INFLUENCER, FISCO E PUBBLICA OPINIONE (di Matteo Fais)
Accompagnata dalla solita indignazione a comando, che fa tanto rumore ma non produce alcun effetto, a quanto pare, una serie di influencer sarebbero stati pizzicati dalla Guardia di Finanza – qualcuno sostiene sia coinvolto anche Luis Sal, socio di Fedez in Muschio Selvaggio.
Naturalmente, ci saranno ancora da fare accertamenti e, anche ammesso che la presunta evasione venga confermata, bisogna vedere cosa si riuscirà a recuperare dei soldi dati per dispersi. Già, perché, quando sentite dire al telegiornale che sono stati individuati tot numero di furfanti, i quali avrebbero evaso x denari, ricordate sempre che non è mica detto che i soldi in questione vengano recuperati.
Ma di ciò poco importa, in fin dei conti. Quel che risulta sconcertante è la posizione che soggetti simili occupano agli occhi della pubblica opinione, fino ad arrivare a produrre simili guadagni. Ci dev’essere davvero qualcosa di profondamente marcio tra le persone al cui fianco camminiamo per strada, in quelle che abitano nei palazzi che ci circondano.
Il fenomeno influencer non può essere spiegato altrimenti. È un po’ come quando dicono che è stata scoperta una rete di pedofili nello Stivale e si pensa, per quanto sia difficile un simile sforzo immaginativo, che alla parola “rete” corrispondono delle persone reali, le quali, nel chiuso della propria dimora, consumano un certo tipo di immagini e filmati traendone piacere.
Il problema è che in questo caso si deve trattare di un numero spropositato di nostri connazionali i quali, ogni giorno, entrano nelle pagine dei vari personaggi stile Ferragni per contemplare le loro gesta, in fin dei conti così prive di senso, ed evidentemente sentendosi partecipi o felicitandosene.
La sensazione, a figurarseli, è straniante: questa gente vive e respira intorno a noi, è sicuramente qualcuno di quelli che sceglie la lattuga accanto al nostro fianco al supermercato. Verrebbe da chiedersi come facciano a essere unite tutte quante entro un certo genere di interesse. Possibile che non trovino di meglio da fare? Cosa sarà andato storto nella loro esistenza per essersi ridotti così?
Davvero, non tanto il fenomeno influencer quanto la sussistenza di tutti questi follower è un qualcosa che andrebbe indagato, perché vi è dietro un qualcosa di addirittura inquietante che vi si cela. Bisognerebbe, per esempio, comprendere quale bisogno recondito questi vadano a soddisfare in un’esistenza evidentemente povera di stimoli e passioni che si allieta con le patetiche prodezze di Gianluca Vacchi, il cinquantenne ricoperto di tatuaggi come un capo tribù tra gli Zulù.
Come si potrà notare, insomma, la questione non è tanto quella di una, per il momento, presunta evasione fiscale, ma il pensare che ci sia una così vasta massa di persone che ha bisogno di simili soggetti per sentirsi viva, per trovare un senso e una gioia nella propria giornata. Possiamo combattere tutte le battaglie tributarie che ci pare, ma è come rimuovere un’escrescenza sulla pelle che sotto nasconde un cancro diffusosi ovunque in metastasi.
Naturalmente, la soluzione non è proibire gli influencer. Ciò li trasformerebbe addirittura – e paradossalmente – in dei martiri, ma fare qualcosa affinché il popolo guardi verso altri lidi per trovare appagamento. Ammesso e non concesso che questo possa davvero desiderare altro da ciò che già ha.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).