“IO NON DIMENTICO” – L’ANNUS HORRIBILIS CHE PER NOI NON PASSERÀ MAI (di Matteo Fais)
Da certe esperienze non si può tornare indietro. L’orrore, l’amore e la morte lasciano tracce indelebili, segnano lo spirito. Così è per l’anno appena trascorso e i due precedenti.
Socialmente uccisi e violati, non saremo più le persone di prima. Altra ingenuità è andata smarrita per sempre. Abbiamo visto in faccia l’umanità, ma soprattutto questo popolo. Abbiamo capito di cosa sia capace. Ci hanno fatto sperimentare la paura, il concreto pericolo che per noi, da un momento all’altro, subentrasse un regime non speciale – quello c’è effettivamente stato –, ma specialissimo, rigido e implacabile.
No, non ha esagerato chi si è vestito per protesta con la tuta a righe degli Ebrei e la Stella di David, visto l’odio che si respirava contro di noi. Tra parentesi, nessuno me lo toglierà dalla testa, se ci fosse stato l’ordine di denunciare il non vaccinato e consegnarlo alla polizia, state certi che più di un cittadino italiano avrebbe dato prova della sua fede stupida e senza pietà a questa ottusa Repubblica.
Eravamo gli unti e gli untori. Siamo stati dileggiati e vilipesi. Ci hanno detto che facevamo schifo – ma l’algoritmo non è intervenuto per censurare il loro odio, solo le nostre fake news che, poi, tanto fake non erano. Abbiamo visto cosa voglia dire comunità – come questa apparentemente stupenda parola faccia rima con regime stalinista, leviatano e 1984 – e il sacrificio della libertà individuale al suo dogma senza appello. Allora, in tanti tra di noi si sono resi conto che, antipatica quanto si vuole la donna in questione, ma il principio di Margaret Thatcher, se applicato realmente, è la sola salvezza: “la società non esiste, esistono soltanto gli individui”. Ogni volta che il singolo deve sottomettersi a un ideale astratto e vuoto, questo lo schiaccia senza alcuna remora.
Infatti, siamo stati schiacciati, umiliati, messi ai margini. Senza green pass non si poteva lavorare e neppure avere una vita sociale. Ogni ipocondriaco si è sentito in diritto di darci ordini. E se in passato ridevamo bonariamente delle sue intemperanze maniacali, in quei momenti è stato lui a imporci la sottomissione al simbolo della sua ossessione, la mascherina.
In ogni uomo c’era un poliziotto in potenza – o peggio, un oppressore animato da un sadico istinto. Se prima lo sospettavamo, adesso ne abbiamo la certezza. Bisogna guardarsi dalle persone, altro che tendere loro la mano in segno di pace. Alla fin fine, quasi nessuno desidera la libertà per sé stesso e per gli altri. Solo una minima parte della popolazione è scesa in piazza per chiedere di riavere indietro la propria vita. Il controllo piaceva a tanti, troppi, che nel mostrare il green pass hanno trovato la loro preghiera di massimo conforto.
I vari “Io ho fede nella scienza” sono diventati i nuovi bigotti, gli inquisitori di noi apostati. A nulla sono serviti i decenni di discorsi in cui si è spiegato l’ormai palese legame tra scienza ed economia, case farmaceutiche e case matte del potere. L’uomo preferisce credere in un bene immaginario per commettere col cuore più leggero il peggior male possibile, quello contro gli altri.
No, da quest’anno, non esiste via di fuga. Il nostro futuro consisterà nel non dimenticare, nel preservare la memoria dei torti subiti. Di tale fardello non ci libereremo mai. Se almeno i personaggi di Cecità di Saramago non avevano più occhi per vedere e l’orrore lo provavano unicamente sulla propria pelle, noi l’abbiamo sperimentato sul nostro corpo e osservato sui nostri fratelli. Non potete chiederci di far finta di niente. Non si può dimenticare. Non lo faremo.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.