QUELLI CHE SI SENTONO SUPERIORI A COSTANZO SENZA ESSERLO (di Matteo Fais)
Da quando circola la paranoia di essere tutti manipolati come in un gigantesco 1984, ogni imbecille si sente in diritto di gridare al raggiro di Stato, alla televisione manipolativa che muove le fila della coscienza degli italiani.
Naturalmente, sono tutti vittime di questo silente incantesimo salvo il coglionazzo summenzionato. Solo lui, forte del suo Istituto Tecnico, con diploma da elettricista, non è cascato nella trappola a cui hanno abboccato milioni di fresconi privi di coscienza critica.
La morte di Costanzo, nonno della tv generalista, è un invito a nozze per un simile personaggio. Finalmente, ha la possibilità di smascherare il grande inganno. Lui l’ha sempre saputo, le onde televisive sono una droga che spegne la nostra spinta rivoluzionaria – ma quale? – e, se non ci fosse stato il Costanzo Show, saremmo già scesi in piazza a fare la rivoluzione – non si sa bene per cosa, ma “rivoluzione”, come “amore”, è parola sommamente romantica che incendia la fantasia, anche di chi sta tutto il giorno seduto in poltrona e non ha neppure protestato per il green pass.
Ma se volete testare il valore del critico in questione, basta domandargli quanti libri abbia letto nell’ultimo anno e in vita sua. Solitamente, siamo a zero. Lui ama tuonare contro il mondo e scoprire improvvisamente l’acqua calda. Le stronzate che ripete con il tono da illuminato sono vecchie come il ’900, la versione ignorante delle cazzate squadernate a suo tempo dalla famosa Scuola di Francoforte e lui è un Marcuse senza sostanza, incapace di articolare un One Dimensional Man.
Tra parentesi, esattamente come i filosofi esaltati di quel filone, la sua idea è unicamente di sostituire una propaganda con quella ancora peggiore che ha in testa lui – insomma, dai discorsi woke di Biden alla posizione falsamente reazionaria dell’ex dirigente KGB.
Leggetelo bene, quell’uomo apparentemente contro non vuole più libertà e cultura per tutti, sogna unicamente un Costanzo che blateri le sue idee da invasato in seconda serata. Invero, lui sa benissimo che, molto semplicemente, nessuno condivide le tesi che avanza, se non una ristretta minoranza, anche perché sono ben poca cosa – di solito si tratta di un generico attacco all’America che non distingue neppure tra USA di Trump e quelli vicini al politically correct.
La verità è che, oggi come oggi, solo un idiota può seriamente farsi condizionare da Costanzo. Anche il più sperduto paesello ha una biblioteca che può scuotere alle fondamenta qualsiasi coscienza. Siamo talmente liberi di capire ciò che ci succede intorno da palesare finalmente che non ce ne frega niente o, peggio ancora, che quasi nessuno è animato da queste pulsioni palingenetiche nei confronti dell’umanità.
La demonizzazione di Costanzo è solo un modo per pulirsi la coscienza, per non riportare ognuno alle proprie responsabilità. E, purtroppo, funziona sempre.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.