VALERIA FONTE, QUELLA CHE VORREBBE FAR PASSARE TUTTI I MASCHI PER ASSASSINI (di Matteo Fais)
Vi sono autori che si studiano, anche quando non se ne condividono le coordinate ideologiche, perché il loro pensiero contiene comunque al suo interno prospettive di una qualche valenza.
Poi, ci sono tutti quelli che si potrebbero chiamare casi caratteristici, intrinsecamente connessi a un periodo e a una congerie antropologica, che vanno analizzati unicamente perché tedofori di certe idee tipiche, mestamente dilaganti.
Valeria Fonte è certo uno di questi fenomeni da circo legati al sentire di un’epoca particolarmente triste e mortifera come la nostra che, non avendo niente di meglio di cui occuparsi, ha alimentato il naturale attrito tra i sessi, fino a ergerlo a conflitto del secolo.
Di lei avevamo già parlato in occasione dell’uscita del suo delirante libro Ne uccide più la lingua (https://www.ildetonatore.it/2023/03/11/valeria-fonte-e-lodio-di-genere-delle-femministe-cosi-simile-a-quello-dei-maschilisti-di-clara-carluccio-e-matteo-fais/). Questa volta è un articolo comparso su “Vanity Fair” ( https://www.vanityfair.it/article/valeria-fonte-incontro-femminicida), intitolato Tutti gli uomini pensano come pensa un femminicida, a guizzare all’occhio come un cazzotto in piena faccia.
Riponete pure la speranza che si tratti di una semplice provocazione, o di una goliardata. La Fonte è seria, proprio come l’uomo che al manicomio grida “Io sono Napoleone”. Lei ci crede e con lei un discreto numero di disperate all’ultimo stadio che vedono nel maschio la radice di tutti i mali.
La Dottoressa in Lettere è, per così dire, il contraltare dell’incel rabbioso che odia le femmine, sentendosi escluso dai loro favori, e che, pertanto, trasforma la sua acredine in una teoria ideologica – ricordate, di personaggi simili bisogna sempre fare la genealogia della morale che li anima, come insegna Nietzsche. La nostra, successivamente alla condivisione di materiale sessualmente esplicito da parte di un ex – cosa, sia chiaro, assolutamente spregevole e da condannare senza appello –, ha dichiarato guerra all’intero genere maschile, visto come violento, prevaricatore, addirittura femminicida. Evidentemente, è mancato l’intervento di uno psicologo per spiegarle che “il fatto che tu sia stata vittima di uno stronzo non è una giustificazione per estendere il giudizio al sesso opposto”.
Sta di fatto che, se un uomo di nobili principi morali, che rispetta la libertà femminile e lotta per la parità, si sente dare del femminicida, gli saltano per aria i coglioni. Niente di strano: se vi accusano di essere un ladro e voi non avete la coscienza sporca, incazzarvi è un dovere, la naturale reazione a un’ingiustizia.
Ma andiamo al pezzo in questione. Il motivo per cui la paladina dei diritti delle disadattate l’ha scritto è “determinare che tutti gli uomini pensano come pensa un femminicida. Per me, certo, che non pretendo di avere la verità in mano, ma che so di cosa parlo e, per questa ragione, ritengo di dover essere perlomeno credibile”. Come, come? Non ha la verità in mano, ma pretende di far valere il principio dell’ipse dixit? Meglio proseguire per carità di Patria.
“Le donne vengono uccise dagli uomini perché la più grande verità dietro la misoginia è la paura”. Tutto sommato, su questo punto si potrebbe anche essere d’accordo: un misogino ha certamente timore della donna. Esistono uomini simili? In una minima misura, ma ci sono. Al contempo la maggior parte è evidentemente molto diversa, altrimenti il mondo sarebbe un cimitero di donne. Il fatto è che i giornali ti comunicano ogni minimo graffio ai danni di una creatura del gentil sesso, mentre tacciono gli atti di amore, tolleranza e rispetto – come sempre, la realtà è ciò che ti raccontano di questa.
“Non c’è niente di più ordinario di un uomo violento”. La Madonnina! Addirittura? E dove sono? Vi ricordate la famosa scena del Fight Club, quella in cui Tyler Durden invitava a cercare qualcuno con cui litigare per strada e ammoniva i suoi adepti dicendo loro che è molto più difficile di quanto possa sembrare. Sì, decisamente, salvo la gente di bassissima lega, quasi nessuno “cerca problemi”. Se non è proprio necessario, i più evitano lo scontro violento.
