IL “CORRIERE” È UN GENERATORE AUTOMATICO DI FAVOLE, PER NON DIRE DI CAZ… (di Matteo Fais)
La storia di Bruce Wayne, imprenditore multimilionario di Gotham City, metropoli immaginaria, che si trasforma nel supereroe Batman, ogni sera, per salvare la sua città dalla criminalità organizzata, è più realistica delle favolette spiattellate dal “Corriere della Sera”, il migliore organo di propaganda di tutti i regimi succedutisi in Italia.
Ieri, 18 Gennaio 2023, compare questo cortometraggio narrativo che racconta di tale Giuseppina Giuliano – già il nome sa di umiliazione alacremente accettata –, operatrice scolastica partenopea presso l’istituto “artistico Boccioni di piazzale Arduino” in Milano – quando confezionate per bene una bugia, ricordatevi sempre di utilizzare particolari di millimetrica precisione.
Costei viaggerebbe ogni giorno da Napoli a Milano e ritorno, per lavoro. Sveglia alle 3.30 della mattina, partenza in stazione alle 5:09, inizio servizio alle 10:30, fine turno alle 17 e, poi, giù di nuovo verso il capoluogo campano.
Ma dove si era già sentita una fregnaccia simile? Ma certo, in Unione Sovietica! Si tratta di una variazione sul tema della storiella di Aleksej Grigór’evič Stachánov – da cui il termine stacanovista –, l’uomo dedito al suo lavoro e, dunque, alla Patria. Non è un caso che la nostra Nazione sia sostanzialmente governata, almeno nei centri nevralgici del Potere reale, malgrado la vittoria della Meloni, dalla Sinistra che ricicla di secolo in secolo le sue proverbiali coglionate.
La solerte Giuseppina, stando sempre al “Corriere” della Serva, guadagnerebbe la bellezza di 1.165 euro. Eppure – dopo aver fatto fare i conti insieme a un paio di persone con un po’ di dimestichezza con le Ferrovie dello Stato – risulta che con tale retribuzione la nostra eroina, seconda solo a Biancaneve e alla Ariel della Sirenetta, non riuscirebbe neppure a coprire le spese di viaggio, anche ammesso abbia sconti spaventosi da pendolare incallita. A meno che per decreto governativo non esista un particolare salvacondotto che riguarda solo lei.
È evidente che la lotta contro il Reddito di Cittadinanza non conosce sosta e, soprattutto, non contempla colpi proibiti. Si può raccontare qualsiasi balla pur di elogiare il lavoro – “il lavoro nobilita l’uomo”, dicevano i comunisti – e gettare discredito su questi privilegiati che percepiscono 100 euro di assistenza.
Una roba da vomito o, se si preferisce, degna del miglior regime nord coreano. Il “Corriere” si contende la palma della cazzata più grande insieme alla “Granma”, giornale ufficiale del Comitato centrale del Partito Comunista di Cuba. Davvero, quel vecchio degenerato di Fidel Castro non sarebbe riuscito a fare di meglio con la sua dittatura sanguinaria, minacciando il lager per ogni giornalista che non si fosse attenuto alle sue veline.
Signori, noi viviamo in un regime. Altro che “Società Aperta” e Liberalismo! Questo è Soviet, “Pravda”, Comitato Centrale, stalinismo stampato! Questi vogliono la schiavitù! Ma la cosa più tragica è che la maggior parte degli Italiani se la berrà col bicchiere di vino dell’ora di pranzo. E il signor Gino griderà alla moglie Pina: “Ehhh, che oggi, nessun c’ha più voglia di lavorare, come ai tempi nostri. Ma la ragasssa sì. Se fa così!”.
Adesso, capite perché ci troviamo in questa situazione di merda?
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.
Notizia favolosa, del resto dubito che questi imbrattacarte abbiano veramente faticato in vita loro. A meno di non essere assunti come collaudatori narcolettici di sedili è una cosa fisiologicamente ed economicamente impossibile da sostenere. Quando l’ ho letta ho pensato lo stesso, cioè che la gente se la sarebbe bevuta come fa con tutto. Comunque zero empatia l’ italiota medio merita di stare nella merda, anzi è poca ce ne vuole di più, deve affogarci.