“VIETATO L’INGRESSO AGLI UOMINI” – L’IPOCRITA RAPPRESENTAZIONE DEL MASCHIO (di Matteo Fais)
“In guerra non esistono vittime innocenti” (Jean Paul Sartre, L’Essere e il Nulla, Il Saggiatore).
Ve lo immaginate cosa sarebbe il mondo senza lo stralunato e perennemente insoddisfatto desiderio maschile? Probabilmente, niente di ciò che vediamo oggi intorno a noi starebbe in piedi e l’umanità si crogiolerebbe, come il povero Sid di L’Era Glaciale, sdraiata sui rami a cercare un raggio di sole.
Naturalmente, tale desiderio è anche fastidioso – per chi lo vive e per chi ne è destinatario. È pulsante, si insinua nella vita quotidiana come un tarlo nel legno, devia il corso dei pensieri, non fa dormire la notte.
Lo si valuti come si preferisce, ma è tra noi e non può essere cancellato, a meno di non incenerire metà del genere umano. In compenso, in ragione di esso e di una certa misandria diffusa, i maschi vengono spesso dipinti in un modo che definire increscioso sarebbe eufemistico.
Accade addirittura che lo Studio Olistico La Città del Sole, situato a Cornate d’Adda, provincia di Monza-Brianza, un centro in cui fondamentalmente si praticano massaggi, abbia negato l’ingresso a qualsivoglia nuovo cliente dotato di pene, a causa di una decina di chiamate di soggetti che chiedevano di sciogliere i loro “blocchi emotivi” – è esattamente ciò che propone di fare l’attività – a mezzo di un bel raspone, in luogo del solito frizionamento muscolare.
Grande indignazione della proprietaria, tanta solidarietà dalla pubblica opinione e ipocrisia da tagliare a fette! Come di consueto, si procede a rappresentare il maschio come la peggiore creatura possibile e immaginabile, in ragione di questa sua spinta libidica a tratti anche vagamente indifferenziata.
In verità, non vi è niente di male in tale pulsionalità. Il desiderio è, come già suggeriva Fairbairn – almeno, in un senso molto lato –, un modo per entrare in relazione con l’altro, non tanto per portare al mero alleviamento della tensione legata al piacere. Quando ciò non avviene, sorge la patologia. L’animale sociale ha bisogno di relazionarsi, di entrare in contatto. Se ciò non si verifica con una certa frequenza e soddisfazione, è facile che nascano problemi. Un individuo totalmente ripiegato su sé stesso, si capisce bene, è un matto. Tra l’altro, tale spinta relazionale è talmente forte che, infatti, la si persegue persino quando porta solo danni – le famose relazioni tossiche.
Ma tutti questi ragionamenti condurrebbero troppo lontano. Ciò che interessa è la demonizzazione della brama maschile. Quel che fa rabbia di una simile stigmatizzazione è che essa, cheché se ne voglia dire, è ciò su cui tante donne fanno leva e dal cui traggono anche notevole guadagno. Le signore che, ancora a cinquant’anni, si fanno video e foto con un intimo succinto e le postano su Instagram confidano in quel desiderio, lo solleticano, lo stuzzicano, ci prendono psicologicamente tirandoci per i coglioni.
Alla fin fine, hanno poco da manifestare disgusto o fare le superiori lì sull’altro versante del cielo. Se noi facciamo schifo, loro fanno di tutto per tenere vivi i nostri bassi istinti. Se non altro, partecipano al gioco. Hanno poco da ostentare innocenza. Non si può fare moralismo su di noi e sperare da parte loro di uscirne con le mani pulite.
Del resto, anche in loro abita una brama molto simile, per quanto si declini apparentemente in un modo socialmente più rispettabile, cioè più selettivo – poi, anche ciò sarebbe da discutere. Non esiste donna che si vesta o si faccia scattare una foto senza pensare a come apparirà e al suo potere seduttivo – del resto, lo si è detto, il desiderio è forza relazionale e, se non si pensasse a come ci vedono gli altri, si sarebbe dei matti alienati.
Poco ma sicuro, a ogni modo, alle femmine facciamo schifo solo a tratti, insomma solo se ciò che vi è di ripugnante in noi non può essere monetizzato.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).