BASTA CON I FOOD INFLUENCER SCROCCONI, MANDATELI AL DIAVOLO – IL CASO DI MORGAN RAUM (di Clara Carluccio)
C’è una prima volta per tutto e per tutti, influencer compresi. Morgan Raum, ennesima celebrità del nulla – e dal nulla apparsa -, non si capacita di come, anche lei, abbia racimolato antipatie a causa del suo mestiere, quello di influenzatrice del cibo – dirlo in italiano, fa emergere a pieno la stupida vacuità del ruolo.
La professionista si trovava in un ristorante e, mentre fotografava a raffica le portate, il vicino di tavolo ha inveito contro di lei, facendole presente di non voler essere disturbato dai suoi flash e di essere tenuto, a differenza sua, a pagare la consumazione. È noto, infatti, che i food influencer mangino a sbafo nei ristoranti sfruttando la loro celebrità, spesso presunta e incomprensibile, in cambio del loro fare pubblicità al locale. Immaginatevi, poi, la tipica pantomima da selfie che, si sa, non si distingue per la discrezione, inserita in un contesto dove calma e tranquillità sono di regola.
Il più delle volte, questi personaggi non sono nemmeno grandi estimatori della materia. Concludono la performance con un commento del tipo “bello e buono” e vengono sommersi dai like.
“Sono scioccata”, ha dichiarato la ragazza, “non mi era mai successo”. Essì, troppo grande il trauma nel ritrovarsi faccia a faccia con la vita vera. Tra persone che, per guadagnarsi uno spazio nel mondo o una minima entrata economica, devono faticare.
Tuttavia, non è difficile credere che la giovane sia sinceramente stupita di quanto successo. La caduta, per questi ragazzi, non può che essere rovinosa, più di quanto non lo sia per chiunque altro. Con la compiacenza degli adulti, i cosiddetti Duemila vengono lasciati nella loro comfort zone, tanto citata quando si tratta di questioni di interesse progressista, tralasciando tutto il resto.
Ciò che è emerso da questo singolo episodio è l’insofferenza covata nel silenzio, in questi anni, del boom degli influencer. Niente, forse, come la Generazione Z mette in soggezione i più vecchi. Qualunque cosa gli si dica, questi pensano di poter mettere a tacere chiunque con le solite demenziali etichette di fascista, razzista, omofobo e boomer. Per paura di non essere compresi, di apparire antichi o ignoranti su qualche argomento, si sono autocensurati in nome di un’improbabile amicizia tra decadi generazionali. Tranquilli, siete più in là negli anni e meno preparati su certe cose, è normale e inevitabile. Cercate, quantomeno, di non essere anche dei sottomessi. Comportatevi da maturi, non da bambini.
Gli avete insegnato che tutto quello che “viene dal cuore” è sempre giusto, che il diverso ha sempre e solo buone intenzioni, che una donna è sempre innocente – anche quando uccide il compagno per legittima difesa con quaranta coltellate. Gli avete fatto credere che un boomer non ha mai ragione perché è solo un invidioso retrogrado.
Ne avete esaltato tutte le gesta in nome del vecchio detto “largo ai giovani”, neanche foste già con un piede nella fossa. Non lo avevate allora e non lo avete nemmeno ora. Smettete di assecondare ogni follia Z, ogni delirio progressista contro ogni logica ed evidenza. La loro non è sensibilità, bensì, maniacalitá e, già adesso, si mettono a fare la guerra a telefilm di trent’anni fa perché risultano offensivi per i loro valori: gli Aristogatti sono razzisti, Peter Pan omofobo e il principe Eric della Sirenetta deve chiedere il consenso al bacio altrimenti è stupro.
Lo capite, vero, che questa è una generazione disturbata? Continuate a tacere di fronte alle loro manie e un giorno sarete voi ad abbandonare il tavolo del ristorante sotto shock.
“Influencer nel mirino” titolano gli articoli ma, prima che la cosa degeneri, bisogna tornare alla base del problema. Il problema, meglio ribadirlo per l’ennesima volta, non è l’influencer ma il follower, il seguace che permette alla presunta star di vivere facendo quattro foto a ravioli, trucchi, vestiti, o peggio, ai libri che non ha nemmeno letto.
Morgan Raum ha reagito, tutto sommato, con passività, limitandosi a rendere noto l’episodio. Altre montate di testa di cui abbiamo già parlato avrebbero fatto ben altro. Quando si crede di contare qualcosa, pur non valendo niente, l’impatto con la verità, quando avviene, è apocalittico per tutti. Prendete esempio da Daniele Usai, chef stellato di Fiumicino, che, ai food blogger i quali speravano di raggranellare un pasto gratuito in cambio di pubblicità sui loro profili social, ha risposto picche: “sia chiaro, pagherete il conto come tutti i nostri ospiti!”. Eroe!
Clara Carluccio
L’AUTRICE
Clara Carluccio nasce a Milano, nel 1985, e risiede attualmente in provincia di Brescia. Per errore di gioventù studia alla scuola agraria del quartiere Comasina di Milano, incidentalmente ubicata in prossimità dell’istituto Paolo Pini, il manicomio in cui venne rinchiusa la poetessa Alda Merini. Dopodiché, decide di perfezionare la sua conoscenza del mondo tra lavori precari e umilianti della peggior specie. Si trova così a svolgere mansioni quali: Oss in una RSA, segretaria, barista, guardarobiera in discoteca non guardata da nessuno, cameriera ai piani, cuoca incapace in un centro disabili, domestica – non dite colf – in nero e banconiera al supermarket declassata poi al semplice ruolo di scaffalista inutile al mondo e a se stessa – il tutto con un contratto da stagista. Suo malgrado, colleziona infruttuosi corsi di cucito, danza quale tribal fusion e contemporanea, naturopatia. È appassionata di lingue straniere, in particolare inglese e portoghese. È approdata a “Il Detonatore” dopo vari messaggi di stalking rivolti all’indirizzo di Matteo Fais. La trovate su Facebook e Instagram, ma non riesce a postare i suoi link.
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