DOVREBBERO SCIOPERARE TUTTI GLI ITALIANI, NON SOLO I BENZINAI (di Matteo Fais)
È il solito grave errore. L’italiano è un solitario, uno che agisce in combriccola, con gli amici del Bar Sport. Non si fa così. Inutile! Il popolo, in un regime non totalitario, deve imparare a essere protagonista. Non si può più pensare, secondo una concezione ingenua da giovane democrazia, che basti recarsi alle urne e “fare il proprio dovere”.
In questo maledetto Paese, siamo abituati a scendere in piazza a gruppetti, pertanto le nostre azioni si risolvono nell’inutilità più assoluta. Anche perché, per quanto possa sembrare che il problema di quella categoria non ci riguardi in prima istanza, non si sa mai se un figlio, un nipote, o un lontano parente non si ritroverà prima o poi, per un qualsiasi motivo, parte del settore. Siamo tutti taxisti, benzinai, insegnanti, operai e, perché no, persino manager.
Bisogna imparare che, quando qualcuno si muove, se lo fa per buone ragioni, è l’intero Stivale a doversi fermare e serrare i ranghi. Gli Italiani hanno vissuto fino a oggi nel lassismo, nell’ignavia, incuranti dei problemi del vicino, centrati unicamente sul proprio orticello. È per questo motivo che il mondo del lavoro è degenerato fino a questo punto, perché, a un certo momento, le persone di mezza età, hanno ben pensato, con una scrollata di spalle, di lasciare i figli al proprio destino, con la scusa che i cambiamenti in atto non li avrebbero toccati, pensando “tanto, ci sarà Dio anche per loro”.
Non si può ragionare così. Non si può non sapere, disinteressarsi, isolarsi dal mondo. Stare in terra vuol dire vivere sotto una costante chiamata alle armi. Adesso che i benzinai, questi poveri disperati, a cui non si può attribuire alcuna colpa per l’aumento dei carburanti, stanno giustamente facendo sentire la propria voce e, anche se hanno per il momento congelato lo sciopero, sono nel giusto e necessitano del nostro aiuto.
I nostri connazionali, purtroppo, sono felici solo se anche gli altri stanno nella merda come loro. L’infamia e la meschinità sono sport nazionali. Invece di aspirare all’aragosta, si desidera che tutti debbano mangiare per forza cosce di pollo. Ecco il risultato dell’aver creato un farlocco conflitto di classe, esteso alle più diverse categorie, per cui si invidia anche chi guadagna 10 euro più di noi.
Intanto, l’Unione Europea ha stabilito, con una direttiva, che entro il 2030 la maggior parte delle nostre case sarà considerata inefficiente sotto il profilo energetico e, dunque, da ristrutturare. Ovviamente, per i più, il 2030 è una data distante, impossibile da contemplare. In realtà, è dietro l’angolo e le conseguenze di una simile misura potrebbero essere devastanti per il mercato immobiliare. Le case potrebbero svalutarsi, qualcuno dice che molte potrebbero addirittura divenire invendibili. Per non parlare dei costi che ricadranno sulle spalle di ognuno.
Di fronte a una simile situazione, in un Paese normale, con un po’ di senso civico, la gente si ribellerebbe, scenderebbe in piazza per manifestare la propria contrarietà. Tutti si unirebbero in social catena e non perché la questione sia comunitaria, dunque sovra individuale – al diavolo questi concetti da comunisti! –, ma semmai proprio perché certe misure, apparentemente prese per questioni collettive, ledono la libertà individuale. Tanto più che è assurdo pensare che sia lo Stato a stabilire cosa devo fare con e di casa mia, usando i soldi pubblici per finanziare ristrutturazioni private – ma dove siamo, in Unione Sovietica?!
È un momento storico in cui dovete smetterla di pensare solo per voi stessi. Il vostro dovere è unirvi agli altri e prendere la parola in nome della libertà del singolo e della sua tutela. Qui, adesso, si fa l’Italia o si muore.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.
Hai ragione caro Matteo, ma non c’è rimedio, gli Italiani non esistono.
Aveva ragione Metternich quando definiva la nostra penisola espressione geografica.