SOSTENITORI E CRITICI DELLA FERRAGNI SONO DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA (di Matteo Fais)
Alla fine, ogni volta che parla, fa sempre tendenza, tra i fan come tra i critici. Il dato è unico: la vogliono sentire, vedere. Se non discutessero delle sue opinioni, cos’altro avrebbero da dire? Stando a quel che si vede in giro, poco o niente.
Certamente, è d’obbligo per chi critica di conoscere l’argomento che va a demolire – anche perché il rifiuto aprioristico è mera supponenza. Ma è altresì vero che il semplice biasimo fine a sé stesso è sterile, vuoto, flatus vocis. È come demolire uno stabile, perché pericolante o privo di fondamenta, senza essere in grado di costruirne uno ben fatto. Palesemente, non ci si dimostra migliori di chi ha edificato una porcheria.
Ciò che sembra è che gli Italiani non potrebbero ambire a qualcosa di più di Chiara Ferragni. Persino chi le va contro non esisterebbe senza di lei, soprattutto non avrebbe niente da proporre di alternativo al suo cosiddetto discorso dominante. Tutto sommato, costoro ricordano quello che, ancora dopo vent’anni, continua a rimuginare su quanto fosse stronza la ragazza che lo mollò. Che verrebbe da dirgli: “sì, d’accordo, ma possibile che tu, in due decenni, non sia riuscito a scrollartela di dosso? Forse, in realtà, non la odi come sostieni”.
Infatti, non la detestano. Lei li tiene in vita nell’odio, senza che, nel mentre, questi debbano spendersi per cercare un’alternativa. Finché esiste l’inferno, praticamente, diventa superfluo pensare a un paradiso. Più di tutto, poi, finché c’è questo vuoto culturale diffuso, loro non hanno da proporre modelli alternativi, superiori, da dimostrare di valere qualcosa. Il male li solleva da ogni responsabilità.
Non è un caso che, quando si scrive qualcosa contro la più nota influencer italiana, si riceva un’attenzione sovradimensionata mentre, quando si avanzano proposte ben ragionate, presentando poeti, scrittori e, più in generale, autori di valore, l’interesse del pubblico cala immancabilmente.
La pars destruens, è noto, deve procedere di pari passo con la pars costruens, altrimenti non si va da nessuna parte, al massimo ci si unisce alla chiacchiera da bar, quella del “sono tutti ladri”.
Purtroppo, la maggior parte delle persone che va contro la Ferragni non è meglio di lei. Non ha idee, visioni, proposte culturali diverse da porre innanzi. Se tutti quelli che la demoliscono per ogni sua parola avanzassero un mezzo suggerimento ragguardevole agli altri che si dichiarano contro, invece di limitarsi alla lamentazione, forse la situazione intorno a noi sarebbe diversa.
Invece, tutti vogliono lei e Fazio in televisione per sedersi lì davanti e sputare veleno, per dar sfogo agli istinti peggiori. La morbosità li possiede. Eppure, esistono tante opzioni bellissime nel mondo, addirittura tanta cultura popolare che nessuno si prende la briga di scoprire e diffondere. Il nostro è masochismo, pulsione di morte, amore per le macerie.
Volendola dire tutta, qui manca un progetto, un’idea positiva e la Ferragni è la migliore delle scuse possibili.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).