METAFISICA DEL GODIMENTO FEMMINILE – ESSERE GUARDATE SUI SOCIAL (di Alex Vön Punk)
Culi, foto provocanti in costume e citazioni dalla vaga e imbarazzante aurea di spiritualità – stile “credi sempre nei tuoi sogni, per trovare te stessa” – o un Bukowski solitamente inventato di sana pianta. Si potrebbe riassumere così la pagina social di una donna comune dei nostri tempi: immagini acchiappa like in posizioni sapientemente scelte, in cui il culo si trova incidentalmente in primo piano, passi di libri che spesso – anzi sempre – non c’entrano una sega con il fondoschiena in evidenza. Ma non fatelo notare alle femministe, negherebbero senza vergogna, andrebbero incontro ad autocombustione per la rabbia.
Si sa che l’attrazione viaggia su due binari distinti, quella fisica e quella mentale. Se la prima è genericamente tipica del maschio, la seconda riguarda più propriamente l’universo femminile – ovviamente, le due tendenze sono presenti in entrambi, ma in percentuali differenti. Oggi viviamo in un’epoca in cui la distinzione tra uomo e donna, in barba alla biologia, sfuma, ma la distanza siderale tra i due poli sessuali resta netta e senza scampo.
Se infatti l’uomo agisce motivato da un intento pratico di realizzazione del proprio desiderio, la donna rimane ancorata ad una visione che si potrebbe definire quasi metafisica del godimento. Certo, le foto che si vedono in giro non hanno esattamente qualcosa che faccia venire in mente concetti alti e iperuranici, ed è difficile pensare a tale dimensione di fronte ai selfie compulsivi di balene inchiavabili, o donzelle che obbligano i fidanzati – quando non i padri! – a far loro scatti provocanti da influencer di borgata, segnati da disarmante e banalissima serialità.
In questa spirale, è essenziale comprendere che l’universo femminile trova appagamento già attraverso l’approvazione per il proprio corpo schiaffato in una pagina social. La donna ha la peculiarità di compiacersi anche solo per il desiderio maschile, insomma l’essere osservata. L’utilizzo dei vari Facebook, Instagram e Tik Tok, non fa che amplificare questa sua soddisfazione immateriale.
Basta osservare l’account di una tizia qualsiasi per vedere il quantitativo di morti di figa che le gravitano attorno e l’appagamento che ciò le provoca. Il maschio, al contrario, ricerca costantemente una realizzazione pratica, carnale – il contatto fisico – ed ogni suo atto è finalizzato al raggiungimento oggettivo di un fine. Volgarmente, un uomo non se ne fa nulla di 300 like di donne con cui mai avrà una qualche interazione – meglio l’apprezzamento di quelle 5 che conduce a buon fine.
Se uno commenta la foto di una donna su Instagram, non lo fa per carineria, ma perché mosso – salvo sia omosessuale – dall’impulso di voler essere considerato e con la speranza che questa esternazione possa sfociare in un rapporto. Ebbene sì, ci sta provando e a qualsiasi vostro cenno, anche un banale “ciao”, parte alla carica con messaggi tanto vuoti quanto la sua testa che, purtroppo, sovente non compensa il pieno delle proprie mutande.
In ciò, il maschio rimane fermamente ancorato alla sua animalità ancestrale di cacciatore. Certo è difficile immaginare alcuni morti di figa come tali e, forse, anche come uomini. Sebbene depotenziato dall’idea del peccato e dalla svirilizzazione dell’epoca moderna, l’uomo non può sottrarsi a questa dinamica, che si configura come processo bio-chimico nel cervello.
In conclusione, è evidente il differente tipo di approccio che la donna ha rispetto all’uomo, tanto nei rapporti quanto nella fase di innamoramento e di soddisfazione. Il primo ha una quasi ossessione per il piacere fisico, mentre la seconda per un appagamento che può tranquillamente sublimarsi in qualcosa di non carnale.
Inutile, dunque, prendersela con gli uomini che ci provano con tutte, come un branco di assetati nel deserto: stanno semplicemente cercando di moltiplicare le proprie possibilità di avere un rapporto fisico. E noi non prendiamocela se le donne non ci filano: a loro basta già l’essere contemplate – per alcuni questo termine parrà eccessivo, diciamo osservate e riempite di like su un social.
Purtroppo, pur appartenendo alla stessa razza umana, gli interessi e i modi di soddisfarli, tra uomini e donne, sono radicalmente differenti, forse addirittura inconciliabili.
Alex Vön Punk
Email: vonpunk@tutanota.com
Telegram: @VonPunk
L’AUTORE
Alex Vön Punk viene costruito a Pisa negli anni ‘80. Bandito, cantante e scrittore di canzoni punk nella band pisana Enkymosis fino al 2009. Autodidatta d’assalto tra un lavoro precario e l’altro, grafico freelance, agitatore politico e provocatore di tendenze anarchiche, anti-autoritarie e federaliste, membro del Centro Studi Libertario “Società Aperta” che si occupa di libertarismo, diritti civili e della promozione del Reddito di Base Universale.