IL BELLISSIMO VIZIO PRIVATO DELLA LIBERTÀ E LA MORTIFERA VIRTÙ DELLA SALUTE PUBBLICA (di Matteo Fais)
È stato assolto. Aveva violato la quarantena. L’avevano costretto a scendere dal treno. Il giudice gli ha dato ragione. Le motivazioni non ci interessano – e, del resto, in Italia, ogni uomo di Legge fa un po’ come cazzo gli pare, quindi una sentenza vale quanto un’opinione personale. È già abbastanza assurdo che si possa finire in tribunale perché qualcun altro considera un’uscita, da potenziale positivo, come una violazione, una minaccia alla salute pubblica.
La semplice intimidazione legale che costituisce per ogni cittadino sapere di poter essere denunciato e giudicato per simili atti è oltremodo agghiacciante. Significa che in questo Paese la libertà non ha più alcun valore, proprio come nei regimi comunisti, che stiamo diventando ogni giorno di più una Nazione con aberranti somiglianze alla Cina o alla Corea del Nord, in cui il Potere può entrare fin nei più piccoli recessi dell’esistenza individuale, di fatto limitando, quando non addirittura annichilendo, il libero arbitrio di ognuno.
Questo è ciò che avviene ogni volta che si parla di quel maledetto concetto noto come comunità. Il singolo muore in nome di un’astrazione metafisica. A quel punto, a questo può essere chiesta qualsiasi cosa, perché c’è sempre una giustificazione che sopravanza la sua volontà facendola divenire secondaria nella prospettiva di un più alto disegno.
Chiunque abbia, però, questo vizio assurdo per la libertà non può restare a guardare e subire quello che sta succedendo intorno a noi. Non si può permettere all’idea di salute pubblica di divenire una catena con la quale legare un onesto cittadino al perimetro delle quattro mura abitative.
Il punto è semplice: ognuno deve essere libero di uscire in uno spazio pubblico quando gli pare, senza dover rendere conto a nessuno, e men che meno allo Stato, della sua decisione e del propria condizione di salute. È il principio a dover essere capovolto: sei tu che hai paura a doverti chiudere in casa, non colui che non nutre di simili timori a doversi trovare confinato. Chi esce accetta la possibilità del rischio. Questa è libertà.
Purtroppo, sempre meno gente ha a cuore tali principi. In molti si sentono in qualche modo protetti e preservati dalla decisione collettiva, dal dover semplicemente aderire a una direzione generale data al corso storico. Accade in tutto il mondo, basti pensare ai Paesi ancora comunisti, i quali, fuor di ogni ragionevole dubbio, non potrebbero continuare a esistere se non ci fosse tutta una massa di esseri inferiori, con una mente e una morale da schiavi, pronti a sostenere la certezza della costrizione collettiva contro l’angoscia della libertà individuale.
Se la società del controllo va sempre più estendendo i suoi tentacoli, anche nell’ancora in parte aperto Occidente, è proprio perché i principi liberali sono venuti meno, l’idea di un confine netto tra il sé e la collettività, tra un vastissimo recinto di azioni e decisioni che il singolo può compiere senza la possibilità un’ingerenza statale e il ristretto ambito delle incombenze generali che devono inevitabilmente essere avvocate a un ente altro.
Il green pass, l’obbligo vaccinale, l’identità digitale, come tutte le misure – quale ad esempio il 110% per l’edilizia – di controllo dell’economia non sono state inventate dal Potere. Bensì, questo le ha tratte dall’inconscio di un popolo servile e privo di iniziativa, che deliberatamente sceglie di farsi condizionare dai mass media e di perpetrare per comodità una visione delle cose eterodiretta. Questo genere di idioti si è pure convinto che, se le cose non funzionano, sia per colpa di fantomatici spettri quali il neoliberismo, la globalizzazione, il libero mercato, Amazon, la deregolarizzazione e via delirando. Ma magari li avessimo! Invece, qui, l’unica cosa certa è che la Cina è mostruosamente vicina, tanto da potercisi specchiare.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.
Concetto di salute pubblica è pura astrazione strumentale… ogni organismo vivente è diabolicamente costruito in modo da avere mediamente come primario obbiettivo… mantenimento di propria ghirba ad ogni costo!… facendo questo chiunque concorre automaticamente a mantenere anche la “salute pubblica” di più e meglio di coloro che si arrogano diritto di decidere per conto di collettività…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/