I MINORI VANNO IMPUTATI COME TUTTI, BASTA PSICOLOGISMI (di Matteo Fais)
Uno dei problemi del mondo civile è quando questo, con la sua comprensione e tolleranza, si spinge oltre il limite del ridicolo. Se un ragazzino non vuole studiare, spunterà sempre fuori qualcuno a parlare di disagio familiare, sociale, giovanile, prepuberale, puberale, sindacale, paramilitare, fase orale, fase anale, complesso dell’Edipo periferico, trauma da primo pelo… E basta, cazzo! Semplicemente, non tutti sono tagliati per tutto e la vita non può divenire un’eterna seduta dall’analista.
Altro che balle, un giovane di 14 anni, se ammazza o stupra, sa benissimo cosa sta facendo e, se non lo comprende, va internato in manicomio. D’accordo non metterlo dentro per una bravata, come aver rubato una mela, in comitiva, ma sette figli di puttana che ficcano l’uccello tra le gambe dell’amichetta, a turno, in un truculento tripudio di violenza, o che, addirittura, come ammesso da quelli di Palermo, cercano di sodomizzarla, non sono esseri umani incapaci di comprendere il peso delle proprie azioni. Sono dei criminali psicopatici, un pericolo per la società, gente che voleva fare il male, che godeva del pianto e delle urla di dolore della poveretta. Se avessero semplicemente un disagio, si farebbero le canne – e, in quel caso, affari loro.
Purtroppo, il mondo contemporaneo ha il problema di aver creato troppe professioni che si autoalimentano – come quelle di psicologi, psichiatri, pedagoghi – parlando di questioni giovanili, disturbi, malesseri – insomma patologizzando ogni atto – per giustificare la propria posizione professionale.
Negli anni ’70, dei geni simili rimisero in libertà gentaglia come Lawrence Bittaker e Roy Norris, malgrado avessero già stuprato o compiuto gesti efferati. Questi, in carcere, divennero sodali e, una volta usciti, si associarono creando il duo passato alla storia col nome di Tool-box Serial Killers, i quali uccisero in poco tempo cinque povere ragazze, dopo averle violentate, accanendosi sui loro genitali con strumenti presi da una cassetta degli attrezzi. Se si sono trovati in libertà è grazie alle diagnosi di simili presunti professionisti dell’animo umano.
La società civile dovrebbe dire basta alla tirannia di queste masse di bastardi, prive di etica e morale, che vanno in giro a terrorizzare le persone, a fare a botte e violare l’intimità altrui. Basta anche con queste stupidaggini secondo cui agirebbero in tal modo perché vittime del degrado o della prospettiva della disoccupazione futura, come scrive il solito coglione su “Repubblica”. Essere disoccupati, aver paura di diventarlo e altri problemi simili non possono diventare un salvacondotto per giustificare gesti abominevoli. Se tu non hai rispetto della vita altrui e se agisci mosso dalla passione gratuita per la violenza, lo Stato e il resto della popolazione perché dovrebbero usarti tutta questa cortesia?
Se la Destra vorrà intervenire in tal senso, non potrà che aumentare il proprio consenso. La gente ne ha piene le palle di tutti i bei discorsi, di non poter uscire la sera perché assediata o terrorizzata da branchi di sbandati di tutte le nazionalità che, non avendo niente da perdere, potrebbero portarci via quanto di più caro abbiamo: la vita. Oltre un certo limite, il buonismo si muta in cretinismo. Chi sbaglia paga, punto! Il proiettile di un quattordicenne vale quanto quello di un cinquantenne.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.
Pienamente d’accordo. La società si è evoluta in una determinata direzione, purtroppo alcuni individui antisociali non sono adatti a vivere nella società moderna. In tal caso va applicata una semplice selezione naturale, questi individui vanno isolati per evitare che facciano danni a se stessi e ad altri, e l unico modo è il carcere.
Nessuno uscirebbe di casa sapendo che c è un branco di leoni o un di coccodrilli, è bene che i coccodrilli e i leoni stiano separati dall uomo.
Allo stesso modo questi individui non possono stare nella società, e circolare liberamente, in quanto costituiscono un pericolo forse anche maggiore.
Una volta riscontrato un comportamento profondamente antisociale come lo stupro di massa non si può fare altro che prendere atto dell incompatibilità di queste persone e isolarle dal resto della società.