza ovvio che fissare una persona non è esattamente carino – o, più che altro, se chi lo fa non è un figo della Madonna, a dire l’onesta verità –, ma è facile indovinare che questo monito non poggi sul buon senso del “suvvia, se guardi una e questa non ricambia, molla il colpo”. Come al solito, in un universo di persone esasperate, una minima occhiata diventerà molestia.
Tanto più che sfido io a non lasciarsi mai cadere l’occhio, fosse pure in un momento di distrazione e stanchezza, considerando come vanno in giro le tipe – solitamente, spiace dirlo, con meno tessuto addosso delle mignotte. Praticamente, qualsiasi ragazzina in top copri (unicamente) capezzoli potrebbe cominciare, una volta che si sarà dato il là alla cosa, a dare in escandescenza per una sbirciata sulla mercanzia da lei stessa messa in bella mostra – “sì, ma io lo faccio per me di vestirmi così, mica per piacere agli uomini”.
Si pensi inoltre a quel minaccioso invito a tenere gli occhi fissi sullo schermo del proprio smartphone, come a dire di vivere in un incubo di quelli ipotizzati da Jean Baudrillard, in cui l’iperrealtà sopravanza la quotidianità. Assurdo pensare che un uomo debba evitare di guardare le donne, mentre può pagare 20 euro per la foto dei loro piedi su OnlyFans; oppure possa far finta di niente di fronte a quella che condivide la seduta dell’autobus con lui, per poi scrutare morbosamente una diciottenne che si fa eiaculare in faccia da un sessant’enne su XVideos.
Comprenderete bene come vi sia qualcosa di profondamente malato in questo mondo in cui la libertà sessuale è uno degli imperativi del nostro tempo, in cui una donna non vuole essere giudicata pure se ha un curriculum superiore a quello di una puttana, quando poi, a rivolgerle la parola, sembra di violare un qualche sacro principio di un regime islamico.
Tutto ciò si chiama dissonanza cognitiva, follia generalizzata, apertura all’idiosincrasia personale. Le conseguenze saranno pericolosissime, se si proseguirà su questa via. E, attenzione, ciò non vuol dire che le donne non debbano avere alcun diritto, o debbano essere ridotte a schiave – come, invero, alcuni sostengono sul serio. Semplicemente, è come se noi maschi ci creassimo la consorte su misura, come nel film The Stepford Wives (“La fabbrica delle mogli”). Le femmine si estinguerebbero nel giro di qualche anno. Probabilmente, non conviene ad entrambi i sessi.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).
credo che quelle a lamentarsi degli sguardi sono le brutte firmatarie del documento . Tutt’ al più qualche disagiata dello stesso livello ma non certo le ragazzine che si vestono da prostitute proprio per attirare l’attenzione. A proposito, vestirsi da non significa che… Mica tanto : i medici si vestono da medici, i poliziotti, i giudici ecc, pure e in parlamento , ma non solo, se non si va in giacca non si entra. Quindi , se io vedo una vestita da prostituta, fino a prova contraria, potrebbe esserlo