Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’ULTIMO PIETOSO MANIFESTO PROGRESSISTA (di Clara Carluccio)

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La definizione inglese di “progressista” potrebbe avvicinarsi a cheeky (“sfacciato”). Ma non renderebbe l’idea. Si sa, loro sono globali, amano “l’estero” e l’inglese ma, la saggezza popolare, trasposta da un idioma all’altro, perde carisma. Ecco, quindi, una versione folkloristica, ma più esplicativa, del soggetto in esame: “Having the face like an ass”, ovvero, avere la faccia come il culo

Il fronte sinistro si è tremendamente impanicato, in seguito all’ultimo penoso risultato elettorale, e sta correndo ai ripari con una didattica aggiornata sul perfetto leftism (“progressismo”).

A tale scopo, è appena stato pubblicato un testo, little test: Sinistra! – Un manifesto, di Aldo Schiavone (Einaudi), in cui viene esaltato tutto l’eroismo dei nipotini di Gramsci contro il loro polo opposto, quell’inutile e putrescente fantoccio chiamato “Destra”. C’è qualcosa di ottuso, quasi paranoide – tipico di tutti i progressisti – nel modo in cui se ne parla in questo libro. Quasi fosse una cosa seria.

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Aldo Schiavone, Sinistra – Un manifesto, Einaudi.

La Destra, frammentata e ostile al suo interno, con i suoi teatrini di bullismo e dispettucci, è proprio quella che favorisce l’attecchimento ideologico sinistro, per mancanza di alternative. Rimasta ancorata a scrittori di un secolo fa, non si disturba a cercare e valorizzare nuove generazioni di intellettuali, lasciandoci soli di fronte ai nuovi pensatori di Sinistra quali Aurora Ramazzotti e il suo brufolax pride – la parata degli inestetismi cutanei – o ai penosi versi di Giorgia Soleri, spacciati per poesie. 

Eppure, c’è da affrontare una vera battaglia per l’egemonia culturale scrive Schiavone, come se non ce ne fosse abbastanza ovunque. Gender, immigrazionismo e femminismo sui testi scolastici, nei romanzi, nelle serie TV e, recentemente, anche al trapassato festival della canzone italiana, Sanremo – ribattezzato “Festival dell’Unità”. “Ci vuole più egemonia” is the new “ci vuole più Europa”.

Per loro l’Italia è stretta e hanno bisogno di spaziare, pensano a un “campo d’azione globale“. Il buon senso è visto come una prigione cognitiva che tiene in ostaggio qualunque semi simpatizzante della Destra: “intrappolato nelle sue gerarchie […] prima la Nazione, prima gli italiani, prima i bianchi, prima i maschi, prima i cristiani, prima le famiglie regolari”. Sì, prima i banchi a rotelle! 

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Per loro, chiunque dovrebbe approvare senza vedere, sentire, né discutere qualsiasi loro dettame. Pena, essere tacciati di fascismo. Emblematico il caso Cristina D’Avena, inondata di sterco sinistro per aver cantato a un comizio di Giorgia Meloni. Questi disagiati mentali, intossicati di progressismo, farebbero bene a murarsi in qualche rehab.

I progressisti sono tanto buoni e altruisti la santità fatta partito. Loro parlano “senza emettere condanne che sanno di moralismo”, a patto che non si parli di loro stessi, di uno straniero qualsiasi o di un trans. Loro sono per “l’eguaglianza” (termine che l’autore riprende 38 volte), salvo poi gioire dell’esclusione di una esigua minoranza di Italiani non vaccinati a cui è stato tolto il diritto di studio, di lavoro, di socialità e di spostamento: “Pezzi di società che credono di essere costretti a rinunciare a ogni legame solidale, tesi unicamente a preservare gli spazi che rendono possibili i loro piccoli egoismi. Una posizione, quest’ultima, mistificata spesso come tutela della libertà (l’abbiamo visto al tempo del Covid), mentre, soprattutto nei casi piú estremi, si tratta solo di dare spazio a quel fondo di ribellismo ultraindividualista presente in tutte le nuove destre, dalla Spagna agli Stati Uniti”. Pezzi di società? Ci mancava poco che li definisse rottami. A proposito, ma non dovevano morire tutti?

Last but not least, in questo pietoso manifesto ci viene esplicitato chiaro e tondo tutto quello su cui, i celebri scrittori distopici del passato (Karin Boye, George Orwell, Aldous Huxley), hanno cercato di avvertirci: l’avvento di un Governo Mondiale a cui assoggettarsi: “Siamo di fronte allo stato nascente di una nuova civiltà: la prima civiltà globale della storia; l’epoca dell’unificazione planetaria dei destini della specie […] cedere ulteriore potere da parte dei singoli Stati è l’unica via per farne acquistare una quota piú ampia ai propri cittadini, riuniti dall’esercizio comune di una nuova sovranità, europea, democratica, solidale e condivisa”. Ve lo stanno dicendo. Mi raccomando, gridate al complotto anche questa volta!

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La tecnologia, e successiva digitalizzazione delle nostre esistenze – con maggior controllo -, giocherà un ruolo fondamentale in questo processo e, la soppressione dei nostri diritti, sarà di gran lunga più violenta dei miserevoli vantaggi. Schiavone, per esempio, la butta sull’incremento di potenza e su una naturale resistenza motivata da una sorta di primitivismo delle nostre coscienze: “La tecnica è potenza […] È il timore dell’onnipotenza, ben riflesso nel racconto biblico del peccato originale: del presunto carattere anti-umano del troppo sapere, se spinto fino al punto da spezzare la barriera della finitezza”. 

Onnipotenza? Eppure abbiamo visto che, senza il green pass, non si poteva neanche vivere. I progressisti si atteggiano a vittime, ma sono solo dei folli invasati della loro ideologia. Having the face like an ass.

Clara Carluccio

2 commenti su “L’ULTIMO PIETOSO MANIFESTO PROGRESSISTA (di Clara Carluccio)

  1. Quando ero molto giovane ho frequentato ambienti di estrema sinistra fatta di gente che menava come naziskin, per mia fortuna è durato poco perché avevo altri interessi però immagino che molti di loro adesso fanno parte di questa crema descritta nel post per cui non sono sorpreso. A me pare tutto una pantomima, destra e sinistra.

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