IL CASO DELLE FAMIGLIE OMOGENITORIALI E QUEL CHE CI ASPETTA PER IL FUTURO (di Matteo Fais)
Se avete letto i giornali, saprete che è in corso un processo per il riconoscimento di alcuni figli di famiglie omogenitoriali e, in particolare, formate da lesbiche. Ne hanno scritto tutti. Basti vedere il “Corriere” e “Ansa” (https://www.corriere.it/cronache/23_novembre_14/padova-svolta-famiglie-arcobaleno-3e35abfe-82fb-11ee-b01e-f6b2afc73b92.shtml?refresh_ce; https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/11/14/inizia-a-padova-udienza-per-mamme-gay-sit-in-davanti-al-tribunale_e1e0f43c-100b-4a6a-be04-370e0d63e865.html).
Ricostruire le vicende ci interessa ben poco – per quello potete leggere i quotidiani segnalati. Molto più importante è meditare sul futuro che ci si prospetta innanzi. Come interpretare tutto ciò, che fare? Quale futuro dobbiamo aspettarci?
Partendo da quel che ci troviamo a vivere, con buona pace di chi difende la tradizione, pare non ci sia ritorno. Gli stranieri sono tra noi ed espellerli sarà oramai praticamente impossibile – a meno di risvolti violenti della Storia – e gli omosessuali sono a questo punto uno zoccolo duro – e invincibile – della società.
In ultimo, i più paiono orientati a permettere la sussistenza di diversi tipi di famiglie. La qual cosa, per chi nato entro un regime di vita in una certa misura più classico – in cui comunque c’erano già i divorzi –, appare assurda, ma questo è ciò che sta avvenendo intorno a noi e la gente non sembra essere poi tanto contraria.
Insomma, dobbiamo preparaci, di qui a qualche decennio, a ritrovarci intorno un universo totalmente nuovo, orientato in modo altro rispetto a quello noto da chi, ancora relativamente giovane, ha conosciuto fin dall’inizio della vita.
Da qui a vent’anni, Dio solo sa cosa sarà detto famiglia, sconvolgendo tutta una struttura che, al netto della versione patriarcale allargata, era rimasta sempre più o meno simile, immutata dall’inizio dei tempi.
È certo che siamo a un momento di passaggio epocale e che niente sarà più come prima. Dovremo abituarci a un nuovo mondo, in cui il sopra sarà il sotto, tutto si rovescerà. Probabilmente decideremo anche quando morire, a mezzo di una semplice puntura.
Che tutto ciò comporti un ulteriore allontanamento dalla Natura è poco ma sicuro, ma è altresì vero che tutta l’esistenza umana, dall’inizio dei tempi, è uno sconvolgimento di un processo in un certo senso già tracciato. L’essere umano, questo è ragionevole immaginarlo, non morirà così come è stato generato.
Difficile, poi, stabilire se sia il caso di lottare perché le cose restino così come sono o meno e, soprattutto, se coloro che lottano per mantenere lo stato di cose sussistenti non siano meno invasati di un pazzo fanatico pro-Hamas.
Semplicemente, il mondo va visto non come qualcosa che evolve, ma in continua mutazione. A quanto pare, questo moto non può essere arrestato. I tradizionalisti hanno già perso, volenti o nolenti.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Instagram: http://www.instagram.com/matteofais81
Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14
Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.