“Il controllo ossessivo delle donne è il mezzo per dimostrare potere nella rete machista di una società che cresce tutti gli uomini come macchine dal cazzo duro che pisciano sul proprio territorio per marcarlo. Niente mostri, solo maschi”. Sicuramente la Fonte conoscerà bene gli uomini (violenti), ma non ha proprio idea di che predatore della Savana diventi una femmina quando le toccano il suo oggetto del desiderio. Altro che rispetto della libertà altrui! L’animale femmina piscia sui pali tanto quanto quello maschio ed esercita il suo controllo. Quando non ci riesce su base fisica, come tutti gli esseri adattivi, utilizza la strategia psicologica. E fa male, cazzo se fa male!
Adesso, ci si comincia a muovere verso il climax del ragionamento: “Possiamo dire che esistano delle caratteristiche lampanti che accomunano un femminicida a un non-femminicida? Un femminicida controlla la sua compagna: sì. Un non-femminicida pure. Un femminicida si adira quando perde il possesso: sì. Un non femminicida pure”. Prima di chiamare l’ospedale psichiatrico, aspettate di leggere questa: “Un femminicida ha potere, come un non-femminicida. Qual è l’effettiva differenza fra uno che è un femminicida e uno che non lo è? L’uccisione di una donna, mi direte. Ma basta davvero questo per aprire un baratro fra chi commette un femminicidio e chi no? Prendiamo in esame uno che commette femminicidio, uno che stupra, uno che fa catcalling. In tutti i casi gli uomini esercitano controllo e possesso, solo in modi diversi. Uno si sente in diritto di commentare il tuo corpo, uno di stuprarlo, uno di ucciderlo. Tutti, però, crescono nella stessa società”. Buono questo minestrone! In effetti, è presumibile che una donna realmente violata nella propria intimità non avrebbe preferito sentirsi fischiare dietro. Come no, si tratta certo di esperienze equiparabili…
Non paga, l’attivista delle attiviste insiste: “I più interessanti sono i maschi che si assolvono. Davvero vi sentite salvi? Un uomo che non fa nessuna di queste cose ma dice alla fidanzata «Sei mia» con tono romantico è forse diverso?”. Valeria, Valeria, i “sei mia” sono frasi di circostanza che si proferiscono perché altrimenti rompete i coglioni dicendoci che siamo freddi e disinteressati. Hai mai letto quel che dice Sartre sull’amore, ovvero che il suo paradosso sta nel fatto di desiderare che l’altro ti appartenga, ma solo se questo decide, con la sua libertà, di essere tale? Meditaci.
Ed eccoci finalmente alla cuspide della pazzia: “Anche coloro che non hanno fatto niente di tutto questo, chi mi assicura che non lo faranno domani? Il problema è la potenzialità del potere maschile sulle nostre vite, non sono le azioni che gli uomini commettono […] Ma non conta solo l’azione. Conta la potenzialità dell’azione”. Che dire? Se non sono i nostri atti a definirci, se non c’è differenza tra potenza e atto – povero Aristotele! –, è la fine. Peraltro, chi può dire, stando alla sua logica perversa, che la Fonte non imbraccerà la lupara per andare a caccia di portatori sani di pene – non per essere maligni, ma i presupposti ci sono tutti.
Di una cosa, a ogni modo, si può essere certi: con tutto il suo argomentare arzigogolato e confuso, non ha dimostrato un beato cazzo rispetto a una presunta affinità tra uomini assassini e innocenti, limitandosi ad asserirla. Naturalmente, è facile immaginare cosa accadrà quando l’interessata leggerà queste parole: prenderà quella più infelice e cercherà di mandarmi contro tutte le sue sorelle dai capelli rosa e il pelo ascellare dall’odore acre, dicendo che faccio victim blaming, body shaming e altre stupidaggini varie. Ciò sarebbe il meno. Il problema è semmai che donne e uomini comincino a guardarsi in cagnesco, a diffidare l’uno dell’altra, come lei sogna. Purtroppo è questo il futuro che ci si prospetta innanzi, se coloro che avrebbero semplicemente bisogno di un supporto psichiatrico si mutano in ideologi, alimentando un conflitto serenamente evitabile.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).
Nemmeno si accorge di essere ridicola 🤣🤣🤣 Valeria Fonte è il motivo per cui gli uomini diventano gay!! Continua così, amore!!! 😘😘😘