PERCHÉ I BUONISTI NON VOGLIONO CAPIRE CHE ESISTONO GLI ANTISOCIALI (di Matteo Fais)
La grande sfida di un Sistema di Potere non sta nel doversi avvalere continuamente della potenza coercitiva, ma nel programmare gli individui affinché introiettino, a mezzo delle strutture, i suoi principi cardine. Per intenderci, la volontà è che, ovunque uno si trovi, non gli passi mai neppure per l’anticamera del cervello di rubare, violentare, o genericamente di assumere atteggiamenti antisociali, senza avvertire la possibilità con un senso di orrore.
Insomma, il soggetto sociale ha da essere massimamente docile, addomesticato. Perciò, per esempio, si va a scuola, perché imparare a stare seduti per cinque ore ogni giorno, acquisire l’idea che esiste un’autorità – il Preside, il Docente – da rispettare e a cui rivolgersi con la deferenza del subordinato, prepara ad accettare la struttura sociale che, poi, si ritroverà nel mondo dei grandi.
Ciò vuol dire che, quando si entrerà in un qualsiasi luogo pubblico, un supermercato come l’ufficio postale, ci si guarderà bene dal sottrarre qualcosa senza pagarlo, dall’aggredire fisicamente un altro, dall’allungare le mani sull’impiegata o la cassiera. Addirittura, non lo si farà, per quanto forte possa essere la tentazione, perché “ciò è sbagliato” e il semplice fatto che un tale pensiero abbia attraversato la mente risulterà mortificante per chi l’ha sperimentato, vergognoso.
Va da sé che su alcuni soggetti tale lungo processo di configurazione della coscienza, comunque, non funziona, come ben dimostra lo stupro di Palermo o quanto avvenuto a Caivano, a Napoli – episodio meno noto e appena assurto all’onore delle cronache, in cui due gemelle tredicenni sono stare violentate dal branco.
Vi sarà sempre chi è refrattario al codice etico su cui una comunità si regge. Le femministe, i buonisti, tutti coloro che parlano a oltranza di educazione non vogliono capire ciò, ovvero che nessun sistema è così pervasivo da imbrigliare ogni essere umano entro le sue maglie.
Neppure il timore della coercizione basterà. Il ragazzo di Palermo, allora minorenne, uscito dalla detenzione in comunità, ha continuato a vantarsi delle sue turpi gesta – dimostrando, da un punto di vista cinico, poca intelligenza e un preoccupante sprezzo del pericolo. Inutile insistere con l’illusione pedagogica. Ogni potere genera degli anticorpi e questi, a volte, sono il suo cancro.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.