QUELLA PERICOLOSSIMA ACCUSA CONTRO TUTTO IL GENERE MASCHILE (di Matteo Fais)
Ogni volta, è sempre la stessa storia, un copione che si ripete ossessivo e martellante, pericoloso come la visione del mondo che trasmette un’ideologia nefasta. In questi tempi di femminismo imperante, non poteva essere altrimenti. Peraltro, quando c’è del sangue sparso per terra, difficilmente la gente riesce a conservare un pensiero lucido.
Dopo la triste morte di Giulia Tramontano, il carosello ha avuto inizio. Tante – troppe – donne sembrano avere la loro da dire contro i maschi. “Colpa dell’assenza di valori”, “la disgregazione sociale”, “il tramonto dell’Occidente”, “tutti gli uomini sono potenziali femminicidi”: ognuna ha la sua motivazione recondita per spiegare il fatto.
Immancabile – verrebbe da dire “manuale”, se non fosse che il momento non è dei più opportuni per fare dell’ironia – è arrivata la condanna del narcisista patologico, l’uomo con due donne, che non era mai sazio di piacere erotico. Ognuno pensi ciò che preferisce su chi ha 2, 3, 4, 5 donne contemporaneamente – ma vogliamo parlare di quante donne sposate hanno amanti a iosa? –, sta di fatto che è un sacrosanto diritto di ognuno, almeno finché non usa la coercizione per procurarsele. Più di tutto – e questo è bene sottolinearlo a chiare lettere –, NON OGNI UOMO CON UN’AMANTE È UN ASSASSINO. In momenti tragici come questo, anche una simile ovvietà va ribadita, perché più di un idiota si sente in diritto di metterla in discussione.
La gente è ottusa, stupida e rabbiosa. Con la bava alla bocca, vorrebbe solo rendere la pariglia a questo Alessandro Impagnatiello. E, diciamocelo pure, per quanto crudo sia, più di una derelitta, abbandonata dal marito, si sente anche lei uccisa, vittima di un uomo e, neanche troppo inconsciamente, proietta il suo caso – che non c’entra un cazzo – su quello in questione.
Naturalmente, poi, i più non si rendono conto di essere prese entro un sistema mediatico che amplifica la notizia. Quante volte avete sentito di casi simili? In verità, praticamente mai. La possibilità che capiti a voi è più o meno pari a quella di essere aggredite da uno squalo in una qualunque spiaggia italiana. Ma l’informazione distorce tutto: 1000 post sulla faccenda, nella propria bolla social, non corrispondono a una donna uccisa, ma alla stessa massacrata 1000 volte.
In verità, grazie al cielo, gli uomini che arrivano a compiere gesti simili sono una percentuale infinitesimale, praticamente inesistente, esattamente come coloro che stuprano – a meno che voi non consideriate stupro, come fanno le femministe, anche quello di chi ha detto alla moglie “Ma perché mi hai sposato, se non vuoi mai fare l’amore con me?”.
Poco ma sicuro, a ogni modo, è tremendamente stupido dare la colpa a ogni essere del genere maschile e ancora più cretino risulta, da parte di tanti, cospargersi il capo di cenere, come se davvero la responsabilità di uno potesse estendersi agli altri. E basta pure con questa idiozia pericolosamente diffusa di dire alle donne che loro non devono tenere gli occhi aperti nella scelta del partner. La prima regola è che non si gioca col fuoco, ma la seconda è che spesso ci si salva da soli.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.