BASTA CON L’OSSESSIONE EDUCATIVA! (di Matteo Fais)
È un’ossessione, peggio di una patologia cronica. Tutto paga la faccenda della certo scadentissima istruzione italiana. “E ci vorrebbe il tempo pieno”, “E ci vorrebbero computer più veloci a scuola”, “E insegnanti più empatici e attenti alle fragilità degli studenti”, “E le vacanze estive dovrebbero essere ridotte”. Ma basta, che palle!
Qui si vuol far credere che, se un branco di stronzi, a Palermo come a Caivano, si accanisce sessualmente sui corpi di ragazzine adolescenti, la colpa sarebbe del fatto che questi non hanno ricevuto un adeguato processo formativo entro una struttura nota col nome di scuola.
Non si comprende mai bene in cosa consista, poi, tale iter educativo. Cosa dovrebbero fare questi giovani? Imparare a memoria Dante, Cardarelli, le poesie di Mario Benedetti? O comprendere la logica delle equazioni differenziali? Oppure quel che manca è la tanto decantata educazione sessuale? Chissà poi questa in cosa dovrebbe consistere, magari nel contemplare la possibilità di famiglie con due uomini in luogo di un padre e di una madre, o l’ingoio spiegato su base scientifica.
Insomma, ciò di cui si sente la necessità è maggiore cultura o un più diffuso lavaggio del cervello, in cui istinti e turpi passioni vengono represse, rimuovendole dallo spettro delle emozioni che un essere umano può sperimentare? Chi ci capisce qualcosa è bravo!
In verità, bisognerebbe semplicemente fare i conti con il fatto che esistono tante persone incapaci di prendere parte entro quel processo che chiamiamo scolarizzazione.
A ogni buon conto, ciò non significa per forza di cose che tali soggetti non possano sviluppare autonomamente una qualche capacità di stare al mondo senza comportarsi come barbari. Non è necessario avere una cultura ampissima su tutto lo scibile umano per essere delle persone civili.
Certo, chiudere trenta persone entro un’aula ristretta ed asfittica, in un’oscena promiscuità, in cui ogni scorreggia è condivisa, con uno svogliato impiegato dello Stato, che cerca di fare loro un trattamento Ludovico stile Arancia Meccanica, non aiuterà i giovani cittadini a sviluppare un reale senso civico. Si rassegni il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, con la sua fissazione di raddrizzare il mondo a mezzo del voto in condotta.
L’assunzione, secondo cui il soggetto deve essere manipolato, intellettualmente ed emotivamente bombardato di sani principi, è qualcosa di folle, che ricorda i peggiori regimi totalitari sparsi per il mondo. Si tratta della più bassa considerazione possibile dell’individualità e del libero arbitrio. Come appunto fanno ben capire l’opera di Anthony Burgess e la trasposizione cinematografica di Stanley Kubrick, ognuno di noi ha da fare una scelta per il bene e questo di certo non può essergli imposto su base propagandistica, altrimenti, ciò che si imparerà a portare avanti sarà unicamente la farsa sociale per cui, entro le mura della scuola, si fingerà di rispettare ogni autorità e limite segnato, per poi uscire da lì e continuare a violentare l’amichetta conosciuta su Tik Tok.
Quanto cantava Roger Waters in Another Brick in the Wall, in mezzo a questa delirante smania educativa, è più che mai vero “We don’t need no education”. Nessuna scuola, con il suo tempo pieno e i suoi imbufaliti tutori dell’ordine, potrà mai trasformare qualcuno in un essere umano.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.