“NON AVRAI NULLA E SARAI FELICE”: CONTRO LA FOLLE MODA MINIMALISTA (di Clara Carluccio)
“Non avrai nulla e sarai felice”, la frase uscita direttamente dal World Economic Forum sta diventando, più che una condanna, uno stile di vita scelto deliberatamente da una crescente nicchia di persone.
Credevamo di non avere bisogno che qualcuno ci dicesse quanto fosse salutare vivere in un ambiente ordinato, pulito, anziché in un set del programma Sepolti in casa. Eppure, di questi tempi, troviamo interminabili video in cui, l’ennesima influencer, sgombera il guardaroba dando lezioni di riordino e ponendo le basi per quello che, data la crisi economica, potrebbe diventare un futuro tenore di vita: il Minimalismo.
Come sempre, si parte da pensieri giusti e condivisibili: acquistare quello che serve, rifuggire il consumismo irrefrenato, emanciparsi dalle mode. Poi, gradualmente, propongono lo stesso principio in ogni ambito della nostra vita, ovviamente, anche finanziario. Vogliono a tutti i costi dimostrare che è possibile vivere con pochi vestiti, pochi mobili, pochi accessori e, infine, anche con quattro soldi.
Fanno loro il detto popolare chi più spende meno spende per usare il denaro “in modo consapevole”, nello specifico, green. Ci propinano, infatti, i nuovi brand eco sostenibili con una qualità superlativa e impatto ambientale zero.
Gli interessati possono acquistare al seguente sito un completo intimo composto da un paio di mutande, una canottiera e un reggiseno alla minimalista cifra di 149 euro (www.smallable.com/it/marche/organic-basics) affettuosamente pubblicizzato dall’influencer del guardaroba essenziale (https://youtu.be/4Wzmbpcuzp4).
Immancabile la retorica motivazionale a metà fra la new age e le réclame cosmetiche su come diventare “la versione migliore di sé stessi”. Più facile che ci si trasformi in esemplari standard e omologati, considerando il comune denominatore di cui si circondano queste persone: il vuoto.
Ai tempi del Fight Club, ci si ribellava alla possessione delle cose sull’uomo, si sovvertiva un Sistema. Nell’estensione attuale, invece, assume una connotazione docile, pacifica, di benessere psicofisico che anestetizza il senso critico in nome dell’amore universale. Di fatto, persiste sempre una qualche nuova ideologia che cerca di governarci al posto degli oggetti e a cui, la massa, aderisce di volta in volta, con una percezione di libertà e autonomia totalmente fasulla: lo scientismo, l’ecologismo, il neo spiritualismo.
Diverse le marche più conosciute che stanno lanciando collezioni minimaliste avvalendosi di slogan come Less is better – meno è meglio. Praticamente identico il titolo di un saggio uscito pochi mesi fa per Raffaello Cortina Editore, Quando meno è più. Le buone pratiche della sottrazione.
Quando stiamo per sbarazzarci di un oggetto qualsiasi, dobbiamo essere felici, perché stiamo compiendo un passo verso il nostro sviluppo interiore: “Dobbiamo circondarci solo di cose che ci rendono felici”, “spostare il focus sul positivo e non sul negativo”.
Il Minimalismo è una pratica tutt’altro che malvagia, anzi, i benefici mentali che ne derivano sono innegabili. Ma rappresenta pur sempre una vocazione personale da perseguire qualora se ne sentisse la necessità. Tutto quello che diventa moda va rifiutato perché, molto probabilmente, comporta dei vantaggi a un sistema di imposizioni. Non c’è niente di meglio che impoverire un popolo senza che questo dia il minimo segnale di ribellione.
Poveri ma belli, non solo il titolo di un film anni cinquanta, ma un esempio per mantenere viva la nostra positività mentre veniamo inculati come dei coglioni, per dirla alla Wanna Marchi, la televenditrice che ha dimostrato quanto gli italiani siano dei mentecatti totali. Nemmeno lei, probabilmente, avrebbe mai sospettato quanti potessero assecondare la demenzialità del green pass: chi lo aveva, beveva il caffè seduto al tavolo, gli altri in piedi al banco. Questo, per evitare di diffondere un virus altamente mortale. Fortuna che si attribuisce al Medioevo, l’epoca di maggiore credulità.
Per i life coach il tempo è oro, soprattutto il nostro. Sanno bene quanti babbacchioni cercano su youtube la soluzione ai loro problemi. Un’abitudine che sembra la rivisitazione 2.0 del Libro delle risposte.
Mentre loro si arricchiscono a furia di lezioni di ottimismo, gli altri cercano dentro loro stessi “il coraggio di cambiare”, tra un lockdown e un’insostenibile aumento delle bollette.
La felicità, per Albano, era un “bicchiere di vino con un panino”. Speriamo che, i minimalisti, ci lascino almeno questo.
Clara Carluccio
Proprio ultimamente su Google mi arrivano suggerimenti di questo tipo. Devo smetterla di cercare ricette su come cucinare gli spaghetti col tonno. Comunque il vero minimalista si riconosce dalle scarpe, un paio invernale e un altro estivo e sei dei nostri.