IL CONSUMATORE E IL MERCATO – UNA GRANDE LEZIONE DI BOICOTTAGGIO DALL’AMERICA (di Matteo Fais)
Dal fantastico continente a stelle e a strisce non vengono solo stragi incel nelle scuole o notizie di bambini che praticano il cambio di sesso – almeno per chi non è un fanatico antiamericano e voglia vedere la realtà in tutta la sua complessità.
Da quella terra al di là dell’oceano, giunge anche una grande lezione all’Europa contaminata dal pensiero marxista, che pensa il popolo sempre vittima di strutture più grandi di lui, le quali lo sovrasterebbero e indirizzerebbero secondo una volontà superiore.
Da prima, è stato il turno della Bud Light, la birra che, per strizzare l’occhio al wokism (il progressismo americano), si è tentata la carta di usare un famoso trans, Dylan Mulvaney, come volto della propria campagna pubblicitaria. L’effetto, però, nella terra dei cowboy, è stato devastante. 17 percento del calo per il marchio e tutti gli artisti filo repubblicani, dal cantante country Travis Tritt all’ancora più sfacciato Kid Rock, a rifiutare la partnership per i loro concerti – succede, nei Paesi in cui la Sinistra non può gestire, tramite la sua mafia, il settore culturale.
Ancora evidentemente non abbastanza convinti dagli sberloni presi dal produttore di bollicine alcoliche, ci hanno provato anche quelli dei cosmetici, precisamente la Maybelline, legata a L’Oreal, e hanno fatto reclamizzare i propri trucchi dalla donnina con pistolino.
I risultati sono stati ancora peggiori. La risposta delle masse è stata “Get woke, go broke”, letteralmente “Vuoi fare il woke, allora vai in fallimento”. Gli inviti al boicottaggio, da parte dei fruitori, sono fioccati tonanti e liberatori come fucilate, in un Paese dove, grazie al cielo, il senso della difesa personale è forte e i consumatori non sono pappe molli come quei cazzoni degli Italiani.
Sapete qual è la morale della favola? Beh, molto semplice: tu, compratore, puoi costituire la differenza. Uniti, tutti insieme contro il moloch progressista, possiamo fare un culo così alla Sinistra, rispondere alla sua martellante propaganda con il nostro democratico rifiuto di acquistare la loro merda arcobaleno.
Come sempre l’America, fortino del Male Assoluto rappresentato dai woke, è anche il centro da cui parte la controffensiva, la risposta delle masse oppresse dal politicamente corretto, la cancel culture, e la rivoluzione culturale maoista 2.0 della comunità LGBTQ+.
Con buona pace di tutti coloro che vogliono solo tirare merda contro, l’America insegna per l’ennesima volta a noi Europei contaminati dal marxismo che l’individuo esiste ed è la spina nel fianco di ogni società dalla tendenza totalitaria. E, per quanto un mercato possa cercare di indirizzare i nostri gusti, noi siamo liberi di ridimensionare i suoi intenti e tenerlo a bada.
Un altro mondo è possibile, insomma, ma solo lì dove vige la democrazia e la possibilità per le masse di dire no, di pensare autonomamente, di opporsi al Governo, di boicottare i prodotti che non incontrano il loro gusto. Realisticamente, questo posto, oggigiorno, sta più di là verso l’Atlantico che nel Mediterraneo.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.