FORZA MICHELA (di Matteo Fais)
Per una volta, non si può che essere d’accordo con lei: “Anche a quelli che mi odiano credo di essere stata utile, per autodefinirsi”. Così ha dichiarato nell’intervista concessa a Cazzullo, sul “Corriere”, e ha detto la verità. Un essere umano è soprattutto in ragione di ciò che rifiuta, di quello a cui si oppone. Se veramente si è qualcosa di netto e definito nella propria vita, sono gli altri ad aiutarci a stabilire il perimetro di noi stessi come la linea che ci separa da ciò che loro sono e rappresentano. Onore, dunque, a Michela Murgia per averci fornito il fulgido esempio di ciò che dal profondo del cuore ci ripugna.
Ma, inutile girarci intorno, la faccenda è un’altra: la sua morte. Per stessa ammissione della scrittrice, dovrebbe essere questione di mesi. No, non c’è niente per cui gioire, a meno di non essere dei miserabili e degli infami, piccole iene assetate di sangue. Solo i poveracci sperano di levarsi dalle palle l’incomodo rappresentato dal nemico, per poter condurre a cuor leggero la propria battaglia. Il mondo è pieno di gente che ambisce a vincere la corsa semplicemente sparando nelle gambe agli altri contendenti. Inutile precisare che costoro fanno schifo.
Tutti coloro che hanno veramente criticato l’autrice sarda, leggendola riga per riga, senza perdonargliene una, invece di limitarsi a motteggiarla per la pinguedine, sanno di non poter fare a meno di lei. Ogni suo libro è stata l’occasione migliore per affilare la spada della propria dialettica, per seguirla, passo dopo passo, nei suoi ragionamenti, a caccia dell’intoppo, della falla logica. Farle un culo così è sempre stato l’imperativo categorico.
La Murgia è il progressismo, il suo fondamento intellettuale in Italia. Dal politicamente corretto a senso unico, alla perversa idea di un linguaggio di genere neutro fino all’astrazione più assurda dell’umanità, ogni sua teoria ha fatto scuola e – questo bisogna riconoscerlo – segnato l’immaginario popolare, come quella stronzata senza precedenti che è stata il fascistometro.
Certo, loro non ci ricambierebbero la cortesia e l’hanno dimostrato con Berlusconi, augurandogli la morte. Ma, non c’è niente da fare, un vero uomo d’onore non scende mai ai miseri livelli dell’avversario. Almirante andò ai funerali di Berlinguer, per quanto la cosa non si sarebbe probabilmente verificata a parti invertite. È bene distinguersi dal nemico, in prima istanza, con la propria superiorità morale.
Di fronte a Dio – per chi ci crede – e al popolo tutto, quella donna porta e porterà per l’eternità la responsabilità morale ed etica delle sue affermazioni – e questo no, non glielo potremo mai perdonare, voglia dunque il Signore essere tanto misericordioso. Cionondimeno, lei ha avuto delle idee per cui ha vissuto e, anche adesso, alla fine, rifiuta di rimangiarsele. In uno strano modo, ma non le si può che essere grati.
Vivere vuol dire schierarsi, scegliere un lato della barricata o l’altro, stare, come avrebbe detto Sartre, di fronte alla propria esistenza senza alcuna scusa. Quel poco che “Il Detonatore” rappresenta è il tentativo di cancellare intellettualmente dalla faccia della Terra tutta la massa cancerogena di idee femministe e progressiste che inquinano il nostro tempo.
Proprio per questo, un avversario ci vuole e la Murgia è quanto di meglio potessimo aspettarci dal maligno blocco rosso. Per questo, non possiamo che augurarle il miracolo. Se non c’è più speranza, come lei dice, noi continuiamo comunque ad auspicare la sua guarigione oltre ogni possibilità scientifica e una vita lunga cent’anni. Il nostro sogno non è di banchettare su un cadavere in decomposizione, ma combatterla da qui all’eternità. Forza Michela, pedde mala non be nde morit!
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.