I SINTOMI DI UNA SOCIETÀ MALATA: DALL’OMICIDIO DI PALERMO, PER SCACCIARE IL DIAVOLO, ALL’ASSASSINIO DI ALESSANDRA MATTEUZZI (di Matteo Fais)
“Tutti quanti saranno concordi sul fatto che noi viviamo in una società profondamente turbata” scriveva quella mente geniale e folle di Theodore John Kaczynski, altrimenti noto come Unabomber, in La società industriale e il suo futuro. Lui, quale responsabile di tanta degenerazione, additava il progressismo di Sinistra. La tesi è assolutamente fondata, ma forse eccessivamente generalista e, per molti versi, basata su un determinismo spicciolo, più da marxisti che da persone dotate di un cervello.
Sovente le masse non sanno effettivamente che fare di fronte al mutare dei tempi, se non ripiegare sui cari vecchi insegnamenti di padri, madri e nonni, come se il mondo non conoscesse improvvise alterazioni e come se, dal principio del ’900 a oggi, tali cambiamenti non fossero stati tanti e tali da vanificare qualsiasi saggezza proveniente da individui nati quando non esisteva neppure lo scaldabagno.
Ecco, dunque, che nel pieno della tempesta, in preda all’angoscia per il futuro, un padre di famiglia qualsiasi, probabilmente privo di una particolare istruzione, come Giovanni Barreca, riscopre l’arcana e superstiziosa idea del demonio che aleggia sempre in mezzo a noi e, per esorcizzare i timori economici verso un avvenire incerto, si butta sul fanatismo religioso, finendo per compiere una strage.
In alternativa abbiamo il caso di Giovanni Padovani, calciatore neanche trentenne, che ha una liason con Alessandra Matteuzzi, una quasi sessantenne. Il ragazzo, non avendo intuito la natura liquida delle relazioni di oggi, invece di limitarsi a intrattenere una passeggera amicizia with benefits, come dicono nel mondo anglofono – cioè un’amicizia di letto –, si intestardisce nel cercare di imprigionare una femmina, che potrebbe essergli madre, entro una struttura tradizionale, in ciò dimostrando di non aver compreso come oggi qualsiasi donna sia un soggetto troppo volubile per poter essere presa sul serio – figurarsi colei che a quell’età va con uno tanto più giovane.
Purtroppo, bisogna intendere che incaponirsi nel culto di idee e visioni del mondo passate è morboso e può avere solo esiti disastrosi. Viviamo nel 2024 e fissarsi con concezioni che potevano essere sensate in altri tempi non porta da nessuna parte. La gente deve semplicemente accettare di esistere in un universo che non c’entra nulla con quello conosciuto dai nostri padri e nonni.
Una sana immersione nel pensiero debole aiuterebbe le masse a vivere più serenamente. Pensare seriamente alla fede come accadeva in tempi in cui l’unica scienza possibile era la preghiera, e non vi erano neppure gli antibiotici, è unicamente sintomo di un disagio. Esattamente come credere di poter avere una donna solo per sé dall’inizio della pubertà fino alla tomba.
Inutile sbattersi la testa contro il muro: i tempi mutano e la nostalgia è la peggiore consigliera. L’Italia, malauguratamente, è un Paese molto tradizionalista, popolato da gente che, persino all’idea di leggere un ebook, si fa il segno della Croce, come al cospetto di un’eresia; in cui, ancora oggi, mandare un’email, in certe zone del Sud, malgrado si tratti di una tecnologia vecchia di decenni, sembra un’aberrazione, un “voler fare i moderni”. Tanta pigrizia mentale può solo fare danni, meglio arrivarci quanto prima.
Naturalmente, quanto detto non vuole costituire una giustificazione dell’esistente, come se tutto ciò che è reale fosse poi realmente razionale. Ma, per migliorare la situazione che ci troviamo ad affrontare, bisogna accettare di starci in mezzo, non rimpiangere i tempi del telegrafo e della macchina da scrivere – che, tanto per saperlo, erano già prodotti di una società industriale avanzata. La vostra vita è adesso.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).
Julius Evola, Cavalcare la tigre.
La società attuale non è sana e niente può renderla accettabile agli occhi di gente seriamente rispettabile. Lo stesso Kaczynski lo sapeva. È una storia che si ripete dall’ Impero Romano: quando una società degenera nessuno si sente più in dovere di proteggerla e presto o tardi ne arriva un’ altra più retrograda (sotto certi punti di vista) ma ben più “marziale” che la massacra e la sostituisce. È compito dell’ Occidente tornare al suo “mos maiorum” prima di venire sopraffatto da altre realtà che si reggono su precetti ben più graniti e inequivocabili.