ADESSO, CRITICANO GLI INFLUENCER… (di Matteo Fais)
La grande famiglia italiana è sempre così: si svegliano tutti insieme. Persino il Codacons prepara un’istanza “al Comune di Milano «affinché ritiri l’Ambrogino d’oro riconosciuto a Chiara Ferragni e Fedez nel 2020», e chiede «indagini a tappeto di Antitrust e Guardia di Finanza su tutto il settore degli influencer, un mondo opaco e poco trasparente che nel 2023 ha generato solo in Italia un giro d’affari da 348 milioni di euro»”, così riporta il sempre caro “Corriere della Sera”, segnalando che al coro della Scala si unisce “il capogruppo di Fratelli d’Italia Riccardo Truppo”.
Ciò non stupisca, anche Wanna Marchi veniva invitata in televisione, in un numero imprecisato di trasmissioni, e presentata come “la regina delle televendite”. Fino a quel momento, cioè prima che Striscia la notizia partisse con la sua indagine, nessuno si era reso conto che qualcosa non era esattamente limpido dietro la donna in questione.
La teleimbonitrice, poi, è stata portata a processo, perché tanta gente ambiva a sentirsi vittima, dopo aver creduto a una signora senza né arte né parte e a un brasiliano che toglieva il malocchio – vi rendete conto? Questa è l’Italia, il nostro mesto Paese, in cui tutti cascano dal pero e l’ovvio emerge sempre con decenni di ritardo, in cui la cecità regna sovrana come nell’opera più nota di Saramago.
Ma, del resto, il fatto più tragico è che nessuno si renda conto autonomamente e automaticamente di ciò che sta succedendo sulla tv di casa. Se un malato di cancro – a cui, per carità, va tutta la solidarietà possibile – si sente di guadagnare una chance pagando un presunto mago sudamericano, nessuno ci può fare granché.
Del resto, anche in tanti altri ambiti, prestigiatori dei social e/o influencer dettano legge. Il fenomeno è sfortunatamente più esteso di quanto si possa immaginare. Persino l’ambito letterario è infestato di gentaglia che, su Instagram, sforna un video al giorno, o 4 post, segnalando libri su libri, come se avesse realmente potuto leggerli in un arco di tempo inferiore alle 4 ore.
Eppure, qualcuno crede loro. Anzi, è pieno di gente che si fida, confondendo la marchetta alla casa editrice con il consiglio ragionato. A nessuno che venga il dubbio su persone dalle capacità di lettura mai viste al mondo, che palesemente rielaborano un canovaccio fornito loro dagli uffici stampa e che, per ore, pensano unicamente a come fare una foto acchiappa like.
Se tanto dà tanto, nessun settore è alieno a tale sistema di manipolazione. Cionondimeno, gli allocchi che ci credono non mancano, anzi pullulano, ingenui come coloro che scrivono, sotto la foto di una modella, “ciao, bellissima”, convinti che questa prenda realmente visione di ciò che passa loro per la testa e li calcoli.
Inutile, gli influencer, come i furbi, esistono perché ci sono i coglioni. Le persone amano farsi guidare da qualcuno, persino i presunti alternativi si metteno sotto un piccolo capopopolo, che ne lusinga la crassa ignoranza e ribadisce loro la giustezza delle proprie posizioni, che questi non sentirebbero sicure senza una conferma esterna simile a quella paterna.
L’Italia è così, ha sempre bisogno di consiglieri, Masanielli, animatori che si dimostrino più sicuri degli altri, Generali Vannacci. La scomparsa della grande stampa è sintomatica: il popolo non vuole sentirsi inferiore a qualcuno che ragiona meglio di lui, ma farsi prendere per il culo da chi è al suo stesso livello, ma ha il coraggio barbaro di atteggiarsi come fosse migliore.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).