“MESSAGGIO”: LA PROFONDITÀ MISTICA DELLA LIRICA DI PESSOA (di Davide Cavaliere)
L’occorrenza dell’epiteto «profondo», che si può trovare in espressioni preconfezionate come «un libro profondo», mostra bene come, ormai, la profondità sia solo più un segno di cupezza e noia. Questo impiego dell’aggettivo in questione non si adatta per nulla a un libro come Messaggio (Molesini Editore Venezia) di Fernando Pessoa, per il quale bisogna recuperare il significato autentico del termine, ossia la qualità di qualcosa che si allontana dalla superficie del mondo, addentrandosi in luoghi raramente rischiarati.
Pessoa, come ricorda Francesco Zambon (curatore e traduttore dell’opera) nell’introduzione del volume e come noto a tutti gli amanti del misterioso lusitano, fu un cultore di discipline occulte e dottrine esoteriche, i cui contenuti, come fuochi fatui, illuminano di una luce inquietante le sue liriche.
Il nucleo esoterico e simbolico del testo è il Quinto Impero, un regno universale dal sapore gnostico e massonico, metafisico e sacrale. Le poesie dell’autore sono scritte con un linguaggio iniziatico, la cui corretta comprensione passa attraverso una conoscenza attenta della sua visione mistica del Portogallo e del destino dell’Europa.
I versi iniziali della prima poesia sono spiazzanti per la loro ricchezza e per l’immagine allegorica che richiamano: «L’Europa giace, appoggiata sui gomiti:/ Da Oriente ad Occidente, con lo sguardo fisso,/ E velano romantici capelli,/ Nel ricordo, i suoi occhi greci».
Ecco apparire, come nell’affresco di Tiepolo sul soffitto dello scalone della residenza di Würzburg, un’Europa «con sguardo sfingico e fatale». Scorrendo il testo, il lettore incontrerà gli dèi e il Cristo, Ulisse e antichi Templi, in un vorticante sincretismo religioso che condensa l’inclassificabile spiritualità di Pessoa, che si riflette anche nelle sue opere altrettanto incatalogabili. Come leggere, infatti, questo Messaggio? Come una raccolta di poesie? Come un trattato esoterico? O ancora come una «chiamata»?
Il libro stesso è strutturato come un percorso orientato secondo precise coordinate numerologiche, che rimandano, ovviamente, a Gioacchino da Fiore e Dante, allargandosi alla storia del Portogallo, ai simboli di questa Nazione e ai suoi grandi personaggi storici. Messaggio si presenta come un grande polittico da interpretare sulla base di una conoscenza nascosta, che però non risente delle oscurità di certi libri «religiosi» – nel senso più ampio del termine –, esibendo una scrittura ricca, generosa e ammaliante. Anche il più razionalista dei lettori sarà tormentato e cullato dai rapidi versi del grande portoghese («Nazione perché tu ti reincarnasti,/ Popolo perché risuscitasti/ Tu o quello che sostenevi –/ Il Portogallo così si formò./ L’essere tuo è quell’algida/ Luce che anticipa l’aurora,/ Ed è ormai il giorno imminente/ Al primo albore, un confuso niente»).
Passi come questi, scanditi da visioni e strani avvenimenti, probabili segni profetici e antiche glorie, tengono in tensione il lettore come sotto una nube minacciosa che veli una Verità insondabile e sempre differita.
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Pessoa induce al sogno. Sognare è, si direbbe nella lingua contemporanea, «uno stile di vita», ed egli ha vissuto a lungo in un sogno profetico, rinunciando sempre più alla comune razionalità per i lidi dell’Invisibile, che ha cercato di far risuonare nella vita materiale. Messaggio, proprio come il più celebre Libro dell’inquietudine, è un testo a cui abbandonarsi, come quando ci si lascia andare osservando la cresta di una nuvola illuminata da un sole nascente.
Le poesie contenute in questo libro brillante e abissale dovrebbero essere rilette con regolarità, così da far penetrare uno spiraglio di mistero, un pulviscolo di luce dell’Ulteriore, nelle tenebre del quotidiano. Miracolo della letteratura.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”.