RICHARD CROSSMAN – IL SOCIALISTA ANTICOMUNISTA, AMICO DI ORWELL E SILONE (di Davide Cavaliere)
Richard Crossman è stata una figura politica britannica di spicco del XX secolo, perlopiù sconosciuta in Italia, nonostante la sua collaborazione con alcuni intellettuali del nostro Paese. Membro del Partito Laburista con una vasta esperienza come Ministro del Governo Britannico, tuttavia, la sua attività non si limitò alla politica interna e all’editoria dei diari di Winston Churchill. Nel 1949, infatti, Crossman fondò la rivista New Reasoner, che in seguito si fuse con Marxism Today, dando vita a New Statesman. Questa divenne una delle principali voci della sinistra britannica e ospitò alcuni dei maggiori pensatori del tempo.
Crossman si distinse anche per la sua attività contro i comunisti, diventando uno dei principali esponenti della sinistra anticomunista britannica. Nel 1950, fu anche tra i fondatori del Congresso per la Libertà della Cultura, un’organizzazione internazionale che, riunendo intellettuali e scrittori di tutto il mondo, tra cui Albert Camus e Arthur Schlesinger Jr, si proponeva di promuovere la libertà di espressione e la democrazia, ma soprattutto di contrastare il comunismo, nel tentativo di rafforzare la socialdemocrazia, convinto com’era che esso rappresentasse una minaccia per la democrazia e la libertà.
La sua posizione contro i rossi lo portò a collaborare con altri autori condividevano la sua visione, tra cui Arthur Koestler, George Orwell, Ignazio Silone e André Gide. Questi intellettuali avevano abbandonato il comunismo a causa delle sue tendenze totalitarie e della repressione della libertà operata in Unione Sovietica. Crossman, da questi contatti, trasse il volume Il Dio che è fallito, una raccolta di saggi di alcuni intellettuali delusi dall’involuzione burocratica e autoritaria del comunismo. Nella prefazione, Crossman sostenne che il marxismo-leninismo rappresentava un pericolo per la libertà e la democrazia, due elementi necessari all’emancipazione delle classi lavoratrici.
La pubblicazione del volume fu un evento di capitale importanza nella cultura politica europea di quel tempo, contribuendo a delineare la posizione della sinistra anticomunista nei confronti della politica sovietica. La sua accesa avversione all’URSS gli causò diverse critiche da parte di alcune correnti della massimaliste, che lo accusavano di essere filoamericano e di aver abbandonato la causa della giustizia sociale. Tuttavia, Crossman, rimase sempre un socialista, seppur riformista e liberale, sostenendo che la difesa della libertà individuale e della democrazia occidentale fosse una causa prioritaria per la sinistra.
Merita di essere approfondito il legame tra Crossman e Silone, basato su una ferma opposizione al pericolo rosso. I due si conobbero a Parigi, negli anni Trenta, dove lavoravano per l’International Association of Writers for the Defense of Culture, un’organizzazione internazionale che si opponeva al fascismo e alla censura. Si trovarono subito in sintonia e iniziarono una collaborazione che durò per lungo tempo. Nel 1945, Crossman pubblicò un saggio intitolato Il socialismo di Ignazio Silone, in cui elogiava il pensiero e l’opera di Silone, considerato uno dei più importanti esponenti della sinistra anticomunista. In seguito, Crossman invitò Silone a collaborare con lui nella redazione del periodico “The New Reasoner”.
Tramite questo, il britannico conobbe anche un altro italiano, Nicola Chiaromonte, col quale sviluppò una forte amicizia, basata sulla condivisione di valori e ideali politici. In particolare, i due intellettuali condividevano la critica al totalitarismo e alla sua violazione della dignità umana. Crossman e Chiaromonte collaborarono anche alla fondazione di un’altra, importantissima, rivista, ovvero “Encounter”, che divenne un punto di riferimento imprescindibile per l’anticomunismo “progressita” e poi conservatore.
Nonostante il loro impegno comune, tuttavia, Crossman e Chiaromonte mantennero anche alcune differenze. In particolare, il secondo divenne sempre più critico nei confronti dell’imperialismo americano, che vedeva come una minaccia all’autonomia dei popoli. Crossman, invece, si mantenne sempre vicino alla linea politica degli Stati Uniti, che considerava come un alleato decisivo nella lotta contro il comunismo.
Tra le tante cose, fu particolarmente interessato alla filosofia politica, in particolare al dialogo di Platone La Repubblica, in cui il filosofo greco esplora il concetto di giustizia e i meccanismi per creare una società equa. Nel 1937 diede alle stampe un saggio, Plato Today, in cui paragona la filosofia politica di Platone alla realtà politica del XX secolo, criticando i sistemi politici che non si preoccupano della giustizia e della virtù. Secondo l’autore, Platone aveva capito che la politica è un’attività morale, che deve essere guidata da valori etici e non solo da considerazioni pragmatiche. Inoltre, Crossman vedeva Platone come un nemico del populismo e dell’individualismo esagerati, prepotenti e chiassose minacce all’equilibrio della società.
Più in generale, Crossman riconosceva il valore della filosofia politica di Platone e ne sottolineava l’importanza per comprendere le sfide della politica moderna. Attraverso il suo interesse per Platone e la filosofia politica, cercava di contribuire alla costruzione di una società più giusta e più equa, in cui la politica fosse guidata dai valori della moralità e della virtù. Un argomento di palpabile sensibilità conservatrice.
In sintesi, l’attività politica e culturale di Richard Crossman, nonostante sia sottaciuta, ha rappresentato un momento significativo nella storia della cultura e della politica europea del XX secolo. La sua posizione anticomunista, la sua difesa della libertà di pensiero e il suo attivismo in favore delle imperfette democrazie meritano di essere riscoperte.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.