COSTANZO SIETE VOI, GLI ITALIANI (di Matteo Fais)
Quante stronzate che si sono sentite sul suo conto! Il complottismo becero ha avuto la sua stura con la morte di Maurizio Costanzo. Al di là dei riconoscimenti, come aver scritto la famosa canzone Se telefonando, resa nota da Mina, sembra che il conduttore abbia portato il demonio nelle case degli Italiani – come disse un famoso prete, commentando la diffusione dello strumento catodico presso la gente.
Quanta idiozia! Costanzo e tutta la tv generalista hanno dato al pubblico esattamente ciò di cui aveva bisogno. Non è colpa sua se questo ha preferito il becero postmodernismo, che mescolava l’opinione del camionista a quella di Alda Merini, alle magnifiche e incredibilmente illuminanti lezioni che il vero teorico del postmoderno nostrano, Gianni Vattimo, padre del Pensiero Debole, tenne in RAI, spiegando la storia della filosofia.
L’uomo televisivo, anzi, faceva anche troppo per veicolare tutta la cultura assimilabile dall’uomo della strada. In ciò era esattamente simile al suo prodotto, Vittorio Sgarbi: se le persone vogliono le sue urla, in luogo delle approfondite analisi di opere figurative a loro sconosciute, inevitabilmente, lui si è adeguerà. Alla fine, il mondo sociale intorno a noi non manipola l’Italia, ma la rispecchia – tutti conoscono il “CAPRA, CAPRA”, ma quasi nessuno ha imparato qualcosa sui quadri che illustra settimanalmente su “Il Giornale”.
Costanzo era l’emblema del Paese che abbiamo costruito: tutti vogliono dire la loro, anche quando non hanno concretamente niente da proferire. Che fosse più famoso di Maurizio Ferraris non è colpa sua, ma di chi maneggia il telecomando. Similmente, non è affar suo se la gente adesso ha idea solo di una poetessa, la Merini, mezza matta o matta e mezzo, invece di leggere Testamento, la sua superlativa raccolta curata da Giovanni Raboni – ma chi se lo ricorda, oggi, il poeta di Milano e chi ha letto un libro di poesia? Il passo oltre non lo doveva fare lui, ma il popolo. Peccato gli manchi la famosa curiositas dei Latini.
Ridicolo, a ogni modo, che qualcuno voglia vedere in lui il mezzo di un esperimento sociale atto a inebetire le masse. Queste ultime le abbiamo mandate a scuola, con incredibile dispendio di soldi pubblici e per molto più tempo di quanto siano state sottoposte all’influsso di Costanzo. Eppure, non siamo circondati da lettori di Manzoni e Dante. Chiedetevi perché.
Costanzo è il Malaussène – come il personaggio di Daniel Pennac – degli Italiani, il capro espiatorio di chi non vuole responsabilizzarsi e ammettere di non essere interessato alla vera cultura, ma di sperare di farsi un’idea forte ascoltandoli tutti, maestri e ignoranti.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.