SONO PUTINISTI, MA NON VENGONO PAGATI – INQUADRARE L’ODIO ANTIOCCIDENTALE (di Davide Cavaliere)
In questi giorni, in diverse città italiane, si sono tenuti alcuni eventi pro-Putin, che hanno innescato la polemica su presunti attivisti «pagati dalla Russia». Che Mosca, negli ultimi anni, abbia messo in atto misure di propaganda antioccidentale, magari sganciando anche qualche rublo, è fuor di dubbio, ma difficilmente tali attività possono riguardare i nostrani influencer «alternativi» e «anti-mainstream».
L’ossessione di vedere ovunque gente «pagata» rivela l’incapacità di prendere atto del fatto che un sacco di persone seminano odio, spargono menzogne e supportano i nemici dell’Occidente in modo assolutamente gratuito, poiché avversano l’intero sistema liberal-democratico a trazione USA.
Alcuni, ovviamente, lo fanno anche per mero spirito bastian contrario o nel tentativo di ritagliarsi uno spazio nell’area dell’informazione «non ufficiale», meno affollata di quella accreditata.
L’ammirazione per Putin, con tutto il suo corollario di antisionismo, antiamericanismo e anticapitalismo, altro non è che l’urlo disperato di soggetti disorientati e irretiti da una falsa immagine di fermezza, di individui alla ricerca di un miracoloso riscatto. Una specie di viagra psicologico.
Le élite occidentali che, negli ultimi decenni, si sono disinteressate al destino delle classi medie, abbandonandosi a un «emancipazionismo» di massa (transizione di genere, attivismo LGBT, ecologismo radicale, scomparsa dei confini nazionali, dominio della tecnica), hanno prodotto il «putinismo» come tutte le altre passioni «esperofobiche», così definite da Pierre-André Taguieff.
La «putinlatria», come ogni esotismo, può prosperare solo tra coloro che credono di vivere in un inferno in terra e, di conseguenza, smaniosi di celebrare qualunque modello alternativo di società.
Guardando il vecchio duca di Laverdière, Madame Bovary non vide un anziano ormai incapace di reggere un cucchiaio, bensì l’immagine gloriosa e idealizzata dell’Ancien Régime. Allo stesso modo, gli «antioccidentali» non vedono l’autocrate russo o Hamas per quello che sono, ma per quello che il loro risentimento gli suggerisce. Si tratta di un pericoloso, quanto ingenuo, «bovarismo» politico.
La maggioranza dei propagandisti, dunque, non sono «pagati da Putin», ma solo «utili idioti» – precisamente, poco utili e molto idioti – del Cremlino che fanno il lavoro sporco per odio verso il «sistema» e ignoranza mista a rancore verso un mondo liberaldemocratico che, da diversi decenni, inutile negarlo, tradisce continuamente sé stesso.
Tutti coloro che hanno a cuore la civiltà occidentale, conquiste della ragione e quelle dell’umanesimo, dovrebbero impegnarsi non solo per combattere i nemici esterni, ma anche quelli interni. La sfida è duplice.
Contro l’«emancipazionismo» non bisogna abbandonarsi al totalitarismo degli sfacciati nemici della libertà, perché sarebbe una medicina peggiore del male. Non si combatte una deriva liberticida con una dottrina altrettanto ostile alla libertà.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.