I BORSEGGIATORI E LA SINISTRA – QUANDO SI VUOLE RIDURRE TUTTO A UN PROBLEMA DI LINGUAGGIO (di Matteo Fais)
La Sinistra è fantastica: per lei non esistono fatti, solo problemi linguistici. Se lo stipendio della cassiera è basso, ti dà la schwa. Se ti identifichi con un’astronave, non ci sono psichiatri al Centro di Igiene Mentale, ma puoi cambiare il tuo nome, sulla Carta D’Identità, in Apollo 13. E se il metrò, a Roma, è infestato dai borseggiatori zingari, la cosa importante è non specificare l’etnia per non turbare le anime belle. E non riprenderli, dannazione, è “mancanza di civiltà”.
Quella parte politica e tutta la sua intellighenzia (mancata) – che la metropolitana non la prende mai – è insorta perché un cattivo dell’ATAC (Agenzia del trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma) ha annunciato, l’altro giorno, al microfono, di stare attenti agli zingari, i quali, è noto, sono sgraffignatori professionisti – poche balle, è così.
Ne è nato un casino. Francesca Mannocchi, giornalista, ha scritto su Twitter: “Metro A, Roma, ora: dagli altoparlanti dei vagoni, la voce dice ‘Attenti agli zingari, attenti agli zingari’. Poi torna ad annunciare le fermate, “prossima fermata Barberini, uscita lato destro”. Chiedo al sindaco @gualtierieurope se è ammissibile. Monica Romano, consigliera comunale a Milano, ha rincarato la dose dicendo: “Quest’abitudine di filmare persone sorprese a rubare sui mezzi ATM di Milano e di diffondere i video su pagine Instagram con centinaia di migliaia di followers è violenza, ed è molto preoccupante. Punto. La smettano, sia quelli che realizzano i video, sia chi gestisce i canali Instagram the li rendono virali – di spacciare la loro violenza per senso civico, perché non è senso civico. Le cittadine e i cittadini che sanno davvero che cos’e il senso civico alzino la voce e invitino a spegnere le fotocamere, perché non è così – trasformando le persone in bersagli – che si ottiene giustizia. Di violenza e di squadrismo ne abbiamo già avuti abbastanza davanti a un liceo di Firenze e nelle acque di Cutro. Milanesi, ribelliamoci a questa pessima pratica”. Non parliamo degli altri intellettuali che hanno gridato allo scandalo, al trattamento riservato ai nuovi italiani – sono tanti, ma sempre i soliti.
Un delirio, insomma. La colpa non è dei ladri, ma di chi li addita. La Sinistra è folle e senza speranza, capace di tutto pur di spingere l’Italia sull’orlo del baratro. Trasforma le vittime in carnefici, oramai priva di qualsiasi vergogna. Palesemente, negando l’innegabile, vuole non sopire ma inasprire le tendenze peggiori.
Ma, del resto, trova terreno fertile in una Nazione che annega nel senso di colpa imposto dalla stessa. Se vivessimo in un Paese civile, saremmo insorti in nome della verità e dell’onestà intellettuale. Subiamo, invece, o ci limitiamo alla lamentela Facebook – che poi è la stessa cosa -, perché non sappiamo dare prova di democrazia accendendo le strade e le piazze con la nostra rabbia.
Siamo supini e privi d’onore. Ci meritiamo il trattamento che questi quattro cialtroni ci riservano, la loro supercazzola spacciata per lezione di etica. E anche stancante scriverne, vista la scarsa voglia della gente di unirsi e reagire. Dovremmo bloccare il Paese, andare a cercare i responsabili – non gli zingari, ma chi li giustifica – e, invece, ci limitiamo a manifestare impotenza. Meritiamo di soccombere.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.
Succede qualcosa di simile anche qui a Milano, dove la consigliera Monica Romano dice che è violenza pubblicare le immagini dei borseggiamenti, ormai, sempre più frequenti in ogni quartiere