Il Detonatore

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IN MORTE DI ALAIN BESANÇON, LO STORICO CHE COMPRESE REALMENTE IL MALE SOVIETICO E RUSSO (di Davide Cavaliere)

ALAIN BESANCON

Tra gli ultimi esemplari di una specie in via d’estinzione, quella degli storici lontani dallo specialismo, capaci di cimentarsi in modo proficuo in campi tra i più diversi, vi è il grande Alain Besançon, il quale si è spento il 9 luglio 2023. 

I suoi libri continueranno a vivere grazie a quella immancabile onestà ed esemplare profondità analitica. Le origini intellettuali del leninismo è un classico della sovietologia, insieme con le opere di Robert Conquest e Richard Pipes. Come il suo mentore Raymond Aron, ha smascherato i creatori di illusioni, i fondatori di religioni politiche, gli gnostici moderni. Una parte importante del suo lavoro è stata dedicata al problema teologico-politico della falsificazione del Bene, che ha affrontato attraverso Orwell e Solov’ëv

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“Chi ha il potere nel regime comunista o nazista puro? – si chiede a un certo punto Besançon in Novecento – Questa semplice domanda, alla quale sembrava più facile rispondere rispetto ad altri regimi, perché il possessore di tutti i poteri era visibile ovunque, e addirittura visibile in modo ossessivo: il Führer, il Segretario generale, il Partito, costituiva un profondo enigma per coloro che erano capaci di una riflessione filosofica: Jünger, Platonov, Orwell, Milosz, Zinov’ev… Costoro hanno lasciato intendere ciò che le anime religiose hanno detto apertamente; Mandel’štam, Achmatova, Bulgakov, Rauschning, Herbert, Solženicyn: è il diavolo!“. 

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Il diavolo nella storia, dunque. Il pifferaio di Hamelin tornato a irretire gli uomini. Besançon sapeva che il demonio non è un mero costrutto teologico, una metafora o un fantasma speculativo. Il totalitarismo era l’inferno realizzato. Si tratta, ovviamente, del diavolo anticipato da Dostoevskij nel suo capolavoro I demoni – che sarebbe stato meglio tradurre come I posseduti. Un’intelligenza maligna che sfrutta l’ingenuità umana, che organizza l’odio, il rancore, l’invidia, il risentimento. È un diavolo terribilmente moderno, che inebria tanto le élite quanto le masse, falsificando e pervertendo concetti positivi. 

I posseduti affermano di poter risolvere definitivamente questioni esistenziali millenarie, colmando il divario tra la Città di Dio e la Città dell’Uomo. Le religioni politiche promettono un riscatto immediato attraverso la purificazione violenta della comunità. Chi non vi appartiene deve essere escluso, sradicato, eliminato, assassinato. 

Besançon conosceva molto bene anche Putin e la Federazione Russa. Aveva ben chiaro come “Vlad” altro non fosse che un demonio minore, ma egualmente capace di falsificare valori benevoli (la patria, la religione, l’antifascismo) e metterli al servizio di una causa maligna. Il putinismo sfrutta fantasmi e nevrosi collettive per rafforzare il controllo sulla mente degli individui e sulla società tutta.

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La confusione semantica ha lo scopo di creare un caos etico, con l’obiettivo di estinguere definitivamente la personalità morale e il senso critico. Non a caso, il grande storico ha scritto che coloro che sono vittime del Male tendono “asintoticamente verso l’impersonalità”. 

Da sovietologo, Besançon, aveva subito individuato ciò che il putinismo ha in comune con il bolscevismo e il fascismo: la corruzione. Una corruzione onnipresente, che è mentale, linguistica, politica ed economica. La Russia contemporanea è una cleptocrazia autocratica basata sul mito dell’assedio e dell’accerchiamento. Il Leader è l’equivalente del Salvatore, in possesso di poteri miracolosi e taumaturgici, dove il potere politico è fuso con il potere spirituale. 

Storico delle idee aperto alla teologia, politologo capace di profonde riflessioni filosofiche, letterato politico, con Besançon se ne va un grande umanista.

Davide Cavaliere 

L’AUTORE 

DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.

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