Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

MARIO BENEDETTI, “LA TREGUA”, IL ROMANZO SUL SIGNIFICATO DELL’AMORE PER LA VITA (di Melania Acerbi)

Un fanciullo e un uomo maturo osservano uno spartito. Alla loro sinistra, un vecchio rivolge all’osservatore uno sguardo tragico, che sfonda la tela e spinge l’anima nei pressi d’un porto magnetico e oscuro come la morte. I tre volti sono illuminati da una luce affettuosa, che li salva dal buio opprimente dello sfondo. Le tre età dell’uomo di Giorgione è un dipinto lento e irrequieto come il sorriso dell’innamorato in cerca di risposte. Così è il romanzo La tregua (Nottetempo) di Mario Benedetti

Vedovo con tre figli e a un passo dalla pensione, il quarantanovenne Martin Santomé, un disilluso impiegato di un’azienda di Montevideo, si innamora della giovane collega, la poco più che ventenne Laura Avellaneda: un amore ricambiato, ma destinato a non durare. La loro storia, tenuta nascosta per lo scandalo che avrebbe provocato (siamo alla fine degli anni ’50), è caratterizzata da una complicità assoluta: la distanza generazionale che li separa è subito colmata (“io la amo a livello di quella che si chiama realtà, i problemi si pongono quando penso a quelle che si chiamano apparenze”), il rapporto carnale tra i due è convergenza di due nudità assolute, che si fondono senza confondersi. Solo la figlia di Martin, la diciassettenne Blanca, avrà occasione di incontrare la quasi coetanea amante del padre, e, con grande stupore del genitore, ne rimarrà felice. La tenera parentesi con Avellaneda sarà densa e breve, una tregua da quel destino che tornerà presto a mostrare il suo ghigno beffardo, grigio come una domenica invernale, di quelle che si trascorrono per poi sperare che passino in fretta. 

8424E833 5EB7 47AF 8321 A9A05FCBF79A 1024x479
CONTRIBUISCI ANCHE TU A SUPPORTARE IL NOSTRO GIORNALE
Caro amico lettore, come potrai immaginare, dietro questo blog ci sono diverse persone che collaborano agli articoli che tu quotidianamente leggi. Se desideri supportare la nostra attività, ti saremmo grati se volessi dare il tuo sostegno all’Iban IT53E3608105138290082390113. L’intestatario è Matteo Fais. Grazie di cuore, La Redazione.

La forma è quella del diario, interlocutore silenzioso e custode paziente di intime verità. Santomé descrive con minuzia il tedio che scandisce le ore della sua esistenza: il lavoro, da trent’anni sempre diverso e sempre uguale, pochi amici, il rapporto difficile coi figli che ha cresciuto da solo e il ricordo sbiadito della defunta moglie Isabel (“So che aveva gli occhi verdi, ma non riesco a sentire il suo sguardo nel mio”). 

Il protagonista è lucido (“quella modesta civiltà dell’anima – che si chiama lucidità”), analizza sé stesso senza concedere sconti alla propria coscienza (“Avere la coscienza in pace è una specie di egoismo, di attaccamento alla comodità, al benessere spirituale”). Le pagine sono incandescenti, bruciano di un’emotività complessa e marcatamente maschile, conturbante, che porta il lettore a porsi gli stessi interrogativi che accompagnano le giornate di Martin: chi è Dio e che rapporto si ha con lui? 

pubblicita detonatore ridotta
L’ESORDIO POETICO DI MATTEO FAIS È ACQUISTABILE ALL’INDIRIZZO: http://www.delta3edizioni.com/bookshop/poesia/405-l-alba-e-una-stronza-come-te-9791255141198.html

Egli è titubante, non ha una risposta, ma sa che “[…] Lui è una solitudine remota, alla quale non ho mai avuto né mai avrò accesso. E ce ne stiamo così, ciascuno sulla sua riva, senza odiarci, senza amarci, alieni”. Continua: “Che ne sarebbe di me, oggi, se venti o trent’anni fa mi fossi deciso a farmi prete? […] Avrei Dio, questo sí, e avrei la religione. Ma non li ho forse già? […] allora? Può darsi che Dio abbia una faccia da croupier e che io sia semplicemente un povero diavolo che punta sul rosso quando esce il nero, e viceversa”. E, ancora, quando perderà l’amata: Dio è stato quel che mi è sempre mancato di più. Ma di lei ho bisogno più che di Dio. Un uomo sanguigno che, lanciando occhiate sfuggenti a un cielo indifferente, ricerca una felicità terrena impossibile da fissare nel tempo. Già invano, però: il protagonista conosce la natura provvisoria dell’estasi, della comunione dell’anima con la vita. Dio gli appare come la grande negazione, proprio come quello di Silence, il film di Martin Scorsese del 2016. 

Cos’è, allora, la felicità? La felicità per Santomé è l’improvvisa coscienza del massimo benessere o “un frammento di quotidianità […] un secondo, un istante, la durata di un lampo e non si ha diritto a proroghe e “Quell’ oppressione al petto che si chiama vita

FB88A617 9E65 437B B1EC 33FABCE82D4D
ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
IBS: https://www.ibs.it/regole-dell-estinzione-libro-matteo-fais/e/9788832828979

Il destino di Martin, rischiarato dalla fugace presenza di Avellaneda e da quel suo amore fresco, inaspettato, che rinverdisce per un istante il suo essere in apparenza inaridito, torna in un baleno sui binari della routine, che con la pensione alle porte si profila come un tempo inconcludente, nullificante. La tregua giunge al termine, torna la vita, anzi, torna un tempo che si tinge di bianco e di grigio, come i capelli e il volto dell’anziano che, di lì a poco, sarà: “Qualcuno era venuto e aveva decretato: ‘Spogliate costui di quattro quinti del suo essere’. E mi avevano spogliato. Dopo tanta attesa, infine, l’ozio: “E che ne faro?”. Il diario di Martin Santomé si conclude così, lasciando al lettore lo stesso pesante interrogativo: che fare di un tempo senza tregua? Un romanzo straordinario, struggente, affilato; Mario Benedetti, un genio. 

Melania Acerbi

L’AUTRICE

Melania Acerbi è nata a Pistoia, il primo di settembre del 1993. Storica dell’età moderna, laureata a Firenze. I suoi studi si concentrano sull’impatto del Nuovo mondo su quello Vecchio, sulla storia della cultura, delle idee e dei viaggi per mare. Fonda nel 2017, insieme a Piero Manetti e al professor Igor Melani, il Seminario Permanente di Storia Moderna che si tiene ogni anno al Polo di Storia dell’Università degli studi di Firenze (e in diretta streaming). 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *