CON BUONA PACE DELLA MELONI, GLI ITALIANI NON FANNO NIENTE PER DIMOSTRARSI CONTRARI ALL’IMMIGRAZIONE (di Matteo Fais)
Prima di tutto bisognerebbe definire cosa si intenda per essere contro. Durante il periodo pandemico, c’era tanta gente già al terzo vaccino che, pur usandolo per poter avere una vita sociale, si dichiarava contraria al green pass. Non per essere puntigliosi, ma tale avversione era davvero poco efficace. Non è con un post su Facebook che rovesci una violazione inammissibile in una società liberale – meno che mai se quel pass lo utilizzi 10 volte al giorno, da quando entri al lavoro a quando vai a fare l’aperitivo.
La situazione ricorda un po’ quella del marito, o della moglie, che passa la vita a maledire il coniuge e, poi, comunque, ci resta insieme. Alla fine, è solo un misto di sadismo e autolesionismo. Essere contro è ben diverso, si tratta di una cosa seria. Altrimenti, è paraculismo alla Eichmann – “Io eseguivo solo gli ordini”.
Suvvia, opporsi veramente è ben diverso dal dichiararsi contrari su base ideale. È come chiedere a qualcuno se sia a favore o meno della guerra. Beh, solo un pazzo maniaco – esistono, per carità – potrebbe dichiararsi a favore ma, a meno di non fare marce contro, dare vita a petizioni e manifestazioni di protesta che risultino visibili al resto del mondo, il mero professarsi in opposizione, al cospetto di un caffè o di un bicchiere di vino, lascia il tempo che trova. Vediamo di non prenderci per i fondelli.
Gli Italiani, in tal senso, sulla questione migranti, non sono da meno. Come la PresidentA del Consiglio ha scritto un post per far sapere che non gradiva la sentenza di Iolanda Apostolico, la giudice che ha rimesso in liberta “un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione”, loro sono corsi sulla pagina di quest’ultima per insultarla, fino a spingerla a chiudere i suoi spazi social.
Verrebbe da dire: ok, e quindi? Profili fake hanno manifestato la loro contrarietà su un social media. Porca puttana, sai che coraggio! Chiusi nella loro cameretta, si sono messi lì a meditare un’ora su come insultarla nel modo più efficace. Complimenti vivissimi.
Frattanto, i nostri cugini francesi, visto che una bambina, all’ospedale di Carhaix, ha trovato il Pronto Soccorso chiuso ed è morta, hanno scatenato l’inferno per le strade, portando la loro rabbia fuori di casa – non su un social. Provate a dire che non esiste una differenza sostanziale.
Voi avete mai visto una manifestazione contro gli immigrati? Molto più realisticamente, si scorgono solo Italiani entrare in all you can eat, negozi di cinesi, assumere domestici filippini e fare l’elemosina ai neri. Come possono, poi, asserire di non volerli?
In ultimo, un uomo è le sue azioni, quelle concrete, che lasciano un segno. Tutto il resto pesa quanto la schiuma su una birra. Non ha consistenza.
Alla fine, gli sbarchi continuano – e non solo per lassismo governativo. Se tutta Italia fosse in piazza, state certi che non sarebbe questa la condizione del Paese. Ma esiste davvero una volontà in tal senso? Non pare.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Instagram: http://www.instagram.com/matteofais81
Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14
Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.