SE PERSINO I COMUNISTI CINESI HANNO RAGIONE: BASTA CONTROLLI (di Matteo Fais)
Controllare a livello sanitario i Cinesi in arrivo in Italia, onde arginare un’eventuale nuova emergenza covid? Praticamente, qui non si capisce più se i Cinesi sono loro o noi. L’Occidente sta mutando sempre di più in una società del controllo nello stile di quella del Dragone.
Questa storia della pandemia ha assunto contorni agghiaccianti. Viene peraltro da chiedersi: tutto questo monitorare, tra utenti preposti, luoghi di soggiorno dei malati, tamponi e mascherine varie, quanto ci costa? Ma non sarebbe meglio finanziare semplicemente la sanità e curare chi ne ha bisogno, senza angosciarlo con questa ossessione per il virus a ogni piè sospinto, trasmettendo a ognuno una terribile paura di esistere e muoversi?
Non si può vivere così, con questa massiccia presenza dello Stato che garantisce più tamponi che servizi reali. Le malattie hanno viaggiato per il Globo dall’inizio dei tempi. Pensare di fermarle in un mondo globalizzato è semplicemente folle come sperare di svuotare il mare con un secchio.
La Cina ha ragione di mostrare i muscoli e lo sguardo rabbioso. Considerata poi la sua alleanza con Putin e il trambusto attualmente in atto a livello internazionale, non sembra proprio il momento giusto per giocare a braccio di ferro con loro.
A ogni modo, tanta attenzione a livello sanitario da parte del nostro Stato dovrebbe far riflettere. E non per altro, ma considerato che la reale minaccia cinese non è dovuta tanto a questo ridicolo virus con ali da pipistrello, quanto dal fatto che nascono attività con gli occhi a mandorla a ogni angolo. In qualsivoglia città, sembra ci siano più ristoranti cinesi che italiani. Posti in cui, peraltro, si può mangiare bene e in grande quantità.
Considerati gli affitti, il costo del personale – sempre in numero considerevole, oltre che celere e solerte nei modi –, la quantità di cibo a disposizione per ogni singolo cliente, il dubbio che la mafia di importazione ricicli denaro sporco sorge quantomeno spontanea. Stranamente, su questo aspetto i nostri organi di controllo non prestano altrettanta attenzione – chissà perché!
Come si può notare, insomma, c’è più di un aspetto per cui dubitare del particolare interesse posto sulla faccenda covid, come per alzare le proprie antenne al cospetto del più totale lassismo rispetto ad altre questioni ben più cogenti per l’economia nazionale.
Naturalmente nessuno di noi lo può sapere, ma l’elemento corruzione e interesse è così evidente da lasciare sgomenti di fronte alla cecità del popolo che non sembra minimamente rendersi conto della merda entro cui nuota inconsapevole.
In tutto ciò, l’unica cosa che aumenta è il controllo sempre più capillare, la stretta di un apparato dal quale non c’è via di fuga, che sa tutto, senza che quasi nessuno sappia nulla di questo. Oramai, ogni minimo aspetto di noi è squadernato sotto un occhio che non percepiamo, entro stanze di cui non conosciamo neppure l’ubicazione. Tutto ciò è terribilmente inquietante e il covid è stata la scusa migliore per portare al suo apice il fenomeno.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.
Che è quello che poi dice sempre Franco Marino e cioè che non conta lo stato delle cose ma la tendenza in atto. E la tendenza dell’Occidente è di cinesizzarsi.