LA VISIONE DELLA DONNA IN FRATELLI D’ITALIA (di Matteo Fais)
Il discorso è molto complicato, nonché controverso. Se si chiedesse in giro, agli uomini che rifiutano il progressismo perché se ne fottono di fare i moderni, ci si renderebbe conto che tutti pensano alla donna come colei che fa i figli – anzi, come colei il cui compito principale è tale. Non è un caso: così dice la legge di natura.
Che, poi, oggi come oggi, un infante possa anche essere prodotto in provetta, con inseminazione artificiale e altre diavolerie, c’entra ben poco. Il sangue dice qualcosa che nessuna formula razionale potrà contraddire con altrettanta forza. Esattamente, come Pasolini, parlando degli avanzamenti della medicina, sosteneva che oramai il mondo è pieno di persone che sentono la propria vita come ingiustificata, essendo qui solo grazie agli sviluppi scientifici – costoro saprebbero di non meritare di esistere. E in effetti, un organismo nato per sopravvivere sopravvivrà, mentre quello debole e privo della necessaria volontà di potenza dovrebbe perire. Questa, in teoria, è la natura e l’uomo ne ha corretto la direzione fin troppo.
Dunque, quando qualche consigliere del sesto Municipio di Milano, in quota Fratelli d’Italia, in particolare Michele Leone, Omar Pratico e Gaetano Bianchi, domanda “nidi gratis per incentivare la natalità, che in questi anni in Italia è diminuita in modo esponenziale”, poiché “uno dei compiti della donna è quello di mettere al mondo dei figli”, è difficile indignarsi come fa la marmaglia dei degenerati dem.
Bisogna unicamente premettere che l’idea di base è totalmente sbagliata. Le donne, in Occidente, non fanno figli non perché non hanno gli asili gratuiti e quindi devono per forza andare a lavorare in modo da contribuire al bilancio famigliare. Il calo della natalità è determinato dal fatto che sono culturalmente evolute e il figliare come conigli appartiene solo alle classi subalterne che non hanno alcun interesse, se non seguire i ritmi della natura e vivere come le bestie. Sì, fondamentalmente, solo i cretini fanno figli, non certo gli uomini che vogliano dedicarsi a determinati interessi culturali, o aspirino ai successi lavorativi.
Il Mussolini comunista, che dirigeva “l’Avanti”, consigliava ai proletari di seguire la formula “Meno figli meno schiavi”. Con la consueta risolutezza, il futuro Duce d’Italia aveva ben capito che i poveri hanno un solo modo per opporsi alla tirannia del padrone, ovvero negargli la materia prima per il suo immondo sfruttamento. Non è un caso che noi, oggi, si debba importare gente più ignorante di noi, in modo tale da avere manodopera a basso costo, gente disposta a tutto per perseguire il ripugnante imperativo della sopravvivenza.
Ma il problema fondamentale, che pure un conservatore non può evitare di vedere, è un altro. In fondo, siamo nel 2023, e il mondo – almeno quello Occidentale – non è più quello degli anni ’20-30-40. Abbiamo stabilito di mandare le donne a studiare, di far avere loro ruoli di spicco, esattamente come abbiamo deciso di prenderci cura degli storpi e dei malati, invece di abbandonarli al proprio destino, o gettare un bambino deforme dalla rupe del Monte Taigeto, perché non potrà mai essere un buon soldato per Sparta.
Partendo da queste premesse, è inutile sperare di poter vivere ancora entro una struttura famigliare centrata, fondata su un ordine inalterabile. Non esistono valori eterni. Questi sono nel tempo e mutano. Giocoforza, dobbiamo venire a patti con un universo nuovo che ha soppiantato l’altro, un mondo in cui si può decidere quando morire, far nascere un bambino da una donna di sessant’anni e via dicendo.
Cosa sia giusto o cosa sbagliato lo sa solo Dio – se esiste, ma su tale argomento c’è più di un dubbio. In ultimo, non si può stare che nel proprio tempo, al limite fare buon viso a cattivo gioco. Ma noi siamo qui e ci siamo adesso.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Instagram: http://www.instagram.com/matteofais81
Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14
Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.
Io conosco frotte di persone intelligenti, colte, sofisticate, instancabili viaggiatrici che si sono riprodotte più di una volta con successo. Questa dicotomia
“Hai figli? Sei stupido” Vs
“Non ti sei riprodotto? Azz, allora sei un genio” è fuori dalla realtà. Ora dirai che una cosa del genere non l’ hai mai scritta. Quindi ti cito:
<
>Quindi il tuo amico Aldo Petrillo è un cretino perché ha fatto un figlio con Melissa? Perché non lo tagghi sotto l’articolo? O magari diglielo in faccia
Chi aspira a successi lavorativi lo fa proprio per attirare figa di qualità (da ingravidare). Altrimenti perché spaccarsi tanto di lavoro? per arrivare in cima e avere una vita priva di affetti?