Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

MANGIARE INSETTI – SCOMMETTIAMO CHE GLI ITALIANI LO ACCETTERANNO? (di Matteo Fais)

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Tranquilli che, presto o tardi, in una forma o nell’altra – interi o ridotti a farina –, ci ritroveremo a mangiare insetti. Potete giocarvici le palle – anch’esse ancora intere, o ridotte a farina.

Del resto, come segnalato da “Open”, il farinoso giornale di Enrico Mentana, (https://www.open.online/2023/01/05/insetti-commestibili-simona-bertoli-intervista/), la prassi, oltre ad essere stata approvata dall’Unione Europea, e già in uso presso alcune aziende come la Fucibo (ne danno notizia sul loro sito e sulle buste dei prodotti: https://fucibo.com/it/home/). Quest’ultima fornisce anche una trionfante giustificazione della propria scelta, eroticamente molto stimolante per tutti gli ambientalisti: “PERCHÉ GLI INSETTI? È semplice! Perché sono buonissimi e sono la fonte di proteine più abbondante, rinnovabile e completa sul pianeta. Non è abbastanza? L’allevamento di insetti commestibili ha un impatto ambientale estremamente contenuto, e riduce drasticamente il consumo di energia, di acqua e di suolo”.

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Va da sé che, seppur per semplice pigrizia intellettuale e data la tendenza abitudinaria dell’italiota medio, persino i lettori di “Open”, tendenzialmente dei gretini senza possibilità di redenzione, sono insorti all’idea di doversi ingollare grilli, larve e bacherozzi col vino novello.

Possiamo dunque stare tranquilli? Ma manco per il cazzo! Mettersi l’anima in pace e sentirsi al sicuro significherebbe non aver capito niente dello spirito nazionale. L’italiano, come lo Stato in quella canzone di De André, Don Raffaè, “Si costerna, s’indigna, s’impegna/ Poi getta la spugna con gran dignità”. Figuratevi, poi, oggi come oggi, che esiste il perfetto sfogatoio, Facebook, in cui si può prendere posizione su tutto, senza mai dover passare all’azione.

Perché il punto è proprio questo: secondo voi, i nostri connazionali reagiranno, come si dovrebbe reagire, cioè in massa, con azioni dimostrative forti, con un secco e corale “no” che non lasci dubbi al Potere sulla necessità di retrocedere? È più probabile che Rocco Siffredi venga nominato Presidente della Repubblica e Valentina Nappi assurga al ruolo di nuova Nilde Iotti.

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Preparate dunque le papille gustative e mettete in fresco il Tavernello dimenticato sotto il lavandino vent’anni fa: mangerete insetti in tutte le salse. Altro che polenta e osei, potete cominciare a raccogliere gli scarafaggi per strada. Se ai piani alti si è deciso così, le nuove classi subalterne stanno già apparecchiando e Maria Giulia, casalinga di Voghera, ha il ragù in cottura e la famiglia già si sente tarantolata all’idea del lauto pasto con ragni e cavallette – si scherza, chiaramente, perché il ragno non è un insetto, ma appartiene alla famiglia dei aracnidi, sempre che la scienza, in cui tutti credete ciecamente, non cambi idea.

A ogni modo, voi non sghignazzate troppo, perché qui la situazione si fa difficile e pericolosa. L’abbiamo già visto con il green pass: basta scrivere sui social che tu, tendenzialmente, sei contro, anche se ti sei sottoposto volontariamente a tutta la trafila vaccinale, ed è fatta, sei moralmente salvo. L’unica cosa certa qui è che gli Italiani non sono quello che mangiano, come sosteneva il filosofo Ludwig Feuerbach, perché hanno la consistenza morale degli insetti prima ancora di averne addentato uno.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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