NON NASCONDETE GLI STUPRI (di Matteo Fais)
Io, se fossi una donna, all’idea che un branco di inutili figli di puttana potesse prendermi, portarmi nei bagni pubblici di un parco e ficcarmelo in culo, francamente, avrei paura. Ma proverei anche rabbia, una voglia di sangue e di vendetta che, solo a metterla nero su bianco, mi rinchiuderebbero in cella.
Da uomo, invece, mi incazzo perché, diversamente dallo stupro di Palermo, essendo coinvolti degli extracomunitari, “La Repubblica”, oggi, 4 febbraio 2024, ne parla, ma senza mettere la notizia in prima pagina e il “Corriere”, solo al pomeriggio, vedendo che la voce si è diffusa già ampiamente nel web, cede e ne scrive a sua volta – per compensare, subito sotto, registra un suicidio e relativi scontri al centro migranti di Ponte Galeria.
Quel che è certo è che con questa immigrazione incontrollata, tra bestie senza occupazione né possibilità di entrare in armonia con la nostra società, la situazione si sta facendo pesante e pericolosa. Se fossimo in America, quindi avessimo licenza di possedere armi e portarcele appresso, avendo una figlia, io le metterei la pistola in borsetta, dicendole “Se dovesse mai capitare la mala parata, vendi cara la pelle”.
Onestamente, anche qui, dove simili libertà non ci sono concesse e, se spari al rapinatore venuto a svaligiare il tuo negozio, in cella ci finisci tu, potendo, un bel pezzo di ferro in tasca lo terrei. Non si sa mai e, tutto sommato, meglio un brutto processo che un bel funerale.
La situazione è veramente sfuggita di mano. Troppi sbandati in giro. Troppa gente che non ha niente da perdere e tutto da guadagnare a vedersi garantito un pasto caldo in cella. Polizia in giro, poi, pari al numero di medici al pronto soccorso, cioè zero. Stiamo mantenendo l’Africa intera e non solo – gli immigrati regolari hanno agevolazioni persino sulle bollette –, ma i servizi per noi sono sempre più scadenti.
Perché, in verità, non è che in Italia non ci siano soldi. Non ci sono perché sperperiamo tutto in assistenza a gente che non è la nostra e in attività discutibili di stampo pseudo culturale – vedasi tutti i concerti e concertini finanziati dai vari comuni – attraverso cui, questo è il caso di precisarlo, la Sinistra mantiene, con i soldi pubblici, tutta la sua pletora di tedofori fatta di cantanti, attori teatrali, musicisti e magnacetti vari.
Frattanto, un parco come quello di Villa Bellini a Catania è sostanzialmente incustodito e, se disgraziatamente vi si trascorre un pomeriggio, bisogna solo sperare nella buona sorte. Altrimenti, come alla ragazza e al suo giovane compagno, può girare storta, e un branco di pezzi di merda egiziani può fare di te quello che preferisce.
A ciò aggiungete che, tutto sommato, non volendo sobbarcarsi i costi della carcerazione, l’Italia rimette sovente in libertà tutti i bastardi che esercitano violenza nel modo più atroce. Al contrario ogni atto selvaggio di questo tipo dovrebbe essere pagato, se non con la vita, con un buon numero di decenni in cella. Uno stupro non è uno scherzo: segna un’esistenza, distrugge interiormente. Una società civile non può tollerare una tale barbarie.
Per fortuna, almeno in questo caso, ne siamo venuti a conoscenza. Chissà quanti sono quelli nascosti che sfuggono alle cronache nazionali, che restano confinati in quelle locali. La realtà è sempre la narrazione che lor signori ne fanno. Nessuno ci vuole dire che, tra noi, c’è gente intenzionata solo a distruggerci, che ci vede unicamente come nemici da abbattere e, se possibile, da violare.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).