LA FAMOSA QUESTIONE DI SILVIO E IL CORPO DELLE DONNE… CHE DUE PALLE! (di Clara Carluccio)
Bisogna parlare di figa? Che se ne parli, avanti. Nella settimana del grande lutto Nazionale, l’equazione Berlusconi – Bunga Bunga si è fatta più sonora del solito. Tra invidie confessate o altre taciute per affiliazione di partito, l’opinione pubblica ha ribadito il suo vecchio rancore per la faccenda festini di Arcore.
Ascoltando la marmaglia italiana sembra che il leader della Destra in calore sia stato il grande male che ha oscurato le candide menti di tutti. A Sinistra, poi, ci tengono particolarmente a fare la parte dei vergini amici delle donne. Dalle femministe allergiche, per assurdo, più al bagnoschiuma che al bigolo, Berlusconi è stato definito addirittura un “pedofilo”.
Anche le passeggere dei proverbiali “pullman di puttane”, pienamente consenzienti e ben retribuite, passavano per vittime di un mondo corrotto e patriarcale.
Così dedito all’amor cortese ed estimatore, citando Evola, più della Metafisica – che – del sesso, l’uomo medio italiano è succube dei poteri forti anche quando pratica il turismo sessuale di cui detiene il primato mondiale. Millanta emancipazione dal culto cattolico, indossa rosari buddisti e legge Osho, ma conserva una salda fede paranoide per qualsiasi entità astratta che occupa la sua coscienza. Che si tratti di Satana, di Netflix, della propaganda o di Silvio, l’italiano non è mai in grado di intendere e di volere.
Benché la Vergine Maria non abbia mai rappresentato l’archetipo favorito nel Totoporno maschile, i reazionari – con decenni di ritardo dall’avvento delle televisioni berlusconiane – oggi piangono l’insufficienza di ragazze “serie”, di “sani valori”, con cui “mettere su famiglia”. Hanno rilanciato anche il termine “pura”, roba che farebbe morire dalle risate persino l’ultima vecchia ancora in vita, arrivata vergine al matrimonio, e che non saprebbe riconoscere neanche il pene di suo marito alla luce del sole.
In sostanza, dopo quarant’anni di anonimi festini nelle discoteche più economiche – e occasionali sveltine tra i sanitari alla turca -, gli scapoloni si sono messi in testa di volere l’immacolata concezione come moglie tradizionale. I tipici pentimenti postumi dei subnormali.
Dalla parrocchia progressista, invece, Berlusconi veniva contestato in quanto fermo e orgoglioso eterosessuale che amava la donna e la donna soltanto, osannandone la bellezza ed elargendo alle sue invitate, in una sera, l’equivalente di quattro mesi di lavoro da barista o cameriera. Nessuna perdita fu più sofferta di quella che ha reso orfane le bimbe di Arcore. Fosse tutta così la pedofilia!
Se gli omosessuali puntano sui raduni di massa per fare sfoggio del loro orgoglio gay, Silvio da solo era il vanto del mondo macho etero. Altro che fluidità, massaggio prostatico e unghie laccate. Attirava il disprezzo di quanti vorrebbero circondarsi di donne avvenenti e poco timorate – di fatto, il sogno di ogni uomo -, ma senza averne la benché minima chance.
Berlusconi, di fronte alla meschinità sia reazionaria che progressista, va omaggiato come forma di opposizione. Vada quindi per il lutto nazionale, il riposo parlamentare, le strade a suo nome, il giorno della memoria, i cori al funerale, le barzellette e, malgrado il tarlo congenito che caratterizza l’essere maschile, anche la sorca.
Nessuno come lui ha fatto incazzare i “poveri comunisti”, persino da morto.
Dunque, meglio lasciare ad altri la filoso-FIGA discussione su Silvio e il corpo delle donne. Gli Italiani, su questo non si dividono, sono tutti come lui, la discriminante è su chi può permetterselo e chi no.
Clara Carluccio
L’AUTRICE
Clara Carluccio nasce a Milano, nel 1985, e risiede attualmente in provincia di Brescia. Per errore di gioventù studia alla scuola agraria del quartiere Comasina di Milano, incidentalmente ubicata in prossimità dell’istituto Paolo Pini, il manicomio in cui venne rinchiusa la poetessa Alda Merini. Dopodiché, decide di perfezionare la sua conoscenza del mondo tra lavori precari e umilianti della peggior specie. Si trova così a svolgere mansioni quali: Oss in una RSA, segretaria, barista, guardarobiera in discoteca non guardata da nessuno, cameriera ai piani, cuoca incapace in un centro disabili, domestica – non dite colf – in nero e banconiera al supermarket declassata poi al semplice ruolo di scaffalista inutile al mondo e a se stessa – il tutto con un contratto da stagista. Suo malgrado, colleziona infruttuosi corsi di cucito, danza quale tribal fusion e contemporanea, naturopatia. È appassionata di lingue straniere, in particolare inglese e portoghese. È approdata a “Il Detonatore” dopo vari messaggi di stalking rivolti all’indirizzo di Matteo Fais. La trovate su Facebook e Instagram, ma non riesce a postare i suoi link.
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