SESSO VIRTUALE, SENZA CONTATTO? LA POSSIBILITÀ ESISTE GIÀ (di Clara Carluccio)
“L’industria del sesso tecnologico è cresciuta molto negli ultimi due anni” dice Angelina Alexandrovich, fondatrice del Raspberry Dream Labs, un progetto di creazione di esperienze multisensoriali.
“In seguito al Covid molte persone hanno capito che possiamo usare la tecnologia e la realtà virtuale per espandere le nostre esperienze sessuali […] stiamo forgiando il cammino verso la felicità”.
Sembra proprio che la pandemia fosse fervidamente attesa sotto molteplici fronti, considerando che, appena fatto il suo ingresso, ci sentivamo ripetere ogni giorno questa inquietante formula “Nuova Normalità”. Ma, che il sex tech porti alla felicità, è tutto da vedere.
Più che altro, sembra la soluzione di comodo al ripudio del contatto fisico indotto dall’ossessione del Covid – anche in situazione di asintomaticità – e alla guerra tra sessi.
Al Raspberry Dream Labs è stato ideato un collare che, indossato insieme alla maschera per la videoproiezione, permette di connettersi ad un partner presente nella stessa stanza, simulando un rapporto sessuale senza che i due abbiano contatto alcuno. (https://youtu.be/GLUVTJ8DGow) Verrebbe da dire: ma, già che ci siete, non potete farlo per davvero? La memoria non può che andare alla scena di sesso mentale del film Demolition Man.
Il virtuale sarà sempre più stupefacente. Non solo carnale, ma anche onirico. Si potrà scegliere la scenografia. Si potrà fare sesso con figure mitologiche, con una sirena, con un gigante, un fumetto o con la propria pornostar preferita. Si potrà sodomizzare un uomo molto più dotato e prestante prendendosi la rivincita che, nella vita reale, non ci si potrebbe neanche sognare. Sfonderà i limiti dell’impossibile e non si tornerà più indietro.
Sarà, in una parola, transumano. “Un estensione della mia sessualità in uno spazio dove posso assumere ogni forma, dove posso anche sviluppare nuovi sensi che, nella linea fisica, non mi sono stati dati […] possiamo espandere la nostra esistenza“, spiega Angelina.
Così facendo, non solo il sesso, ma anche l’idea di felicità e relazione subirà uno stravolgimento. Se, prima, un buon rapporto si costruiva sullo scambio reciproco, sia dentro che fuori dal letto, in un flusso di dare e ricevere, con queste tecnologie, ognuno si isolerà dentro la propria visione e il proprio piacere. La gratificazione fisica non dipenderà più da una partecipazione di entrambi ma dal buon funzionamento del programma.
A lungo andare non può che aggravarsi l’egocentrismo di cui già è pregna la natura umana – e che, l’attuale condizione sociale, ha amplificato. Certo, in mancanza di occasioni concrete, una persona poco fortunata può usufruire di simili tecnologie che, innegabilmente, offriranno sempre più esperienze di qualità. Ma, in futuro, non è da escludere che, anche tutti gli altri, preferiranno il virtuale al reale. Complice, anche, l’attuale femminismo perennemente in guerra con il genere maschile.
Anche il mondo del porno sta vivendo una rivoluzione. Come già avviene con Holodexxx – l’agenzia del sesso con gli avatar. Lo spettatore non sarà più estraneo e passivo, bensì, vedrà l’attrice interagire direttamente con lui. Le riprese, infatti, già vengono eseguite con una sola persona, la quale si mette in posa nelle principali angolazioni ed espressioni facciali, in modo che il fruitore possa gestire il rapporto in prima persona, a proprio piacimento, per mezzo dei comandi manuali. C’è di buono che, questo, sgrava la professione dei tanti inconvenienti che ne derivano, consentendo di esercitarla senza esserne coinvolti in prima persona: “Non mi importa quello che succede dopo, è il mio avatar a fare le cose, non io” dice Tori Black, porno performer (https://youtu.be/_H-BTsVox-M).
Tutto ciò assume una prospettiva ancora più perturbante, se messo in connessione, per esempio, con il fatto che il World Economic Forum incita all’impianto di microchip nei bambini. Gli svedesi già se lo sono fatto inserire. Le app stanno calcolando le nostre emissioni di CO2 tramite gli acquisti via bancomat. Significa che, se superiamo il limite consentito, non possiamo nemmeno fare benzina per andare a lavorare.
I progressi tecnologici possono anche venire accolti positivamente ma, è indispensabile, accorgersi che possono sempre essere usati come mezzi di sottomissione – per ammansire eventuali moti di ribellione – e come mezzi di distrazione. Bisogna inoltre riconoscere che, con l’introduzione di un pass – il green pass – che stabilisce se possiamo godere o no dei nostri diritti, siamo entrati nell’era della società del controllo. Una sveltina con batman e robin non ci renderà felici, come dice l’Alexandrovich. Al massimo, ci farà dormire meglio quella sera.
Clara Carluccio