AMARE (di Matteo Fais)
“Amore, amore, come sempre/ vorrei coprirti di fiori e d’insulti” (Vincenzo Cardarelli, Poesie)
“So never mind the darkness, we still can find a way” (Guns ‘n’ Roses, November Rain)
“E hai ottenuto quello che/ volevi da questa vita, nonostante tutto?/ Sì./ E cos’è che volevi?/ Potermi dire amato, sentirmi/ amato sulla terra”. (Raymond Carver, Ultimo frammento)
“Perché chi è amato è così sciocco e greve?”, si chiede nel verso iniziale di una delle sue più belle liriche la poetessa Patrizia Valduga. La risposta è semplice: non importa il perché. L’amore è una forza irrazionale, un salto nel vuoto che non pretende la salvezza ma giustifica il sacrificio. L’amore non è un calcolo matematico – quello porta solo alla fruttuosa unione di due patrimoni famigliari.
Se si ama, lo si fa senza pretendere di essere ricambiati. L’amore, peraltro, è sempre un irrealizzabile, in questa vita. Semplicemente, delle volte, l’oggetto d’amore è davanti a noi, e tutto il mondo ci si rivela in un istante. Tutto il dolore assume un senso nella logica imperscrutabile di quella visione. La vita è lì, a un passo, e qualsiasi movimento falso potrebbe turbare un equilibro astrale e superiore.
L’amore si guarda con le lacrime agli occhi. Nel segreto della solitudine dell’individualità, il soggetto sente di uscire da sé per realizzarsi fuori da quella angusta prigione che si ritorce su sé stessa.
Amare è l’esperienza più bella. Chi non ha mai amato non ha vissuto, è esistito inutilmente. Non importa che si sia stati corrisposti. A chi ama basta scoprire che c’è qualcosa fuori di sé, una forza che lo spinge oltre la miseria della volontà individuale.
Si ama per folgorazione. Il personaggio di Harry a pezzi, di Woody Allen, dice a una delle sue amanti, da cui è stato abbandonato e che il giorno successivo si sposerà con un suo amico, di come, dopo averla pregata in ogni modo di non sviluppare dei sentimenti nei suoi confronti, un giorno, guardandola cambiare canale, abbia realizzato di amarla.
No, l’amore non si cerca. Arriva. È una chiamata a cui non esiste la possibilità di sottrarsi. Perciò non ci si può adirare con la persona che ci sta a fianco se, a un certo punto, decide di andarsene in nome di un nuovo affetto.
L’amore è ingiusto – si riceve e si dà senza che ci sia motivo. Bisogna abbandonare la razionalità quando lo si approccia. Troppa gente – stolta! – pensa di meritarlo. Non si può fare nulla per averlo, solo sperare, essere nel posto giusto al momento giusto. Gli sguardi si incroceranno da soli, la sorte farà il suo corso, le dita sapranno intrecciarsi come non è mai successo anche alla mano più goffa e inesperta.
Qualunque uomo sa di dover amare, anche chi si rassegna alla vita. Persino nel più osceno dei lupanari, c’è un essere umano che ha visto una luce, lontana e fioca come quella di Dio. La vita non basta, ne pretende altra. La mano che stringe la nostra è il più grande miracolo: due persone hanno vinto la solitudine, hanno superato la condanna di essere nate sole.
L’amore fa vedere ciò che è in modo diverso, si propaga su tutto ciò che esiste. Quando si ama, ogni cosa è pervasa d’amore, anche l’orrore ultimo: “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” scrive Pavese. Ogni cosa! (“Ora ha una voce e un sangue/ ogni cosa che vive./ Ora la terra e il cielo/ sono un brivido forte,/ la speranza li torce,/ li sconvolge il mattino,/ li sommerge il tuo passo,/ il tuo fiato d’aurora./ Sangue di primavera,/ tutta la terra trema/ di un antico tremore”).
E nell’ultimo istante, l’unica cosa che conterà sarà quella, averci provato con tutto il cuore. I pomeriggi di dolore, le notti insonni, saranno il ricordo più bello. L’esistenza e la sua atrocità si giustificano in quel singolo palpito in cui l’anima, contratta nella morsa che la tiene unita, cede e dice a sé stessa “Io amo”.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.