GLI ITALIANI E LA DIFFERENZA TRA IDEE E AZIONI (di Matteo Fais)
Gli Italiani sono quel popolo che è sempre in guerra ma, stranamente, sul campo di battaglia, non ci scende mai per far valere le proprie istanze. Claudio Foti, lo psicologo assurto a rappresentante dello scempio avvenuto a Bibbiano, proprio ieri, è stato assolto – vedrete che gli altri indagati non faranno una fine peggiore. Beh, voi avete visto qualcuno di tutti quelli che, in illo tempore, protestavano contro, sui social, organizzare una manifestazione di protesta?
In verità, persino quando il caso era ancora fresco, non è che le dimostrazioni di piazza siano state un successo. Tutti a strapparsi le vesti, a gridare allo scandalo, ma fuori dai network si è visto poco o niente di concreto.
Ecco cosa sono gli Italioti! Anche i simpatizzanti del dittatore-Zar di Russia, quelli che fanno finta di essere a favore della pace e contro l’invio delle armi – quando si sa benissimo che sono contro l’Occidente –, visti dal web sembrano in numero esorbitante, poi, il 2 Giugno, quando avrebbero avuto modo di far pesare la loro forza numerica, recandosi in piazza a Roma, hanno preferito andarsene al mare, invece che marciare per il loro belligerante burattinaio che, come dicono sempre in preda ai loro sogni erotici, difende la Tradizione e il Sacro, contro la Decadenza dell’Occidente. Tutto sto casino e, poi, erano 100 sfigati – per carità, almeno quei 100 sono stati coerenti nel loro essere esecrabili.
Si potrebbe quasi dire che Facebook, Instagram e Twitter hanno rivelato al mondo che cosa sia il popolo tricolore. Come durante il periodo pandemico, tutti a dire che la democrazia è stata cancellata – sarà la democrazia secondo Putin – e, quando si andava in piazza, in una cittadina media, c’erano massimo trecento persone, di cui la maggior parte invasati delle scie chimiche e del 5G “con cui ci fanno venire il cancro”.
Insomma, a manifestare per far valere i propri diritti, o quelli degli amici, c’è solo la comunità LGBTQ+. Che ironia: gli unici a non prenderla nel culo sono gli omosessuali. Rispetto assoluto per loro! Se gli negano il patrocinio, protestano, scatenano casini inimmaginabili, mentre gli altri strepitano, borbottano, danno sfogo a un inutile flatus vocis.
Purtroppo, invece, il grosso degli Italiani continua a trovarsi comode scuse per l’inazione e l’ignavia. Si sono inventati il neoliberismo, i poteri forti, le multinazionali cattive. Frattanto, però, come al solito, si lamentano per i pelati passati da 20 a 40 centesimi – come se si potessero produrre a quei prezzi senza sfruttamento –, hanno l’abbonamento a Netflix – salvo dichiarare che grazie a questo diventeremo tutti gay – e, dulcis in fundo, invece di muovere il culo dal divano per prendere la pizza, se la fanno consegnare a casa con Deliveroo o Just Eat, ma si guardano bene da allungare 5 euro di mancia al povero disgraziato che sta lavorando mentre loro si grattano le palle di fronte a un film.
Lo stesso individuo che sostiene queste causa, adesso, sta scrivendo un post dal suo smartphone, fatto da schiavi cinesi, dicendo che tanto l’Occidente, tempo 6 mesi, e sarà finito, ma arriverà Putin a salvarlo, a ristabilire l’ordine. Dopodiché, entrerà su un sito porno e concluderà il suo percorso antidecadenza con una colossale sega.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.