ARISA DIMOSTRA CHE A UN ARTISTA NON CONVIENE SCHIERARSI CON LA DESTRA (di Matteo Fais)
Partiamo da un dato: o c’hai due palle così, altrimenti, se sei un artista, il consiglio è di vendere l’anima al diavolo, quindi alla Sinistra piddina, e sostenere anche le posizioni più assurde. Perlomeno, se desideri fare carriera. In alternativa, meglio mettere in conto fin da subito di non avere un futuro.
La lobby LGBTQ+ e le femministe, che sono peggio della mafia, diranno peste e corna di te. Ti getteranno addosso merda. È la loro principale occupazione. Sono coesi e determinati, lavorano insieme, proprio come l’organizzazione che, sotterraneamente, muove il nostro Paese. La mafia nigeriana che gestisce la prostituzione, o quella cinese che sta piano piano conquistando – e acquistando – il territorio, è niente a paragone.
Se vuoi cantare sui palchi, o essere invitato al più sfigato dei festival di poesia, devi stare dalla loro parte – che ci creda davvero od obtorto collo. Non sperate che ci siano alternative, o possibili soluzioni neutrali. Con la mafia non si discute, non sente ragioni: o sei con lei o ti ritrovi sciolto nell’acido.
Ciò che è successo ad Arisa, la solita ingenuotta, che si è spinta fino a rivelare quanto le piaccia vedere una donna – Giorgia Meloni – al potere, è indicativo. La marea di insulti non si è fatta attendere. Lei ha anche provato a farli ragionare, successivamente, ma è come cercare di spiegare al sicario mandato per freddarti che la vita è sacra e non si dovrebbe mai uccidere.
Purtroppo, quella gentaglia è merda e capisce solo una sincera passata di bastone sulla schiena. Ma non è tanto questo il problema. Se la Destra fosse un’organizzazione seria, avrebbe approfittato subito dell’occasione per attirare la cantante dalla propria parte. Le avrebbe garantito una presenza a tutti i suoi eventi. I militanti avrebbero immediatamente acquistato i suoi cd.
Ma la Destra è quello che è: fondamentalmente ignorante e disinteressata a qualsivoglia discorso culturale. Per quanto quella di Giorgia Meloni stia facendo anche qualcosa per riguadagnare il divario con la Sinistra, siamo ancora lontani dal condurre un’azione organica ed efficace. Di famoso, ha portato dalla sua solo Beatrice Venezi.
C’è anche da dire che questa, di arte, come di cultura popolare, non ne capisce una sega. Se leggi uno di aria – quella della Meloni – vedrai che continua a menartela ancora con ’sto cazzo di Evola, Céline – molti di loro non hanno ancora scoperto neppure Houellebecq, che infatti si è ben guardato dal dichiararsi politicamente, pur essendo palese la sua posizione.
No, a uno che nella vita aspiri a fare l’artista non conviene schierarsi contro la potenza sotterranea rappresentata dalla quel manipolo di figli di puttana. Poi, certo, ci sarà sempre colui che accetterà il dileggio di arcobalenati e tristemente depravati, facendo i conti col prezzo della propria integrità morale e artistica. Ma i casi sono veramente rari.
Matteo Fais
Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais
Instagram: http://www.instagram.com/matteofais81
Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14
Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.