A SCUOLA, È PROIBITO PREGARE, MA NON FARE PROPAGANDA COMUNISTA E PROGRESSISTA (di Matteo Fais)
Lo Stato è laico – giusto! –, ma lo è senza alcuna pietà, con la rigidità di uno Nazione in cui vige il comunismo – del resto, gli ex italo-sovietici sono quelli che hanno il potere effettivo, anche se, in teoria, la narrazione ufficiale vuole che abbia vinto il Nuovo Nerissimo Fascismo.
Con un provvedimento degno della più bigia e spietata burocrazia sotto i regni di Kim Jong-un e Xi Jinping – oltre che di un redivivo Comandante Fidel –, Marisa Francescangeli, insegnante alla Primaria di San Vero Milis (Oristano), si è vista notificare una sospensione di venti giorni, con relativa riduzione dello stipendio, decisa dal Preside e dall’Ufficio Scolastico Provinciale. La sua colpa? Aver fatto recitare ai bambini il Padre Nostro e l’Ave Maria, nel periodo natalizio, in una classe del suo stesso istituto dove si era trovata a fare una supplenza. A quanto pare, due mamme non hanno gradito e si sono recate – in processione? – a protestare con chi di dovere.
Intendiamoci, la Signora ha sbagliato. La scuola non è il luogo in cui fare professione di fede. In teoria, non sarebbe neanche quello in cui è consentito fare propaganda politica, eppure i professori se ne fottono ampiamente e cantano l’osanna all’arcobaleno lgbttino, mentre chiedono agli allievi di rinunciare a Satana, dunque di augurare la morte a Berlusconi, Salvini e Meloni. La fede comunista e progressista può essere elogiata e divulgata presso tutti gli istituti del Regno.
Non c’è niente di cui stupirsi. È dalla fine della guerra che l’obbligatorio saluto al Duce è stato sostituito dal comizio improvvisato di una pletora di dipendenti statali sostenitori prima del PCI, poi delle variopinte tesi petalose del progressismo. Anche allora, sempre in teoria, non era permesso, eppure nessun docente si è mai preoccupato di tenere la bocca chiusa. E guai a contestarlo. Gli studenti di Destra hanno sempre dovuto restare in silenzio.
Durante il periodo berlusconiano, chi ha frequentato scuole e università ricorderà bene quanto forte e senza remore fosse il martellamento. Contro il Cavaliere, il dileggio era costante e la minaccia palese, per i ragazzi che avessero anche solo esternato una qualche simpatia nei suoi confronti. Vivere nascosti era divenuta, nella cosiddetta società civile, l’unica pratica di sopravvivenza. Asserire certe cose in pubblico voleva dire trasformarsi in un dead man walking.
Direte voi: ma è normale tutto questo? No. È, semmai, la conseguenza della nostra mancata reazione a questa violenza perpetuata con il tacito appoggio dell’istituzione scolastica in mano al cancro rosso. Anche adesso, nel caso della povera Maestra Francescangeli, la solidarietà è tutta virtuale e si limita a qualche post salviniano. Non abbastanza, questo è poco ma sicuro, per una società ancora formalmente democratica, malgrado le sue sinistre metastasi. Se il popolo della Destra fosse qualcosa di più di una fantasmagorica presenza che si palesa solo in occasione del voto nazionale, ogni quinquennio, una simile ingiustizia non sarebbe passata inosservata, scatenando reazioni ferme e nette, e sarebbe stata al massimo convertita in un ammonimento da parte del Preside.
Invece, no. La Sinistra, in ultimo, vincerà grazie al nostro lassismo e alla poca voglia di partecipare, di difendere il proprio debole credo dal diabolico piano di intimidazione, perpetrato su base solo superficialmente legale, portato avanti in modo implacabile da quel potere sotterraneo che, se non sventola più la bandiera rossa, è nei metodi ancora terribilmente affine a quello del compagno Mao: “colpirne uno, per educarne cento”.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.