Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CARA FERRAGNI, TI SPIEGO PERCHÉ TANTI, A RAGIONE, TI TROVANO INSOPPORTABILE (di Matteo Fais)

FERRAGNI

C’è un motivo per cui nessuno si è mai permesso di apostrofare Michel Petrucciani dandogli dell’inutile nano di merda ed è perché quel micro figlio di puttana, quando si sedeva al piano, lo faceva vibrare come se a suonarlo fossero stati Dio e il demonio in un duetto a 4 mani. Similmente, non è un caso che nessuno si azzardi a dare a Proust – salvo Céline, ma quello è un caso unico – del miserabile francese piglia in culo, perché l’autore della Recherche portò a termine un’opera di sovraumana grandezza che, oggi come oggi, nessun altro si sentirebbe di scrivere.

Gli esempi storici sarebbero tantissimi e quasi tutti più che giustificati. Anche il popolo, che tendenzialmente non sa un cazzo, se ne guarda bene dall’aprire bocca contro certe figure culturali, preferendo dichiarare la propria imbarazzante ignoranza in merito. E, attenzione, non si tratta solo di casi maschili. Nessuno si sognerebbe di asserire che Sylvia Plath non sarebbe mai diventata una grande poetessa, se non avesse succhiato le palle a Ted Hughes. Per quanto cattivo un uomo possa essere, sarebbe maggiormente perdonabile se commettesse una strage o pianificasse un genocidio.

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Al contrario, vi è un motivo per cui in molti detestano, a ragione, la Ferragni, fino a perdere tempo con discutibili commenti definibili come insulti gratuiti – non sono commenti sessisti, cara Chiara, sono solo insulti che potrebbero indirizzare a te come a tuo marito. Lo fanno a modo loro, scriteriato e stupido, ma vi è dietro una qualche motivazione vagamente razionale.

La ragazza e la sua famiglia sono la rappresentazione della mediocrità che ce l’ha fatta come solo la mediocrità può farcela, ovvero senza che vi sia il benché minimo motivo a giustificazione di cotanto successo – il miracolo del nulla, insomma. Lei non ci arriva – o fa finta di non capire? – perché ha fondamentalmente lo stesso spessore intellettuale dei suoi follower. Ecco il motivo per cui se la prende.

Eppure, è ragionevole che una ragazzina qualsiasi, senza né arte né parte, con un culo abbastanza decente da essere equiparabile a quello della Chiara, se non migliore – e sono tante –, possa rodersi il fegato al pensiero che quella sia considerata una via di mezzo tra la più famosa modella al mondo e un maître à penser alla Jean-Paul Sartre, con 5 articoli al giorno che la riguardano sul “Corriere”, manco avesse aperto bocca Michel Houellebecq. Alla fine, quel che ti viene da pensare è “Ma che cazzo, questa è un’ingiustizia!”.

E, in effetti, proprio di ciò si tratta. La Ferragni non fa niente di speciale. Ha solo il dono di essere una calamita per migliaia di persone imbecilli che vivono solo per supportarla con i loro like a foto inutili, fino a permetterle di acquistare attici e Dio solo sa cos’altro, comunque di condurre una vita da sogno, fondamentalmente per 4 selfie che potrebbe farsi chiunque. Nessuno griderebbe allo scandalo vedendo le ville di Axl Rose o Mick Jagger, semplicemente perché si tratta di due cantanti fuori concorso, che hanno scritto alcune delle canzoni più potenti della storia del rock, roba che resterà nei secoli dei secoli amen. Persino chi sopravvive solo grazie al Reddito di Cittadinanza considera tutto sommato normale che due così conducano un’esistenza a un altro livello.

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La Ferragni, legittimamente, non può essere tollerata. È una qualunque. Ha la bellezza di tantissime altre, si fa foto in mutandine come un infinito numero di ragazzine e senza essere meglio. In un qualunque casino, in Europa, ci sono donne che sono mille volte meglio e la smollano per 50 euro. Certo che, poi, la gente si gira di palle.

Naturalmente, è sempre bene non perdere di vista che la colpa dell’esistenza di Chiara Ferragni è di chi segue Chiara Ferragni e la supporta – dunque, è con loro che bisognerebbe prendersela. Cionondimeno, fa rabbia. Scriverle insulti è sbagliato, oltre che palesemente inutile perché fa solo aumentare la visibilità dei suoi post. Però, però, è comprensibile che ogni mediocre, visto il successo di lei, ambisca a sua volta alla propria porzione della torta. Se ce l’ha fatta la Ferragni, sono in tanti ad avere qualcosa da recriminare.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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