IL TESTO DI ALESSIA LANZA È INDEGNO DEL DIARIO DI UN’ADOLESCENTE (di Matteo Fais)
Uno spettro si aggira per l’editoria italiana, quello di un nuovo genere: lo sgangherato diario da ragazzina delle scuole medie vergato da tutte queste influencer provenienti da TikTok e Instagram. Infatti, lo stesso giorno dell’uscita di Elisa Esposito, con il suo manuale del corsivo, è sbucata fuori, sempre per Mondadori, scalando subito le classifiche di vendita su Amazon, anche tale Alessia Lanza con Non è come sembra. In questi ultimi mesi, di simili fenomeni libreschi ne sono venuti fuori a grappoli, con sorprendente regolarità intestinale, causando a ogni appassionato lettore un piacere pari a quello delle emorroidi.
Se non sapete chi sia questa Lanza, forse qualcosa in voi è ancora salvabile, potete essere redenti. Se invece la seguite regolarmente, apponendo sotto ogni foto e video il vostro like di sostegno, qualcosa è andato storto, esattamente come in tutti quei giovani che non hanno mai comprato un libro, tranne questo ovviamente, e ignorano beatamente chi sia stato Honoré de Balzac.
In compenso, se non avete idea della faccia di Alessia, la potete trovare nuda, con l’accorgimento di qualche mano per coprirsi, sulla stessa copertina del libro – che, incidentalmente, andrebbe benissimo anche come copertina di un suo eventuale canale OnlyFans.
Ma, se la ragazza si fosse limitata a un account sulla piattaforma in questione, il male sarebbe stato tutto sommato contenuto, invece ha anche scritto un libro. Che poi, un libro! Saranno 20 pagine di video scrittura, stampate a caratteri cubitali, manco fosse destinato agli anziani delle RSA, in luogo dei giovani con una vista da aquila.
È fantastico pensare al narcisismo (“questo libro lo dedico a me”) che può spingere una ragazzetta di 22 anni – che intellettualmente ne dimostra 12 – fino a scrivere un testo riflessione sulla sua vita, neanche fosse Montanelli che medita sulla sua esistenza e sul ’900, una volta raggiunti i 90 anni – Giulio Andreotti sarebbe stato più modesto.
Eppure, anche se ai boomer e a quelli delle generazioni successive più grandi sembrerà assurdo, ci deve essere qualcuno che desidera sapere di questa biondina che si fa foto con smorfie secondo lei simpatiche, per raccontare le sue ansie, quasi fosse scampata alla persecuzione nazista o alle marocchinate.
Invece, sfogliando le pagine si scopre che tutto il malessere esistenziale della piccola Lanza è determinato dal fatto che alle superiori tutti pensassero a lei come a quella “bella e stupida”. Il giudizio è evidentemente superficiale e affrettato: è appena carina, comune come altri milioni di ragazze che sembrano fatte tutte con lo stampino. Per il resto, è difficile contraddire i suoi compagnetti – vox populi, vox dei –, stando almeno a ciò che sta scritto nel volume.
Alessia informa i lettori di aver frequentato una psicoterapeuta, in ciò dimostrando l’inutilità di tali figure. Il suo disturbo si chiama ansia sociale. L’influencer è tormentata dal giudizio altrui (“Il mio demone personale era: ma perché è così importante piacere agli altri? […] Avevo paura del giudizio degli altri perché temevo di deluderli con le mie scelte sbagliate”). Chissà se la ragazza ha mai letto quell’autore francese, che tragicamente vende meno di lei, il quale risponde al nome di Jean-Paul Sartre. Egli sosteneva che l’inferno sono gli altri. Benvenuta nel mondo, stellina! L’intersoggettività – mai sentita questa parola? – è traumatica, i rapporti umani distruggono l’anima più di quanto aiutino a costruire una qualche serenità interiore, e la vita è un drammatico fare i conti quotidianamente con una materia oscura chiamata incomunicabilità. Quando finisci di tingerti i capelli, prova a leggere La nausea, oppure L’Età della Ragione, Le mani sporche, Il muro. Li trovi in libreria, al reparto “LIBRI VERI, NON CAZZATE”.
Veramente, ci voleva coraggio per pubblicare un simile libercolo autocentrato, quindi concentrato sul nulla, in cui l’esergo di ogni capitolo è costituito da una citazione persino più idiota del testo che segue (un esempio su tutti, al principio, è un passo tratto da Nuvole di Fango di Fedez, il cantore della banalità: “Segui la tua strada/ tutto il resto si vedrà”).
150 pagine, reali 20, con fogli interi pieni di cancellature per rubare impunemente spazio – riporta seriamente pagine completamente oscurate a colpi di uniposca – e cuoricini e ghirigori, più foto in cui cerca di apparire non attraente riuscendoci perfettamente. Roba da far vergognare persino un’adolescente.
Ci sono passi per cui, se la scuola fosse una cosa seria, una potrebbe vedersi rifiutare la licenza media: “Il mio cervello ha tanti bug ma quello che temo di più è il loop dell’ansia”. Per non parlare di capitoli quali I Kissed a Girl, in cui tenta in modo imbarazzante di stimolare la fantasia maschile facendoci sapere di aver scambiato bacetti con altre ragazzine – Alessia, ci siete solo tu e il Marchese de Sade a turbare gli animi con il vostro erotismo estremo.
Assurdo! Alla sua età, Moravia aveva già scritto Gli Indifferenti. Adesso, provate ancora a parlare bene dei giovani.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.
Ho letto che il cervello delle nuove generazioni pare avere uno sviluppo minore per via della continua connessione tecnologica, un po’ come l’occhio pigro per un bambino. A questo punto credo sia irreversibile proprio come l’ ambliopia per un adulto.