GRETA VA IN PENSIONE? SÌ, MA NON SENZA PUBBLICARE PRIMA UN NUOVO LIBRO IDENTICO AI PRECEDENTI (di Clara Carluccio)
Più che sul nostro fine vita avremmo avuto piacere a conoscere l’identità dei suoi innumerevoli ghostwriter. La figlia di autori ignoti più celebre dell’ecosistema antropologico, Greta Thunberg, ha annunciato il suo ritiro dalle scene, o perlomeno così riporta “Repubblica” (https://www.repubblica.it/green-and-blue/2022/11/07/news/greta_thunberg_cop27_clima-373394008/). Naturalmente, non prima di averci deliziati con la sua ennesima pubblicazione – identica a tutte le precedenti -, The climate book (Mondadori), per ribadire il suo tedioso testamento ideologico e biologico: moriremo tutti. E lei, manco a precisarlo, sa anche come.
Il global warming farà dell’umanità carne arrosto in un epocale churrasco mondiale. Per chi non è avvezzo alla cucina brasiliana, perché è solo un inutile boomer che ha inquinato la Terra con le proprie emissioni rettali e non ha mai viaggiato oltre oceano su una barca a vela dei Casiraghi – come Greta nel 2019 -, può immaginarsi fra le teste d’uccello di un più comune spiedo bresciano. Dato l’evento catastrofico i vegani sono pregati di non polemizzare sul menù, per questa volta.
Miss plastic free scrive: “Il clima sembra essere sotto steroidi”. Si, come lei pare sotto acidi, quando minaccia indistintamente degli imprecisati interlocutori di fare vendetta su cose che solo lei capisce, come “mi avete rubato il futuro”.
Inedite ricerche della Thunberg University ci comunicano che sono venutesi a sviluppare nuove turbe mentali come quella che Greta definisce “Sindrome da amnesia generazionale o da spostamento dei punti di riferimento”. Ovvero, ciò che è inconcepibile per i nonni – perché non è stato ancora inventato o accettato – costituisce piena normalità per i nipoti. Chissà quante ore di meditazione trascendentale le saranno servite per propinarci una simile verità.
Quindi, chi non gradisce, per fare un esempio, il neo troglolinguaggio della generazione gretina e simili – conosciuto come corsivo -, ha probabilmente sviluppato una patologia psichiatrica ascrivibile alla demenza senile. Allo stesso modo, chi ha delle remore sulla famigerata transizione ecologica, sostenendo idiozie tipo “anche le auto elettriche inquinano” è sicuramente da manicomio criminale.
La bulletta scandinava si pavoneggia dei successi green del proprio Paese, per meglio mortificare le mezze seghe della classe che si sono appena avviate verso la transizione ecologica – obbligatoria come la scuola che non ha terminato: “dal 1990 abbiamo ridotto le nostre emissioni di circa il 30 per cento”. Da più di trent’anni, evidentemente, lo stanno facendo in silenzio senza stressare l’anima a tutto il mondo con la retorica apocalittica. Specialmente pubblicando, ogni sei mesi, sempre lo stesso libro modificando solo titolo e copertina.
Per chi non avesse ancora capito cosa fare per salvare il mondo, ecco una breve e scontata rassegna di scelte non semplicemente consigliate ma imposte – come i vaccini: comprare i libri di Greta, non comportarsi da boomer, farsi prendere dal panico, buttare la Panda, preferire la bicicletta agli spostamenti aerei, diventare vegetariani ma apprezzare i bacarozzi fritti. Ma, prima di tutto, ricordarsi sempre il primo precetto della Gretation active: moriremo tutti.
Dopo aver sacrificato la sua formazione culturale per salvare tutti noi ogni venerdì della settimana, Greta si ritira a vita privata, all’apice del suo successo. Non una tigre di Cremona, come Mina, ma un esemplare di ungulato che rifugge nella sua isola ecologica.
Certo, la ragazzina che ha stretto la mano a tutti i potenti della Terra, con tanto di ramanzina climatica, non sparisce nel nulla. Potremmo vederla su navi umanitarie, insieme a Carola Rackete, o in una serie Netflix in cui intima ai proprietari di cani di raccogliere gli stronzetti del loro best friend, con indosso la pettorina da ausiliaria del traffico. Anche se, considerato il lento sviluppo ormonale e il suo aspetto così giovanile, per non dire bambinesco, sarebbe più appropriato Disney channel.
Clara Carluccio