A VOLTE RITORNANO I VIRUS DALLA CINA… SEMBRA UN HORROR DI STEPHEN KING (di Clara Carluccio)
“La primavera tremolava sull’orlo dell’estate e, in città, l’estate è la stagione dei sogni”. In un grottesco adattamento della raccolta di racconti di Stephen King, A volte ritornano, potremmo recitare che la normalità tremolava sull’orlo del nuovo anno e, in Italia, nuovo anno, significa Covid. Ma come si può ancora definire la normalità, dopo che questa è stata distrutta senza il minimo senso critico e logico?
Sono tre anni che la nostra intera vita è diventata un susseguirsi di insensate restrizioni, divieti e umiliazioni. Il tutto per un virus che ha contato i suoi morti nei primi mesi in cui è giunto, per poi, come ogni fenomeno naturale, affievolirsi. In compenso ha allungato le liste d’attesa dei malati di cancro e occupato il personale sanitario a vaccinare pure in spiaggia o tra i salamini della fiera del cinghiale.
Tutto quello che viene tenuto in piedi è un teatro dell’orrore e dell’assurdo, roba che nemmeno il padre di IT avrebbe potuto immaginare. Forse perché, più che di orrore, si tratta di idiozia. Pura e ridicola credulità diffusa tra le masse che da tempo hanno smesso di vivere nel mondo reale. I cittadini, maggiormente colpevoli dello Stato che ha emesso sentenze di vera e propria morte sociale, hanno ostracizzato persone che avevano tutta la ragione dalla loro parte.
La prova è sotto gli occhi di ciascuno: case di riposo e centri per disabili che hanno praticato la vaccinazione sull’intero personale non sospeso e sui degenti, impedendo ai parenti di fare visita ai propri cari, se non mostrando il green pass, per poi continuare a riscontrare casi di positività proprio tra la nuova razza eletta, santificata dalla scienza e dai mass media. Non più New Age ma Vax Age.
E, nonostante questo, ancora si insiste a demonizzare chi non ha mai ceduto a questa propaganda palesemente fasulla. Il 28 dicembre, la Morticia Addams della politica italiana – Laura Boldrini – ha tenuto un discorso in Parlamento contro i no-vax e sull’irresponsabilità del governo Meloni, sostenendo la necessità di un mondo con il green pass ovunque e la pericolosità dei sanitari non inculati nelle case di riposo – nonostante, ricordiamo nuovamente, l’ostinata presenza del Covid tra soli individui vaccinati. Sulla sua pagina Facebook, la definisce amnistia sanitaria, proprio come se si parlasse di criminali, soggetti da rinchiudere in strutture di massima sicurezza, non buttando via la chiave, ma murandoli vivi direttamente, lasciandoli perire fino al sopraggiungere alla morte.
L’italiano non aspettava altro che farsi chiudere in casa, praticare l’eutanasia civile, aggravando disturbi mentali, abusando di psicofarmaci e gettando secchiate d’acqua contro chi, a ragione, usciva di casa per non impazzire. Costui niente ha imparato e niente imparerà.
I giornali stanno ripercorrendo da capo le tappe pandemiche di tre anni fa: la Cina, la variante, i tamponi a chi proviene dal paese dei “pipistrelli infetti” nei laboratori. Ci manca solo l’aperitivo solidale e gli abbracci ai cinesi.
E l’italiano, neanche a dirlo, è pronto a ripetere la scena come un attore rassegnato sul set. Nessuna improvvisazione, nessun cambio di battute. Pagine riscritte virgola per virgola, non un punto di meno, non una modifica ai personaggi. Lui che non ha mai tolto la mascherina, che non ha mai smesso di dare la colpa ai no-vax, è pronto a farsi accorciare di nuovo la vita con l’illusione della salute eterna. Un deja vu non solo inmaginario ma più che reale, desiderato, atteso. Come riscontrabile persino nelle chiese, che hanno definitivamente tolto l’acqua santa per non accrescere i contagi.
Un popolo ebete e vergognoso come quello italiano, perennemente in cerca di un padrone, bieco nella sua doppia faccia, devoto sbavatore sotto la cattedra del professore per farsi assegnare il dieci e lode, zombie senza cervello, meccanico esecutore degli ordini più insensati. Di questo, il Maestro Stephen King ha involontariamente fornito la perfetta descrizione: “Amico, credevo lo sapessi, io sono già morto”.
Clara Carluccio
L’autrice