Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

ELEGIA PER LINDA LOVELACE E TUTTE LE RAGAZZE DOLCEMENTE SORDIDE DEI FILM A LUCI ROSSE  (di Matteo Fais)

Se fosse ancora tra noi, avrebbe compiuto la bellezza di 75 anni. Ma lei è viva! Ritorna costantemente in ogni sogno o delirio erotico di una popolazione maschile finalmente libera di essere volgare, che tanto deve e sempre dovrà alla pornografia e ai suoi osceni suggerimenti per sviluppare o meglio far de-generare le proprie voglie e arti amatorie. 

Linda Lovelace è più di una ragazza pazza e fuori controllo, forse addirittura vittima di una sorte avversa, tra mariti violenti, mafia dietro le produzioni cinematografiche e via ipotizzando. Lei, volente o nolente, incarna il sogno della donna facile, perennemente erotizzata, su cui si trastulla ogni portatore sano di pene. Quella pellicola, di cui è protagonista, Gola Profonda, è ormai divenuta l’emblema, quasi l’idea platonica di film a luci rosse ovvero di quel qualcosa che tutti guardano senza avere mai il coraggio di farne parola. La plastica rappresentazione di un desiderio turpe e pruriginoso che vive solitamente confinato nell’animo del singolo, anche femminile, senza che alcuno riesca a trovare il coraggio per esternarlo. 

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Sporcizia umana, umori e liquami organici, affari loschi, situazioni di sordida e disdicevole meraviglia vengono delegati a soggetti ai margini: ragazze irresistibilmente perdute, bodybuilder dopati, signori in là negli anni affetti dall’ossessione per il lolitismo, simpatici borderline portati su di giri dalla coca. Il mondo della pornografia ha questo di fascinoso, il fatto di essere un girone infernale in cui si radunano le persone deviate a cui quelle comuni hanno delegano il compito di stare tra i dannati, di fare per loro il lavoro più squallido, quello che poi, successivamente, porterà all’onta sociale. Bisogna, per incarnare le passioni più indicibili, avere il coraggio di porsi fuori dall’umano consesso, dal suo recinto di rispettabilità. 

È bellissimo ascoltare un’intervista a personaggi che stanno dietro filmacci del genere, i vari Linda Lovelace, Max Hardcore, Ed Powers, perché è un po’ come guardare per un attimo in faccia il demonio, ovvero colui che ha l’ardire di regnare lì dove nessuna persona perbene vorrebbe mai trovarsi, anziché servire nel paradiso ipocrita della gente normale.

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Da quell’universo non vi è ritorno. Lo sa bene chiunque, per un lasso di tempo più o meno ampio, vi abbia preso parte. Puttane sempre con il cazzo in mano, uomini che hanno fatto della perversione una religione, dell’ostentazione sessuale un’estetica, sono tutti lì raccolti sul set, fra gentaglia nuda e senza vergogna che utilizza i genitali con la medesima destrezza con cui lo scrittore maneggia le parole. 

Sono laidi, fanno schifo, causano il vomito in chi ha il senso del buongusto, rappresentano tutto ciò che non vorreste mai che vostra figlia diventasse. Loro l’hanno accettato, convivono con un peccato che non può conoscere redenzione. Sono coloro che fanno ciò che gli altri si limitano a sognare. 

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Eppure, il mondo senza questi sconci figuri non avrebbe mai avuto la possibilità di un godimento unico, spicciolo e licenziosamente autoreferenziale, solipsistico senza pudore, onanistico e lubrico, segnato dall’accesso a tante intimità altrimenti sconosciute da contemplare in una indecente solitudine – viva la società liquida! Il porno era uno sguardo sull’Essere di cui si era sempre sentita la necessità, fin dai tempi antichi. Non a caso, la rete, il web, è costruito intorno alla sua esistenza. 

A quei tanti riprovevoli personaggi senza morale, che hanno deciso di incarnare il peggio dell’umanità, va la più sincera ammirazione, per aver fatto dello scambio di liquidi infami un mestiere, per aver costituito la perfetta metafora del nostro stare al mondo con il loro godimento simulato. Per quanto noi si possa prendere le distanze, questi abominevoli soggetti ci rappresentano più di quanto si voglia ammettere.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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