ANCHE QUEST’ANNO, MILLE BUONI MOTIVI PER CUI CHIUDERE LE SCUOLE (di Matteo Fais)
Non è un caso che la scuola sia un sistema diffuso in tutto il mondo, dalla Cina alla Corea del Nord, passando per Cuba: il leader di una dittatura ha bisogno di agire sulle menti fin dalla più tenera età, attraverso una prassi definita, efficace, senza scampo.
Non va meglio nei regimi in cui vige una presunta democrazia liberale, come per esempio l’Inghilterra, in cui la Sinistra – sono sempre loro – si premura di indottrinare la mente del povero piccolo infante mettendogli in testa che esistono famiglie formate da uomini e donne, come da due uomini e da due donne, o con in mezzo un trans, senza mai chiarire loro che nessun uomo può mettere incinta un altro maschio, ma deve farsi una sega e spedire il contenuto, preventivamente surgelato, a una donna povera che farà da incubatrice per una squallida maternità surrogata – esattamente come avviene nel caso della signora etero che non vuole prendersi l’incomodo della gestazione.
Ma, al netto di ciò, pare che il sistema educativo funzioni sempre, tranne quando dovrebbe. Perché tenere in piedi una struttura simile, che tanti soldi sottrae ai contribuenti, se il connazionale più famoso nel mondo è Chiara Ferragni? Anni e anni di studi per poi pendere dalle labbra di una ragazza qualsiasi che si fotografa il culo e scrive banalità cosmiche. Palesemente, il percorso è stato inutile. Se l’approdo ultimo, passando per Kant e Spinoza, deve essere Instagram, tanto vale mandarli, fin da 4 anni, a lavorare con le mani – ammesso e non concesso che abbiano la capacità pratica per far crescere zucchine e allevare pecore.
In compenso, anche quest’anno è polemica per il prezzo dei libri di testo che sono aumentati di una ventina di euro. Fantastico! Italiani con 5 mila euro – minimo! – di tatuaggi addosso, si lamentano per qualche centinaio di euro, probabilmente ritenendo – anzi sicuramente – che l’unico lavoro a dover essere retribuito sia quello del tatuatore, mentre quello dello studioso che, dopo decenni di fatica e dedizione, ha compilato il manuale su cui il figlio studierà, sia merda.
E, comunque, la classifica dei libri più venduti ci restituisce il senso ultimo della profondità intellettuale di un popolo di laureati come il nostro. Da una parte il Generale Vannacci, con il suo volumone di pensieri sparsi e idelogicamente sparpagliati a caso, segnato da una grammatica zoppicante e mille refusi come segnalibro; dall’altra la Murgia, più viva da morta che in carne e ossa, finalmente sollevata, grazie alla santificazione, da ogni possibilità di critica. Poco ma sicuro, oggi come oggi, Destra e Sinistra si accontentano di poco – poco più di idee assurde e irragionevoli.
Se tanto mi dà tanto, resta vero quanto diceva il povero Papini più di cent’anni fa, al principio del ‘900: bisogna chiudere le scuole, in mano a una marmaglia di svogliati impiegatucci statali per niente nelle condizioni di dare lezioni a qualcuno. E anche se lo fossero, tanto della cultura non gliene frega un cazzo a nessuno, se non a coloro che se ne farebbero una anche senza la scuola.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.