I SOCIAL STANNO DIVENTANDO UN PANOPTICON (di Clara Carluccio)
Immaginate se, dei liberi cittadini, si comportassero volontariamente da carcerati, attendendo l’arrivo del secondino, in qualsiasi momento della giornata, senza sapere quando. Figuratevi, ora, di essere al lavoro, in macchina o in posta a pagare le bollette, e un segnale vi invita a scattarvi una foto per documentare quanto state facendo. Questo è BeReal, l’invenzione che, si potrebbe dire, costituisce la trasmutazione del Panopticon in versione social.
Una trovata che sembra giocare sulla sorveglianza, quasi strizzando l’occhio alla famosa struttura carceraria di Jeremy Bentham – dove, tutti i detenuti, sono disposti circolarmente, in modo da essere controllati, senza sapere quando.
Pare che la cosiddetta generazione z stia sentendo il bisogno di maggiore spontaneità. E come darle torto. Gli artifici dei social più popolari – Facebook, Instagram, TikTok – con i loro filtri, le loro pose costruite e i look impeccabili, nonché la quantificazione dei like e dei follower che determina successo o fallimento, cominciano ad angosciare. Sarebbe una bellissima presa di coscienza, se non fosse che si stia solo passando dall’era dell’immagine a quella dell’obbedienza.
Infatti, gli utenti di BeReal hanno a disposizione due minuti di tempo per scattarsi una foto e metterla in comune, ovunque siano, qualsiasi cosa stiano facendo e senza porre eventuali migliorie alla condizione estetica.
La nota squallida è che, quando il sollecito non è rispettato, e l’utente non vuole, o non può, adempiere al suo impegno, viene segnalata la scorrettezza all’intera rete di amicizie. Così facendo, sorge spontanea la domanda: che cosa aveva da nascondere?
Il timer che segna lo scadere del tempo e la costante attesa del comando – che può variare dalla mattina alla sera – rappresentano degli ulteriori elementi ansiogeni che, alla lunga, non possono che aggravare il disagio psicologico di cui, ormai è noto, molti adolescenti di oggi soffrono. Insomma, di male in peggio.
Ma, non è finita. La app attiva la fotocamera su entrambi i lati, fronte e retro, è quindi possibile che vengano coinvolte anche persone estranee che, magari, non fanno nemmeno uso di certi giochini. Volenti o nolenti, tra occhiali smart e queste nuove versioni di social, entreremo sempre di più in una società spionistica e guardona. (Il tutorial della nuova app nel seguente video https://youtu.be/uIs9xhsadng)
La memoria va anche al romanzo The Circle di Dave Eggers, da cui è stato tratto il film omonimo con Tom Hanks ed Emma Watson, in cui i personaggi sono ossessionati dalla trasparenza che, in parole povere, consiste nel venire a conoscenza di ogni spostamento ed ogni attività di tutti i membri della comunità. Soprattutto, i tentativi di mantenere la propria privacy, sono visti come una vera minaccia all’intera società. Presenti persino gli slogan che scandiscono il pensare e l’agire delle persone, e che ricordano lo stile Orwelliano di 1984: LA PRIVACY È UN FURTO, CONDIVIDERE È PRENDERSI CURA, I SEGRETI SONO BUGIE.
“La sorveglianza dilagherà ovunque senza provocare la minima reazione e la minima resistenza”. Dice uno dei personaggi del libro che, coincidenza, vivono costantemente connessi ad un social con un nome simile all’app BeReal (sii reale), ovvero TrueYou (il vero te).
A questo punto, il Panopticon, viene persino superato, realizzando il sogno di un controllo extraterritoriale. Ovvero, senza vincoli spazio temporali per i controllori e nel totale assoggettamento volontario dei cittadini.
Pare che la novità abbia avuto un enorme successo negli Stati Uniti e non c’è motivo di pensare che, qui in Italia, possa essere un flop. Dopotutto, quando mai, i giovanissimi si sono mostrati critici sui lockdown psicologicamente ed economicamente devastanti? Quando mai si sono posti domande su quello che, incessantemente, definiscono fascismo, populismo, complottismo? Quando mai, oltre a bersi la fiaba di cappuccetto in impermeabile giallo che salta la scuola per salvare il pianeta – conosciuta come Greta Thunberg -, si sono chiesti quanti obblighi e disagi porterà la famigerata transizione ecologica alle persone comuni? Un pò come la “guerra alla Russia” che pagheremo sempre noi, con le nostre bollette. Purtroppo, anche la maggior parte degli adulti, la pensa come i loro figli adolescenti. Non possiamo che andare incontro alla rovina, sotto tutti i fronti.
Boomer: mai un termine così declassante, ma di ampio uso a livello giovanile, appare altrettanto fuoriluogo come in questo periodo. Avanti, bimbi, la app sta suonando, scattatevi il selfie, l’ora d’aria è finita.
Clara Carluccio