PRESIDENTE, HA ROTTO LE P**** CON QUESTA BATTAGLIA CONTRO IL REDDITO DI CITTADINANZA (di Matteo Fais)
La Sinistra fa schifo, ma la Destra è ridicola. La sua unica ossessione è questo maledetto Reddito di Cittadinanza. Sembra che tutti i mali del Paese dipendano dalla misura introdotta dal Governo Conte – quando è l’unica cosa buona, per quanto mal fatta, che l’avvocato sia riuscito a portare a casa.
È la solita lercia propaganda destronZa: l’odio verso il povero, il disperato, l’uomo ai margini – per di più, italiano. Nella visione totalmente infondata della Meloni, che poi sembra mutuata da quella della plasticosa Daniela Santanchè, l’Italia appare popolata da milioni di farabutti che passano la giornata a consumare il divano, mentre si fregano le mani al pensiero di averla tirata in quel posto a mamma Stato.
In realtà, non c’è niente di più falso. Il reddito di cittadinanza nella sua forma piena – i fantomatici 780 euro più spiccioli – viene percepito unicamente da famiglie – padre, madre e almeno un figlio – prive di lavoro e di qualsivoglia bene. I restanti, i single o eventuali altri soggetti, percepiscono poco o niente, dai 50 ai 500 euro. Per intenderci, un singolo non arriverà a 500 e un ragazzo figlio di una famiglia con 700-800 euro di pensione sfiorerà, approssimando per eccesso, 100 euro.
Bazzecole, insomma! Certo, niente di rilevante. Non si registrano mangiatori di aragosta a tradimento tra i beneficiari del Reddito. Si consideri che, solo a Capodanno, in tutte le piazze d’Italia, vi sarà un concerto con un qualche cantante più o meno famoso, tra gente oramai passata di moda e coloro che ancora sono sulla cresta dell’onda. Volete che uno con un minimo di seguito si muova per meno di 50-100 mila euro? Quelli più noti chiederanno molto di più. Immaginate quanto si spende in totale, in tutto lo Stivale, solo per quella notte. Cifre da capogiro! E sarà anche vero che si tratta di soldi destinati a quel genere di eventi, ma è altresì palese che, con tanti bisognosi, la cosa è quantomeno immorale e contraria a qualsiasi forma di etica pubblica.
Ma la Meloni continua a tuonare, a dire che i soldi vanno dati solo a chi ne ha veramente bisogno, esclusi gli occupabili. Ma che diavolo vuol dire occupabili? Un ex cameriere di 59 anni, secondo lei, lo è. Sì, potenzialmente ha ragione, ma sfido la Meloni a trovare un ristorante che assuma un disoccupato di 59.
Perché, in fondo, la questione ultima è questa: il fatto che uno sia abile al lavoro non vuol mica dire che, poi, un’occupazione la trovi. E questa gente cosa dovrebbe fare, spararsi in testa? Come al solito, la politica manifesta un preoccupante distacco dalla realtà nuda e cruda del Paese Reale.
Tanto più che l’assenza di welfare va tutta a danno del capitale: chi non ha il tanto per sopravvivere è esattamente colui che potrebbe ritrovarsi nella condizione di rubare o causare danno alla proprietà altrui. Lo sa bene chi ha affittato la casa a un indigente e, quando questo si è rifiutato di pagare, ci ha messo anni per riavere indietro il suo immobile.
Il Signor Presidente sta continuando a battere su questa idiozia propagandistica al solo fine di lusingare i tanti piccoli impiegati con uno stipendio o una pensione da fame che, per stare bene con sé stessi, hanno solo bisogno di sapere che c’è qualcuno che sta peggio.
Se poi esiste qualcuno che ha approfittato, uno straniero che risiede in Romania ma prende il Reddito qui, o uno spacciatore che si ciula il sussidio pur avendo il Maserati, la colpa è di qualche impiegato compiacente e dell’assenza di controllo. Ma non si può, in nome di certe storture, priva i disperati di un tozzo di pane. La legislatura si preannuncia già degna erede delle precedenti a trazione sinistra, se non peggiore.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.
Non è facile neanche per chi un lavoro ce l’ha. Sei in balia di contratti a tempo determinato, slealtà a vari livelli e paghe da pura sopravvivenza quindi il turnover è alto. La differenza con gli altri paesi occidentali è che tra un lavoro di merda e un altro possono passare mesi.