MA VOI COSA AVETE DA CONTRAPPORRE ALLA PROPAGANDA DI SANREMO? (di Matteo Fais)
Criticare è attività massimamente importante, fondamentale e democratica. Lì dove non ci sono voci critiche, non c’è libertà. Il problema è quando la critica diviene sport e passatempo, occupazione fine a sé stessa, intrattenimento sadico. Tra l’altro, in questo mondo, in cui la perfezione non sarà mai di casa, ci sarà sempre da ridire, su qualsiasi cosa.
Soprattutto, la critica è il momento propedeutico all’avanzamento di proposte positive. Senza la pars construens, la pars destruens è flatus vocis, cioè mera “emissione di voce”, o meglio aria fritta.
Venendo al dunque, cioè a Sanremo, cosa hanno da proporre i critici della Ferragni e di tutto l’apparato del festival progressista, in contrapposizione a loro? All’orizzonte, non si vede niente, a voler essere totalmente onesti. O meglio, niente che interessi neppure i criticoni antisistema.
Il monologo della bionda fa schifo, esattamente come quello della nera, proprio come i libri di Fabio Volo, o i dischi dei Maneskin. Siamo tutti d’accordo. Cosa dare, dunque, alla gente? Ma, più di tutto, questa sarebbe interessata a qualcosa di alternativo?
Si fa fatica a credere che, se uno fosse realmente insoddisfatto da ciò che propongono i media mainstream, non trovi, oggi come oggi, alternative per intrattenersi. Persino sul nostro sito, stranamente, se segnaliamo uno sconosciuto autore statunitense, o italiano, da leggere, in luogo di ciò che si trova sui banchi del supermarket, il numero di visite è nettamente inferiore rispetto a quando parliamo male dell’ultimo testo della Lucarelli, o di una qualsiasi sciocchina influencer. Insomma, siamo sicuri che coloro che sono contro abbiano reale interesse a una progetto alternativo a quello dominante, o più diffuso?
Tra parentesi, ma sul serio credete che tutta questa presunta propaganda possa agire sulla mente umana? Davvero, vedere uomini truccati o oscenamente mascherati come grottesche figure femminili dovrebbe indurre in qualcuno una tendenza omosessuale? O forse, ritenete che sentire una che parla contro la maternità possa reprimere l’istinto atavico a figliare in coloro che, invece, ne sentono realmente il bisogno? Avanti, è ridicolo!
Persino l’Alex di Arancia Meccanica, quando sottoposto al fantomatico trattamento Ludovico, non viene mutato nella sua natura, solo nelle sue reazioni nervose. Se, in precedenza, morte, violenza, stupro e altre oscenità lo eccitavano, da quel momento, la sua risposta a livello fisico è quella della nausea, ma egli continua a nutrire dentro di sé le peggiori tendenze perverse possibili.
Al netto di tutto ciò, resta il fatto che, francamente, si fatica a comprendere cosa vorrebbero gli antagonisti da contrapporre a ciò che gli viene proposto? Donne che elogiano la maternità, con 10 figli al seguito, e virilissimi uomini in canottiera, con i muscoli pronti a esplodere? Insomma, la stessa merda, solo di segno opposto. Un lavaggio del cervello da contrapporre a un altro?
Inutile raccontarsi cazzate, il mondo è quello che è e la Ferragni non dispiace alla maggior parte delle persone, proprio come Fabio Volo e i Maneskin. Se volessero realmente altro, saprebbero bene dove cercarlo, o comunque si industrierebbero per farlo. Peraltro, davvero, credete che chi critica la Ferragni, il giorno della sua esibizione, fosse seduta sul divano a leggere Hemingway? Ma per favore!
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.
Già toglierceli dai piedi sarebbe un passo in avanti
Tu sei quello che ha capito alla grandissima il contenuto dell‘articolo!
Come sempre sei una lama affilatissima, tutto vero. Nel mio piccolo cerco di leggere e capire quello che leggo. Partiamo dai filosofi dell’antica Grecia, scuola insostituibile. Ascolto giornalisti affini e meno, e per mia fortuna ascolto anche radio libertà che aiuta moltissimo. Grazie anche ai tuoi interventi.
Un grumo di ormai desueto buonsenso…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Ciao Matteo. C‘è un refuso al quarto paragrafo „una progetto alternativo“.
Saluti